venerdì 26 luglio 2013

Coinvolgimento emotivo



In tutte le opere di finzione è necessario coinvolgere lo spettatore. Ci sono poche storie, se la persona a cui è diretto il tuo prodotto trova il tempo di andare in bagno prima dello stacco pubblicitario invece di guardare il film vuol dire che la missione è fallita.
Come si crea un coinvolgimento emotivo?
Bella domanda. Io, dall'alto della mia frequentazione al corso di sceneggiatura non so spiegarlo se non tramite un esempio. Le uniche cose che mi vengono in mente al volo sono quelli che considero i capisaldi della questione:
-il piccolo che prova a sconfiggere il grande.
-la situazione disperata.

Come esempio all'inizio pensavo di utilizzare un film ma poi, per puro gusto ho deciso di usare un evento del mondo reale che mi sta particolarmente a cuore: Juventus – Napoli 2-3.


qui un video con i momenti salienti per aiutare a far filare il discorso: http://www.youtube.com/watch?v=3aVMsR14_08

NOTA BENE: tutta la vicenda è raccontata dal punto di vista napoletano. Il punto non sono le vicende sportive quindi è inutile star a discutere di pallone.


Per avere un buon coinvolgimento è importantissimo far delle buone premesse. Nel nostro caso siamo negli anni in cui il Napoli è tornato da poco in serie A dopo una disfatta societaria che l'ha trascinato in serie C. al squadra ha un passato glorioso e ormai mitizzato dei tempi antichi di Maradona e dei due scudetti. Con una nuova gestione è riuscita a risalire fino alla massima serie e sia squadra che tifoseria sono affamati di grandezza.
Siamo all'inizio dell'era Mazzarri con un cambio di allenatore recentissimo dopo i primi mesi di campionato fallimentari. La squadra è composta di giovani e promesse. La città ci crede ma più per fede che per altro.
L'avversaria è la Juventus. Squadra universalmente odiata da chiunque non ci tifi. Blasonata all'eccesso (28-30 scudetti asseconda di chi chiedi) anche loro tornati recentemente in serie A dopo lo scandalo di Calciopoli. Oltre alle indiscutibili doti tecniche della quadra, che fa da scheletro alla nazionale la Juve ha fama di favorita sia per potenza che per il servilismo arbitrale.
La partita in se non ha particolari valenze per la classifica ma le tifoserie si odiano da anni e a Napoli l'entusiasmo ha iniziato a montare settimane prima. Per i tifosi napoletani vincere con la Juve ha sempre sapore di trionfo.
Per fare un paragone cinematografico: il Napoli è Rocky, la Juve Ivan Drako.

La partita inizia. Siamo fuori casa. In terra nemica dove il Napoli perde anche quella forza trascinatrice a cui si è sempre affidata: il sostegno del suo pubblico. È dura, molti pregano in un pareggio che saprebbe come una vittoria.
Le squadre si studiano per un po'. Entrambe quasi segnano nei primi minuti trasmettendo allo spettatore l'idea che sarà una partita da sentirsi male. Ad un certo punto il Napoli si mangia un paio di occasioni, sembra quasi che ce la possa fare.
Ad un certo punto durante un azione della Juve la difesa napoletana si addormenta e Tzegeguet piazza un goal di testa che uccide gli entusiasmi. Da questa scena lo spettatore viene a sapere che la Juve è effettivamente forte e non si scherza. Gli errori si pagano ecc ecc. il Napoli non si da per vinto e prova a ribattere.
Neanche il tempo di riprovare a segnare che Contini, difensore di infimo livello del Napoli non fa una cappella in piena area di rigore consegnando la palla del 2 a 0 sui piedi di Giovinco. A questo punto cade il gelo. Loro sono forti noi siamo un'accozzaglia di gente che avrà tanto fisico ma ci perdiamo nella tecnica.
In questo momento della partita sia a Napoli che nello stadio i tifosi partenopei gettano la spugna e smettono di crederci. È un punto fondamentale. Il momento più basso della storia dove l'eroe (in questo caso gli eroi) deve decidere se piegarsi al destino avverso o provare.
Nell'intervallo tra primo e secondo tempo taralli, birra e frittata di maccheroni sono funestati dal peso schiacciante del risultato sfavorevole.

