venerdì 28 febbraio 2014

Capitan Coraggio



“C'è qualcosa là giù..”
“Dove?”
“tra le palme. Qualcosa sta venendo avanti..”
“Ah Sté, falla finita!”

Sono le 4 e 30 del mattino. La casa è una specie di cantiere io e Aurora occupiamo l'unica stanza abitabile. Aurora è appena svenuta in bagno per i suoi soliti cali di pressione ma stavolta, quando si è ripresa, e è arrivato addosso tutto il campionario delle paure umane legate all'ignoto. Ha quel tipo di paura che si insinua strisciante ad ogni rumore vagamente sospetto.
È una reazione comune se ti alzi per fare la pipì e ti ritrovi distesa a terra in un bagno sconosciuto con un brutto ceffo (io) che ti scuote chiamandoti.
Siamo distesi nel lettone, luce rigorosamente accesa. Parliamo più per riempire la stanza di rumori noti che per scambiarci informazioni.

È in questi momenti che la natura e l'evoluzione pretendono che l'uomo si sobbarchi il suo compito evolutivo. Come il primo uomo scimmia è accorso nella grotta armato i torcia per dimostrare al resto ella tribù che quelle sono solo rocce dalla forma strana e non demoni oscuri.
Quindi, costretto dagli eventi mi sono preso il mio fardello evolutivo.

E mi sono lasciato impressionare dalle ansie di Aurora. Quando uno è una persona fantasiosa fa facile vedere cose che non ci sono o intravederne altre che non è bello pensare che ci siano.

Ad esempio: di fronte al letto il vecchio inquilino ha lasciato una gigantografia due metri per tre di un'isola tropicale col mare intorno. Una di quelle foto che uno potrebbe fare da sopra una barca di pirati.

Ora ricordate. Sono le 5 del mattino. La casa e silenziosa come solo le case con le pareti spesse sanno essere. Fuori non passa nemmeno un auto. La casa è gelida (scopriremo poi che era il balcone della cucina rimasto aperto). Una decina di minuti fa hai sentito la tua migliore amica chiamarti dal bagno “Ste.. vieni un momento” poi l'hai trovata stesa per terra con lo sguardo fisso.

Non è così strano che il tuo cervello veda delle facce mostruose formate dai contorni dell'acqua. Aurora si rimette a dormire coprendosi fino alla punta dei capelli come quando era piccola. Io resto nel letto nella penombra. Davanti a me la foto dell'isola avvolta nella penombra. Una sagoma minuscola che avanza tra le fronde delle palme, l'acqua si muove lentamente, oscilla come se fosse la soggettiva di una barca.

“sta arrivando qualcuno” borbotto nel dormiveglia.
“...” Aurora mi fissa. Il suo sguardo nella penombra suggerisce che sta decidendo se spaventarsi o uccidermi.
“Sono persone, non capisco... forse naufraghi.”
“smettila”
“... forse cannibali o qualcosa di pegg..OUFF!
La vomitata arriva fredda e precisa sulla bocca dello stomaco. Puntuale si pianta ed affonda promettendo di usciere dall'altra parte se glie ne sarà data la possibilità. Mentre io mi piego in posizione fetale Aurora si accoccola nelle coperte e passa dal dormiveglia al sonno beato ora che ha scaricato tutta la tensione nel mio sterno.

Io faccio l'alba, perfettamente sveglio.


Fissando l'isola.

PS: i fatti sono stati romanzati per maggiore drammaticità della vicenda

PPS: Aurora sta bene, alla ine è stata più paura che altro. Non mandateci la guardia nazionale

mercoledì 26 febbraio 2014

Incroci e corde di chitarra



Una leggenda del blues racconta che un musicista ha sepolto una corda della sua chitarra ad un incrocio come pegno nel suo personale patto col diavolo.
Non era un musicista particolarmente bravo o ispirato. Lui suonava . Voleva vivere suonando ma non ne aveva assolutamente i mezzi. Da qui il patto. Le solite cose: fama, gloria e belle donne in cambio di un anima immortale. Ma alla base c'era la musica. Una corda di chitarra come pegno e un incrocio come studio notarile.
Un incrocio, chi sa perché il diavolo ama tanto gli incroci. Forse perché è qualcosa che si lega perfettamente alla vita e a quello scherzo chiamato “libero arbitrio”.
Gli incroci, posti complicati. Che tu sia un guidatore diretto al posto di lavoro o un'anima affranta nel mezzo del cammin della tua vita gli incroci sono posti importanti.
Forse è perché si legano indissolubilmente alla vecchia domanda: “cosa sarebbe successo se avessi girato a destra invece che a sinistra?” oppure..

