sabato 22 marzo 2014

La coppa del Caos



Grizak Kaskainpiedi era un goblin di successo, il fatto che fosse nel giro da anni e ancora in relativa buona salute ne era una prova schiacciante. Nel suo ambiente la vita media di un goblin era di circa due mesi. Lui era nel giro da quasi 8 anni.

Come molti altri aveva iniziato la carriera come riserva della riserva della riserva in una squadra di orki, le Asce Sdentate. Si era guadagnato una discreta fama come ricevitore in quelle rare occasioni in cui l'allenatore delle Asce metteva da parte la pura violenza per effettuare un passaggio filtrante.

E funzionava!

Di solito lanciare un goblin con la palla in linea di meta è un modo per perdere la palla in modi acrobatici. Ma Grizak era bravo: lui atterrava in piedi.
Ma nel duro e violento mondo del Blood Bowl la carriera di un goblin è desinata a finire, solitamente sotto lo stivale di un avversario. Per Grizak fu così: un volo di 30 metri interrotto a metà dal pugno del difensore minotauro dei Caos All-stars.

La carriera di giocatore di Grizak era finita. Per qualche anno si dedicò all'allenamento. Fondò la sua squadra di goblin, disputò qualche campionato con scarso successo. Volando su e giù per il campo con le Asce Sdentare aveva avuto un punto di vista privilegiato sulle partite. Come tutti i goblin Grizak era furbo e infido ma benedetto dagli dei con una soglia di attenzione superiore alla media goblin (che si attesta sui 12 secondi circa).
Era un ottimo allenatore, il problema era la materia prima: i Ghigno Maligno non riuscirono mai ad emergere dai campionati inferiori.

Poi avvenne la grande razzia del 2350.

Le flotte degli elfi oscuri razziarono tutte le città sulla costa del Vecchio Mondo facendo schiavi e prigionieri. Sfortuna vuole che i Ghigno Maligno stessero disputando una partita da quelle parti. Metà di loro vennero trucidati. Altri, tra cui Grizak vennero portati nella fredda Naggaroth come schiavi.

La sua carriera sarebbe dovuta finire di lì a poco come antipasto della grande cerimonia della festa del Sangue di Khaine, dio dell'assassino amato dagli elfi oscuri. Il programma della festa comprendeva la finale della Coppa del Gelo tra i Naggaroth Riders e gli allora sconosciuti Khaine's Slasher poi una serie di festori sacrifici umani e umanoidi per festeggiare la vittoria.

Grizak era tra i primi a dover assaggiare il coltello della sacerdotessa ma gli dei goblin sanno essere generosi: ai sacrifici era concesso di assistere alla partita in un'apposita gabbia sistemata tra le due panchine. Tale era la passione del goblin per il Blood Bowl che si sgolò per dare indicazioni tattiche ad entrambe le squadre.

Come è logico aspettarsi i Naggaroth riders ignorarono gli strepitii del goblin ma Eldric Cuorenero, allenatore dei Khaine's Slasher prestò orecchi a quei consigli vincendo la partita. Con un gesto inedito tra gli elfi oscuri Cuorenero reclamò Grizak come suo servo personale salvandolo dal sacrificio.

Adesso, dopo 3 anni di intenso Blood Bowl, Cuorenero era morto avvelenato nel prepartita contro le Schegge di Skarogna. Grizak era diventato primo allenatore, una caso quasi unico per una squadra di elfi violenti e xenofobi. Ma i risultati tenevano al sicuro la vecchia pellaccia verde del goblin.
Sotto la sua guida i Khains's Slasher erano emersi guadagnandosi un posto di tutto rispetto nei campionati maggiori in giro per il Vecchio Mondo. Grazie alle sue strategie ed alla feroce sete di sangue dei suoi giocatori avevano conquistato due Blood Bowl Cup.

Poi era iniziato il declino: Anayres, la strega elfa punta di diamante dell'attacco degli Slasher aveva perso entrambe le gambe durante un placcaggio sulla linea di meta; Indal, il più violento attaccante che Grizak avesse mai visto aveva contratto la piaga di Nurgle dopo aver avventatamente mangiato il cuore di un purulento uomobestia dei Putrescenti di Nurgle. Altri giocatori si erano riturati per raggiunti limiti di età e fisici. Gli infortuni iniziavano a pesare.

Ora davanti a Grizak c'è lo stadio dove disputeranno la finale della Coppa del Caos, il più importante e prestigioso dei trofei del Vecchio Mondo. Ovviamente i favoriti sono i Caos All-Stars, una squadra solida e violenta di mutanti e mostri contro quel che resta dei Khaine's Slasher.