Siamo nel secondo tempo intorno al quarto d'ora parte un contropiede Datolo-Lavezzi passaggio ad Hamsik. Il portiere Buffon è spiazzato. 2-1. nessuno lo dice ad alta voce ma un po' tutti pregano per il pareggio. Qui si mette in evidenza che anche se il Napoli è composto per lo più da giovani promesse ha anche lui delle qualità tecniche da mettere sul tavolo.
Poco dopo cros dal calcio d'angolo in azione d'attacco del Napoli. Buffon esce e respinge. La palla carambola nell'area dove ci si avventano 2-3 giocatori del Napoli. In un crescendo di calci la palla finalmente entra. È il pareggio. Nello stadio i tifosi napoletani si ricominciano a far sentire. A Napoli volano sedie e bicchieri. Questo secondo goal trasmette la testardaggine del Napoli che vuole farcela a tutti i costi contrapposta a quella che poeticamente si potrebbe vedere superbia della Juve che sbaglia credendo il nemico inferiore e viene punita.
Siamo agli sgoccioli. Il Napoli decide che non glie ne frega niente del pareggio e prova a vincere scoprendosi e rischiando di prenderne un altro. Non succede. In una volata in contropiede viene piazzato un cross in area che viene malamente respinto. Dall'inquadratura sulla destra arriva Hamsik in corsa verso il pallone che rimbalza da solo fuori dall'area. La gente che guarda la partita si immobilizza. Hamsik tira una botta sotto la traversa batte Buffon. È il delirio secondo una leggenda metropolitana i sismografi del Vesuvio registrano la scossa della gente che festeggia il goal.
Nel finale di partita la Juve perde completamente la testa. L'ultima azione degna di nota è una parata di De Santis su una punizione e un calcio in faccia di Amauri. Il cerchio si chiude: il Napoli difende il suo risultato dimostrando di meritarlo. La Juve, i cattivi, danno prova della loro malvagità.

Per quanto la partita in se non avesse significati particolari ancora adesso potete chiedere a qualunque napoletano dove ha visto quella partita. La carica emotiva dell'evento l'ha fatta diventare parte della mitologia della squadra. Per molti è addirittura il punto di svolta che porterà poi il Napoli a lottare per la Champios.

Per la cronaca, io ero al lavoro, affettavo salami e sul secondo goal quasi accoltellavo il mio collega per abbracciarlo.


Ps: mi sovviene adesso un pensiero. Questa partita è narrativamente così perfetta da farti domandare se non fosse progettata a tavolino...

giovedì 25 luglio 2013

Bell' e' mammà



Fin dai tempi dell'adolescenza, se non prima, Aurora ha sempre sentito il bisogno di esternare la sua personale opinione (per altro molto condivisa) su quello che lei chiama “l'italiota”. Dicesi italiota quella particolare categoria di ragazzi/uomini totalmente avulsi alle faccende domestiche a causa di pigrizia e di genitori (leggi mamme) troppo accondiscendenti. Sono quelli che non sanno cucinare e vanno avanti a pizzette o che fissano la lavatrice speranzosi nel momento in cui si accorgono che i calzini puliti non appaiono magicamente nel cassetto quando vivi da solo.
Serviti e riveriti “perché l'omm è omm”.

Ora potrei affermare che Aurora su queste cose è una scassacazzi di livello mondiale. Potrei dire che se mai avesse un figlio maschio il poveretto verrebbe cresciuto come è stato cresciuto l'Uomo Tigre e che probabilmente dovrà passare anni ed anni di dura terapia per liberarsi dell'opprimente figura materna.
Ma non lo dirò perché Aurora è una persona vendicativa e non mi va che alla prossima cena che vado a scroccare da lei e Alessandro mi corregga il tutto con olio di ricino e candeggina.

C'è però da dire che molte, con diversi gradi di intolleranza, la pensano così. Ognuna ha le sue sfumature del problema ma tutte concordano su due singoli punti: è colpa delle madri; è un fenomeno tutto italiano.

“eh perché gli inglesi fanno tutto da soli.”
“eh perché i brasiliani si cuciono i vestiti da soli”
“eh perché in Germania i ragazzi ad una certa età li abbandonano nelle foreste e gli dicono arrangiati.”

Io sono convinto che le ragazze all'estero dicano le stesse identiche cose di quelle qui da noi. Un po' perché è nella natura femminile di lamentarsi, ma soprattutto perché negli ultimi sei mesi ho convissuto con degli spagnoli.

È come vivere nella gabbia delle scimmie allo zoo.

