sabato 28 settembre 2013

Libri a caso: American Tabloid



Mi sono sempre considerato uno che legge molto ma ultimamente le mie certezze vanno vacillando davanti a certe verità che mi cadono in testa. Ad esempio: certi libri e certi scrittori li puoi ignorare solo fino ad un certo punto.

Ellroy è uno di questi. Anzi, diciamola meglio: Ellroy è un genio.

In questo libro riesce in una delle cose più difficili in assoluto e sembra riuscirci con naturalezza. Ma andiamo per gradi.

American Tabloid racconta le vicende di tre “pezzi di merda molto competenti” durante uno dei periodi più interessanti della storia recente americana: l'ascesa e la caduta dei Kennedy. Il racconto prosegue seguendo i punti di vista dei tre personaggi intrecciandosi con fatti realmente accaduti e personaggi reali. Man mano che la storia va avanti diventa sempre più difficile distinguere la finzione dalla realtà ci sono complotti, intrighi, tradimenti e tre splendide figure umane che seguono tutte il loro percorso da prima a dopo.
Le vicende si intrecciano seguendo il filo della lotta ai comunisti americani, della rivoluzione cubana, dell'ascesa della mafia in America fino al più famoso attentato della storia americana.

È un libro difficile: ci sono decine di personaggi e di intrecci, decine di punti di vista differenti che si mischiano con verità storiche e pura finzione. Poliziotti corrotti, agenti idealisti, ricattatori, mafiosi e figure patetiche di ogni tipo ma talmente umane e credibili da coinvolgerti fino alla fine.
Ogni personaggio ha le sue caratteristiche: una “voce” un carattere e un linguaggio unici permettendo così al lettore di identificarlo nelle prime linee di dialogo anche se non ricorda il nome.
Niente è lasciato al caso. Timidi accenni nella parte iniziale diventano sottotrame sempre più intricate nello svilupparsi della vicenda.

È un libro difficile anche da scrivere (l'ho già detto che Ellroy è un genio?). Senza contare tutta la preparazione che ci sta dietro basterebbe considerare la quantità di trame e sottotrame che vengono portate avanti. A vole con “trucchi” come finte trascrizioni di documenti segreti altre volte con titoli di giornali scandalistici.
Ma il più grosso pregio va senz'altro al coinvolgimento. Il libro racconta eventi che già tutti sappiamo: la Baia dei Porci, l'omicidio di Kennedy ma tu lettore stai comunque lì a sentire l'ansia per i protagonisti. Sai che non ce la faranno o che riusciranno perché “è storia” ma fai lo stesso il tifo per loro.
Loro che alla fine sono i cattivi: sono quelli che hanno aiutato la mafia americana ad essere quel che è, sono quelli che hanno organizzato l'omicidio di Kennedy, che trafficano con al CIA per rovesciare Castro. Il più grande segno della bravura di uno scrittore è quella di farti empatizzare a questi livelli con personaggi moralmente così lontani da noi.


VOTO: 10 da leggere per forza.

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