“... E se avessi allungato un braccio nel letto per toccarle il fianco?”
“... e se gli avessi detto veramente cosa pensavo?”
“... e se avessi accettato quel lavoro?
“... e se qualcosa mi stesse aspettando dietro la prossima curva?”
“... e se...”




“...e se avessi sbagliato strada?”


Dio, qualunque dio, è sempre pieno di certezze. Noi però viviamo nella dimensione dei forse: forse riuscirò ad avere una storia con lei, forse lui mi richiamerà, forse non mi ama abbastanza, forse non sono ancora i grado di gestire questa situazione.

Forse...

al diavolo piacciono i forse. Perché il diavolo è una persona lungimirante. Lui pensa al futuro non al presente. È uno bravo nel suo lavoro perché quello che a noi ha sempre fatto paura è il domani non l'oggi. L'oggi è sopportabile, gestibile, arginabile, alle volte godibile. Il domani è incerto, misterioso, infido, bastardo.

E quindi torniamo al nostro musicista sospeso nel nulla della non scelta: essere uno tra i tanti che aspettano il colpo di fortuna o essere il più grande. Essere l'anonimo sottofondo di un incontro casuale nella notte di martedì grasso o il centro di un uragano di follia e corpi sudati di un giorno qualunque?

Per questo una corda di chitarra, un incrocio in una strada sterrata e un patto che ha come postilla un eternità di dannazione.
Non li ho mai capiti i patti col diavolo: un eternità di dannazione in cambio di qualcosa che sai che a breve finirà. Perché la vita e sempre breve e dopo la prossima curva potrebbe sempre esserci una strada sbarrata e un posto di blocco. Uno di quelli tenuti da un poliziotto costretto a lavorare nel suo giorno libero.

Ma intanto da qualche parte qualcuno suona un ritmo travolgente privo di qualsiasi criterio logico se non il caos che ha dentro. Decine e decine di corpi sudati agitano nella penombra trascinati dalla corrente. Negli angoli bui le donne gemono e gli uomini ridono. E tu al centro di questa marea che non rifluisce mai. Da qualche parte nel futuro il locale chiude e le donne delle pulizie si affannano a tirar su vomito e altre cose innominabili. Fuori splende il sole la gente rispettabile e noiosa va al lavoro guardando con disprezzo gli ubriaconi della sera prima che smaltiscono la sbronza.

Forse è questa l'essenza del patto, il vantaggio che ne ha il contraente: sapere che prima o poi il locale chiuderà, che alla fine la festa finisce, le che si riprende le mutande e se ne va. Sapere che alla fine tutto risulterà inutile e squallido.

Domani.

Ma oggi, stasera, c'è solo una notte senza luna che accompagna il ritmo della tua musica.
Domani...


domani si vedrà.

martedì 25 febbraio 2014

Di idraulici e buoni pasto



La prima notte è andata. Per ora tutto bene a parte la sensazione di essere degli abusivi che stanno occupando una casa come punk londinesi e che presto arriveranno le guardie a stanarci a manganellate.
Si, al momento casa è qualcosa di molto simile ad un magazzino pieno di scatoloni ma se uno ha un po' di fantasia potrebbe tranquillamente essere un arredamento postmoderno fricchettone.
Credo che la differenza sta nel fatto che noi non abbiamo corrisposto una cifra esorbitante ad un interior designer né abbiamo partecipato ad una delle trasmissioni di Real Time per avere casa così.
Stamattina Aurora è andata alla clinica ad una non so ben specificata “riunione di progetto” lasciandomi qui con due sole direttive:

fai quello che ti pare.

All'una e mezza fatti trovare a casa che deve venire l'idraulico a fare delle robe ed io non so se riesco a tornare in tempo.