Grizak fuma nervosamente il suo sigaro osservando i campo decorato di vecchi resti umani. Deve vincere, la sacerdotessa di Khaine proprietaria della squadra è stata molto chiara: il suo sacrificio è stato solo rimandato.

NOTE FINALI: ecco, per chi non lo sapesse sto azzeccando malamente su Blood Bowl on-line. Al momento sto davvero iniziando i play-off della Coppa del Caos e, per quanto mi sforzi non riesco a staccarmici.

Ecco spiegato perché non aggiorno da una vita. Vedo di prendermi questa coppa e poi ricominciamo a fare le persone serie.

venerdì 7 marzo 2014

Libri a caso: Hyperion



Era una notte buia e tempestosa e io non avevo niente da leggere. Così, dopo aver riletto per tipo la settima volta il Cicli della fondazione di Asimov ho chiesto ai miei contatti di facebook di consigliarmi un buon libro che si muovesse sullo stesso genere: Space opera.
Da più voci mi è stato categoricamente consigliato questo libro vincitore del premio Hugo e altre quisquilie.

Ma veniamo a noi che già si è perso troppo tempo. Hyperion è il primo libro di una saga di 4 volumi collettivamente conosciuta come I Canti di Hyperion. Nonostante affrontare quattro libri a scatola chiusa possa risultare impegnativo per un lettore la natura del ciclo scritto da Dan Simmons resta quella di una storia “generazionale” che si dipana nel tempo mostrando un'enorme affresco fantascientifico. Un po' come il già citato Ciclo della fondazione o il ciclo di Dune (Libri che, se vi definite patiti di fantascienza dovete leggere).

La storia si può riassumere più o meno così: siamo nel futuro, l'umanità si è diffusa su migliaia di mondi tramite la tecnologia dei Teleporter, che permettono di viaggiare istantaneamente da un mondo all'altro. L'umanità è unita sotto la guida dell'Egemonia Umana, un mega governo stellare di tipo democratico.
Tra tutti i mondi umani c'è Hyperion, un piccolo pianeta ai confini dell'Egemonia con un mistero: le Tombe del Tempo, un complesso archeologico non umano immerso in un'anomalia temporale. Nelle tombe vive una creatura aliena/robotica: Lo Shrike. Questa creatura prigioniera delle tombe è venerata quasi come un dio per via della sua capacità di manipolare il tempo. Negli anni la Chiesa dello Shrike ha organizzato numerosi pellegrinaggi verso le Tombe. Secondo la tradizione lo Shrike risparmierà un solo pellegrino concedendogli un desiderio.

La storia inizia con l'ultimo pellegrinaggio autorizzato dall'Egemonia e dalla chiesa prima che Hyperion diventi un campo di battaglia nella guerra tra l'egemonia e gli umani dello spazio esterno detti Ouster.
I pellegrini non sono scelti a caso e durante il viaggio verso le Tombe del Tempo ogni pellegrino racconterà la sua storia e il motivo per cui è stato incluso in quell'ultimo pellegrinaggio.

In pratica Hyperion è una sorta di Decamerone fantascientifico. Mentre la trama di contorno va avanti ogni storia aggiunge un piccolo pezzo al tutto che poi comporrà il libro. I personaggi raccontano ognuno la propria storia in modi diversi: in prima o terza persona, in linguaggio alto o sboccato. Simmons è abilissimo a far trasudare la personalità di ogni pellegrino nella sua storia personale e nel quadro generale. I pellegrini i se sono archetipi, c'è un politico, un prete, un soldato, un poeta, un investigatrice, uno studioso e un eremita. La qualità di ogni racconto è altissima ma il momento veramente impareggiabile è quando il lettore inizia a cogliere dei rimandi e degli accenni che preannunciano un quadro d'insieme che sarà rivelato man mano che i racconti proseguono.

A questo punto mi sento in dovere di dire solo altre due cose: fate attenzione al finale, che per quanto possa piacere ad altri lascerà con l'amaro in bocca. A voi tutti dico: dont panic e prendete il successivo della saga (di cui pariamo domani)

Sicuramente tra i vari racconti dei pellegrini troverete il vostro preferito tanto per dovere di cronaca il mio favorito resta il Racconto del Poeta, seguito a ruota da quello dello Studioso.

Se vi va fatemi sapere il vostro personale vincitore.