Tre giorni fa i genitori di Carlos 1 (quello che si chiama davvero Carlos) sono venuti a trovare il figlioletto che a breve ripartirà per la Spagna. E misteriosamente sono 3 giorni che Carols è regredito all'età preadolescenziale. Non c'è più un panno sporco per casa, i piatti sporchi misteriosamente spariscono. Oggi, uscendo dalla stanza ho trovato la mamma del suddetto Carlos impegnata a lavare tutta la casa. Sono convinto che se lasciavo la porta aperta lavava anche la mia.
Il giovane pargolo non si ubriaca più con gli amichetti fuori al balcone. È sparita addirittura la pipa a acqua che i ragazzi usavano nelle serate si svago.


E si, all'estero i ragazzi li crescono diversi. Mica come da noi che fa tutto la mamma.

martedì 23 luglio 2013

I want belive!





Ci siamo, siamo così vicini che possiamo intravedere la striscia colorata del traguardo in lontananza. Fanno male i muscoli perché capita quando si corre e ancora più spesso quando parti e nessuno ti avvisa che c'è una salita dopo la curva.

Fare fumetti è molto simile a fare una staffetta. Te scrivi, loro disegnano. Prima e dopo. Se tu non ti nuovi a mettere in ordine tutte le belle paroline loro non possono mettere la matita sul foglio. Se loro non disegnano non si può andare in stampa. Ma la cosa peggiore e che, proprio come nelle staffette, quando uno corre è sempre da solo.

Quando ho scritto la sceneggiatura di Bad Dreams ero seduto fuori al balconcino della mia casa in affitto. Per quanto Lorenzo avesse detto e ripetuto che scrivere d notte porta cattive abitudini la prima versione è venuta fuori in venti pagine di Word tra le 2 e le 6 del mattino. Unico contorno musicale le macchine che passavano.
La seconda versione è nata su una panchina di Villa Lazzaroni. Faceva un freddo che ti pigliava a schiaffi. Quel tipo di freddo che ti fa concentrare su quello che stai facendo perché è un tempo troppo schifoso per cazzeggiare.
La versione definitiva con correzioni e tutto è venuta fuori sul regionale Roma-Napoli seduto su un sediolino pieghevole accanto ai bagni.
Riflettendoci bene, tolte tutte le insicurezze tipiche di uno che si vergogna dell'ombra sua, direi che lo adoro. È figlio mio e gli voglio bene.

Ora le ragazze ci stanno sbattendo la testa contro. Valentina Zeppa e Valentina Napolitano. Come io prima anche loro stanno seguendo i loro metodi di lavoro. A me prudono le mani. Sono come il parente nella sala d'attesa che aspetta che i chirurgi finiscano l'operazione a cuore aperto. E se hai un parente sotto i ferri non stai in sala operatoria a rompere le palle al dottore dicendo “we allò come va? Come procede? Ce la farete?”

No, te stai zitto e buono in sala d'attesa a fumarti 50 sigarette.

Perché il chirurgo lo sa qual è il suo lavoro, lo hai scelto apposta perché è uno bravo. Hai rotto le scatole al primario e fatto valere vecchi favori perché anche se tuo figlio deve finire sotto i ferri si merita il meglio su cui puoi mettere le mani.

Ora tocca fare lo stesso con le disegnatrici. Perché le hai scelte tu. Perché anche loro ci credono e soprattutto perché nella staffetta siamo tutti soli con il traguardo davanti e la gente che ti incita dietro.

E quindi ora si deve correre solamente e se non tocca a te correre incita, fuma o statti zitto.


O magari prega che non ci becchi l'antidoping.

venerdì 19 luglio 2013

Lezione di storia futura



2018, il neonato governo mondiale nella prima tranche di riforme promulga la legge 314 meglio conosciuta come NWO rule. Disordini e guerriglia urbana si diffondono rapidamente in tutte le grandi città europee. Scontri di piazza violenza insensata, manifestazioni di protesa si diffondono come un morbo oltre il vecchio continente fino in America per poi allargarsi al resto del pianeta. I governi locali reprimono le proteste nel sangue con l'appoggio di polizia ed esercito. Parigi e Londra bruciano, corrono voci su campi di prigionia in Spagna e nel sud dell'America, esecuzioni sommarie in Spagna, squadroni della morte, repliche a ciclo continuo di Montalbano.
Dopo sei mesi di sanguinosa repressione le rivolte si placano, la 314 diventa effettiva il 21 dicembre 2018. il 22 i gruppi di protesta perdono sempre più sostenitori fino a ridursi a bande di irriducibili rapidamente eliminati dai reparti speciali.