Va da se che ho passato la giornata a bighellonare per casa con un sacco di buoni propositi e nessuna voglia di metterli in pratica. Come pietra tombale sui miei buoni propositi la scoperta una rete internet non protetta con un segnale vagamente accettabile.

Solo l'istinto di sopravvivenza e la necessità di procacciarmi un accendino mi hanno spinto fuori di casa in cerca di qualcosa che si prenda i buoni pasto di mia madre (ma pare che tutta Roma disprezzi quel particolare tipo di buono).

Ora è l'una e quaranta di Aurora non c'è traccia e l'incombenza dell'idraulico si avvicina sempre di più.
Non sarebbe sta grande tragedia se io non fossi uno di quelli che ha problemi ad interagire con un certo tipo di umanità. Nello specifico tutta quella categoria di professionisti che guarda il problema, scuote mestamente la testa dice qualcosa tipo :

“è la supercazzola rotante dell'alluttore sinistro, quando diventano bifidi è un casino.”
“e si può riparare?”
Altro sguardo contrito “Si, le verrà a costare il triplo di quello che le ho detto per telefono e probabilmente si scasserà di nuovo appena io lascerò il palazzo.”
“mmm, altre soluzioni?”
“Beh, potrebbe sostituire tutto fare un buco nel soffitto, allacciarsi allo scaldabagno della signora di sopra, installare un compressore sul tetto del condominio che lavorerebbe accoppiato col reattore quantico che le porto io.”
“e 'sto scherzo quanto verrebbe a fare?”
“Diciamo il doppio di quello che sta pensando ma le durerebbe di più.”
“oddio! Tutto sto casino per un rubinetto che perde?”
“E si... colpa del governo.”

Probabilmente sono esagerato io però il non sapere nulla di questa casa e solo vagamente quello che questo tizio deve venire a fare non è che mi aiuti molto. Insomma se poi la valvola transustanziale va cambiata? E se il comboreattore biflorido crea problemi?

Intanto per scrivere 'sta fesseria si son fatte le due. Ancora niente.



Per ora...

lunedì 24 febbraio 2014

Season two coming...



Dopo un eternità in cui non ho aggiornato questo posto ci prepariamo a tornare con nuove sconvolgenti rivelazioni, fatti e una miriade di stronzate.
Di norma, dopo mesi di assenza uno dovrebbe almeno giustificarsi e scusarsi con il suo ricco e variegato pubblico per la lunga assenza. Bastano però alcune piccole considerazioni per far si che questa pratica risulti fuori luogo:

Il “variegato pubblico” è composto si e no da una decina di persone (senza contare quelli che capitano qui per caso cercando donne nude o altro)

Scorrendo i vecchi post ci sono fin troppo messaggi riassumibili con “Ho avuto dei cazzi da fare ma ora sono tornato e posterò regolarmente. Giuro!” promessa costantemente appesa.

Per cui, si, c'ho avuto dei cazzi e adesso ricomincerò a postare con regolarità. Giuro.

Sono successe un p' di cose: la mia famiglia si è imbarcata nel Trasloco Più Lungo del Mondo, io ho mollato la casa dove stavo prima a Roma e mi sono infilato in una nuova casa con degli amici (in teoria io e Aurora ma il numero è destinato a salire secondo me).

Per cui si è detto addio ai Carlos, agli spagnoli, al tizio che mi cercava i soldi del fitto e a Via Appia Nuova per inserirsi in un nuovo universo narrativo che sicuramente non sarà privo di colpi di scena.

Insomma la “saga” davvero per davvero continua.

Oltre a questo il trasloco ha messo in evidenza il fatto che ho troppi fumetti e che negli anni ho comprato certe cose che solo gli ormoni di un quindicenne potrebbero apprezzare. Sto preparando una speciale top ten delle “cose più brutte che abbia mai comprato” che presto condividerò con voi.

Infine, visto che mi vanto e mi bullo nei bar che sto provando a fare lo sceneggiatore presto su questi schermi anche qualche novità dal fronte, giusto per far vedere che qualcosa si sta facendo.


E questo è quanto. Se vi sembra che questo post sia un po' a tirar via e in fondo anche bruttino è perché lo sto scrivendo nel treno verso Roma mentre aspetto che il Kindle scarico cannibalizzi la batteria del portatile.