giovedì 31 luglio 2014

Fumetti a caso: Mayapan



di Vittorio Troisi e Joseh Vig
15,99 €

Un po' c'è da vergognarsi che questo sia il primo fumetto francese che mi passi per le mani e devo dire che non è stata questa grande esperienza. Ma è meglio andare con ordine.

Il volume che mi è capitato per le mani è il primo che si intitola “Sole Invisibile” tecnicamente è roba di dieci anni fa ma come sapete questa rubrica tende a parlare delle cose che mi sono capitate per le mani a caso e non delle ultime novità.

Comunque. La storia ci presenta una civiltà fantascientifica di pesante ispirazione maya con l'aggiunta di tutine da battaglia ed elmi dalla forma fallica. La società ha quel sapore di teocrazia dispotica che si può ritrovare un po' ovunque con l'aggiunta di caste di guerrieri, nobili, sacerdoti e povera gente che viene cacciata e/o uccisa senza motivo o per riti di iniziazione.

La storia si apre con un prologo di cui molte delle cose non sono chiare per poi spostare il punto di vista sulle vicende di Leah, un donna guerriero spietata figa e figlia della classe operaia. Di quelle che fanno il proprio dovere e che (sorprendentemente) con proseguire della storia vedranno smontarsi tutte le proprie certezze.

Leah suo malgrado verrà coinvolta in un complotto ordito da Non-Ho-Ben-Capito-Chi per prendere il potere nell'Acropoli (la città dove si svolgono gli eventi).

Tutto molto bello se non fosse che per metà del tempo non capisci che succede o di cosa parlano i personaggi. Alcune cose sono proprio poco chiare di base (forse per essere spiegate meglio nei numeri successivi) altre invece si perdono in mezzo a tutta una serie di nomi di persone, luoghi e cose che sembrano essere appositamente progettati per confondere il lettore. Ad esempio i nomi del cattivo, del mentore, di un tizio infido e di un altro ancora sono tutti foneticamente simili non aiutando molto la comprensione.
Oppure i nomi dei luoghi. Per dare spessore alla nuova civiltà tutte le cose hanno nomi particolari che però la storia non ti inquadra in un contesto capibile.

Per fare un esempio inventato: dire “devo portare la macchina a fare benzina” è un conto dire invece “Devo portare il krashind all'energoflusso” anche se nella testa dell'autore significano la stessa cosa nella seconda frase se non mi mostri uno che fa benzina io non capisco che significa la frase.

Quindi tutto una chiavica? No.

Nonostante tutti questi problemi la storia ci regala iun paio di belle trovate. Prima tra tutte il modo con cui il prologo si ricollega alla storia principale. Tutto il discorso del reclutamento e della vocazione di Leah. In pratica un guerriero è fedele al proprio signore perché questi gli induce una visione mistica che da un senso alla sua vita ed il guerriero non è in grado di tradire l'uomo che gli ha dato questa rivelazione.

Altra nota di incredibile merito sono i disegni: l'intero libro è un capolavoro visivo piano di dettagli e cose affascinanti. Ci deve essere stato un grosso lavoro di preparazione dietro. Non sono questo grande esperto di disegno per commentare ma devo dire che mi è piaciuto quasi tutto sia nella narrazione visiva che nel design dei personaggi (tranne l'evidente elmo a forma di fallo di uno dei sacerdoti).
Nel complesso un 5 anche se, una volta finito di leggerlo non mi è venuta sta gran voglia di sapere come continua.



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