Il 1 gennaio 2019 viene salutato come l'inizio di una nuova era per l'umanità. Gianroberto Casaleggio viene trovato morto nel suo appartamento le cause della morte non saranno mai ufficializzate. Un barelliere dichiarerà: “Non ho mai visto nessuno fare qualcosa di così atroce per suicidarsi”. Vengono anche ritrovati alcuni vecchi CD di Gigi D'alessio e una cassetta di Ivana Spagna. Le cose non saranno mai collegate.

Paolo, uno studente delle medie solleva la mano all'indirizzo della professoressa. Fuori il traffico scorre indifferente alla lezione di Storia Del Vecchio Mondo tenuta dalla professoressa Fusco.
-Era così terribile questa legge?- siamo nel 2038, le nuove generazioni hanno dimenticato l'orrore di quei giorni. Vivono in un mondo migliore e libero, pensa Anna Fusco.
-Si Paolo, per quei tempi era una legge inumana- dice guardando negli occhi il suo studente – Ma necessaria, come lo furono molti provvedimenti del Governo Mondiale.- aggiunge rivolgendosi alla classe.
-L'applicazione della legge 314 prevedeva un limite massimo all'utilizzo della connessione internet. Furono adotti motivi di salute ma le principali ragioni, come sappiamo adesso, erano legate a fattori economici e sociali.-
-Era davvero così dannoso potersi connettere per più di un'ora?- chiede un altro studente.
-Nel punto di massimo splendore dell'era di internet era possibile restare connessi per tempi illimitati. All'epoca era visto come il più grande progresso dell'umanità di quegli anni: migliaia e migliaia di persone collegate continuamente l'una all'altra attraverso la tecnologia. Alcuni la definivano la nuova intelligenza collettiva dell'umanità.- Anna si ferma aspettando l'immancabile obiezione.
-Non mi sembra così male prof. Se noi riusciamo a fare tutte queste cose in un ora loro con tutta la giornata a disposizione...-
-...non riuscivano a concludere niente.- completa Anna. La classe è ammutolita. -L'umanità si stava instupidendo sempre di più attraverso un continuo uso della rete internet. La maggior parte della gente passava intere giornate davanti al computer o collegata col telefonino intenta in attività futili. La rete traboccava di siti inutili e cercare un'informazione importante era un impresa a causa di tutto il ciarpame che intasava le barre di ricerca. Anche siti all'apparenza utili come Wikipedia stavano producendo danni enormi alla cultura di base di ogni cittadino.-
-Poi cos'è successo?- chiede Paolo.
La lezione riprende.

Le prime vittime della legge 314 furono i forum. Sparirono come dodo nell'arco di una settimana nell'indifferenza generale. Poco dopo i siti pornografici si riunirono in un unico grande portale diventando uan superpotenza della rete. Twitter, tumblir, istagram si estinsero quando la gente si rese conto dell'inutilità di condividere materiali futili quando nessuno aveva più il tempo di andarli a guardare. Le liti online calarono drasticamente. Facebook venne usato sempre meno per la vita privata e sempre più per motivi di lavoro e pubblicitari.
Nel globo la produttività media schizzò alle stelle grazie a dipendenti finalmente concentrati sul proprio lavoro. La pirateria online divenne praticamente impossibile venendo a mancare la possibilità di collegarsi per ore per scaricare episodi di telefilm e film attraverso piattaforme traballanti. La televisione si adeguò attraverso servizi on demand di nuova generazione.
I complottisti trovandosi a scegliere tra un'ora di porno o un'ora di strambe teorie online preferirono di gran lunga i primi. BeppeGrillo.it portò avanti una strenua resistenza combattuta a colpi di petizioni online e post al vetriolo che però pochissimi si presero la briga di leggere. Beppe Grillo in persona si incatenò davanti alla sede del governo locale nell'indifferenza generale.
Con una singola ora a disposizione la gente si trovò costretta a decidere cose veramente era importante seguire su internet. Per il 75% della popolazione la risposta a questo dilemma era “porno”.
Nella vita di tutti i giorni si ebbero i cambiamenti più sconvolgenti. Senza nessuno che potesse aggiornare Wikipedia le persone tornarono ad affidarsi ai libri. Senza giochi online e Whatapp la gente riprese a conversare al bar o in metropolitana.
Addirittura gli aspiranti fumettisti smisero di scrivere idiozie un tanto al chilo sui propri blog e si concentrarono sul proprio lavoro...

-Incredibile!- dice Paolo.
-Eppure è bastata l'applicazione di una semplice legge. Una legge osteggiata dalla popolazione per giunta.- dice la professoressa Fusco.
-Si ma io non ci credo- dice una ragazza.
-Maria, questa è storia, è successo...-
-No, non dico che non credo a tutto. Solo alla cosa sugli aspiranti fumettisti. Non è possibile che tutti si siano messi a far bene.-

-In effetti... gli storici concordano che un tal Stefano Ficca abbia continuato a sprecare il suo tempo invece di mettersi a lavoro.-

giovedì 18 luglio 2013

Wannabe



Sono tempi illuminati questi. La gente va a vedere film tratti dai fumetti e li apprezza, tutto quello che ci ha fatto deridere in gioventù sta entrando nell'immaginario collettivo. C'è speranza.
Nel giusto ambiente e con una sapiente dose di mezze verità uno come me può addirittura far credere al mondo che si, faccio lo sceneggiatore! Creo mondi, invento storie e tutta quella fuffa che fa da contorno ad un lavoro del genere. Se hai un po' di fortuna a queste dichiarazioni ci possono essere dei seguiti. Magari una platea, preferibilmente composta da una sola persona di sesso femminile non che chiaramente disturbata. Le bugie funzionano perché l'altra persona vuole crederci. E così, con qualche aneddoto inventato o rivenduto e qualche cara vecchia fesseria (tipo “Ma davvero adori Dylan Dog? Pensa te di recente hanno preso una mia storia ma la pubblicheranno solo tra qualche anno.”
grazie ai social network puoi vantarti di conoscere Questo o Quello. Puoi fare tante buone impressioni tra le studentesse meno furbe delle scuole di fumetto. Finché si rimane sulla prima impressione basta la forma. La sostanza è secondaria. Il tuo piccolo ego si può nutrire felice.

Poco importa che il foglio è bianco da almeno sei giorni. Sei stato occupato. Pianificare, progettare, decidere. Impieghi più tempo a cosa farai quando sarai famoso che a come diventarlo.
Pagamenti a un anno con percentuale sulle vendite, racconti d'amore per Confidenze, concorsi di fumetto che non vinciamo mai.
Perché “siamo talmente avanti che il mondo non ci capisce!”

Intanto non ci sono i soldi, un'altra volta. Non si va in vacanza, un'altra volta. Ad Agosto sei sepolto in casa con le tapparelle abbassate ad inveire contro quelli che ci sono riusciti. Com'è possibile? Uno come Quello scrive 'sta roba e a te nessuno ti paga? Quell'altro poi deve essere raccomandato, se no non si spiega.
“mi a detto un amico di mio cugino che Coso in realtà è il nipote di Tizio. L'ha letto su internet.”

Tutto spiegato è un complotto.

“e Zerocalcare allora?”
“Beh, quello ha solo avuto culo che la gente ride di tutte le minchiate. Quelle strisce potevo farle io. Le facevo pure meglio.”
“E perché non lo hai fatto?”
Silenzio.

* * *

Metro A, Roma. Due e trenta di pomeriggio la maglietta grigia ha guadagnato nuove tonalità scure solo grazie al sudore. Il pantalone della tuta è nero ma è coperto di terra e da frammenti d'erba lasciati lì dal tagliaerba. Faccio così schifo che i barboni della Metro B mi hanno scansato disgustati.
Sono un aspirante sceneggiatore. Non posso ancora fregiarmi di quel titolo se non riesco a pubblicare. Faccio la mia brava gavetta sognando quei tempi mitici in cui potrò mangiare con i frutti del mio lavoro. Faccio finta che non ci siano in mezzo una decina di sottocategorie.
Per adesso falcio l'erba, poto le siepi e mi faccio bastare i buoni pasto. Un giorno a qualcuno piacerà qualcosa e farò il botto come Quello o Quell'altro.


Le bugie migliori sono quelle a cui vuoi credere.

mercoledì 17 luglio 2013

L'unico vero nemico



Tanto tempo fa su una collina adesso dimenticata da tutti in un momento storico in cui registrare lo scorrere del tempo è superfluo. La storia dell'umanità al momento si può riassumere con “le tigri hanno provato a mangiarci e noi siamo scappati”.
È un epoca strana in cui l'intelligenza sta muovendo i suoi primi passi aiutando l'uomo a risolvere questioni pratiche come cacciare, proteggersi e sopravvivere alle bestie. Dopo l'invenzione del fuoco, del bastone appuntito e dei vestiti gli uomini scimmia si trovano ora ad affrontare il più tragico avvenimento della loro storia. L'unico evento che segnerà per sempre la storia umana portando con se catastrofi, tragedie e domande senza risposta.

Un uomo scimmia, nel primo vero momento di relax della storia sale su una verdeggiante collina ai margini dell'accampamento. È un errore e lo sa. Non ci si allontana mai dal branco perché da soli si muore. Ma a questo uomo scimmia in particolare non importa. Si allontana salendo oltre il fumo acre del fuoco sempre acceso. Lì dall'alto nota qualcosa e senza farci molto caso solleva la testa.
Vede un bagliore, poi un altro. Continua a sollevare il viso verso il cielo distendendo la schiena ingobbita. Senza rendersene conto si ritrova in posizione eretta a fissare il cielo stellato con la bocca spalancata per la meraviglia.
È successo, non si può tornare più indietro, la mente semplice dell'uomo scimmia fissa l'oceano di stelle elaborando pensieri confusi e contraddittori. In quel turbinio di proto-intelletto affiora una domanda.
Perché?

In quel momento le domande entrarono nel mondo reale: Chi siamo? Dove andiamo? Cosa sono quelle luci nel cielo? Perché moriamo? E tante altre. Agli albori dell'umanità non esisteva la tecnica sufficiente per l'invenzione della televisione. Per l'uomo scimmia era impossibile sedersi sul divano e dire “chi se ne frega”. Con le capacità di allora si corse ai ripari.
Fu così che nacque la Filosofia.

Fin dagli albori del tempo l'umanità non è mai riuscita a liberarsi dell'equivoco vissuto dai primi pre-umani. Secondo le loro giovani menti ogni problema o mistero poteva essere risolto con un semplice esercizio di logica e ragionamento.
Tuona? È il dio del cielo che scorreggia. È logico.
Il sole tramonta? Beh, come tutte le cose dell'esistenza anche lui deve riposarsi.
Filosofia: la risposta a qualsiasi domanda seguendo solo la logica dei ragionamenti. Come un forum su internet dove tutti dicono una cosa intelligente e nessuno si offende. Ferrea logica e basta.
Peccato che Asimov in alcuni suoi racconti abbia dimostrato che la logica non esiste se non si stabiliscono dei presupposti comuni.

“Assunto che il Sole è una sfera di fuoco che..”
“No. Il Sole è l'occhio benevolo del dio Azakatarprak!”
“no. È un insieme di idrogeno ed elio supercompresso che...”
“si, ok. Però qui si discuteva se è lui a girare intorno a noi o il contrario.”

FILOSOFIA 0 – LETTERATURA 1

La filosofia è andata avanti così per secoli finché un giorno ad un tizio non venne un'idea: “Gente ma se andassimo a guardare?”
E' un evento simbolico. Ma in tutte le branche del sapere un giorno un tizio si è svegliato e ha fatto il San Tommaso. Ed improvvisamente la filosofia aveva assunto gran parte del suo compito: sono nati i fisici, i chimici, i medici.
Tutto merito della filosofia ma adesso il suo lavoro è finito.

Peccato che noi, poveri uomini scimmia, ci siamo rimasti affezionati come la grassona alla sua minigonna taglia 38.

Dicono: “la filosofia aiuta a pensare” oppure “è la madre delle scienze” o ancora “ti da tante opportunità ed apre la mente”.
Per me l'unico vantaggio della filosofia è che se ti ci iscrivi all'università hai una scusa da dare in famiglia per non trovarti un lavoro. Nella mia personale scala dell'inutilità solo una facoltà è più infima e dannosa: Sociologia.

Qualcuno potrebbe obbiettare: che ne sai tu dall'alto delle tue 3 bocciature, del tuo diploma risicato e della tua cronica idiozia?
Lo so attraverso lo spirito di osservazione. Lo so perché nelle code ai centri per l'impiego dal nome altisonante spesso qualcuno si dichiara filosofo davanti alla faccia mesta dell'esaminatrice. Lo so perché l'unica persona vagamente realizzata che conosco a fregiarsi della laurea nella scienza inutile era la direttrice del supermercato dove lavoravo. E il motivo per cui stava lì dentro non aveva nulla a che fare con la sua laurea.

L'unica risposta che è rimasta da trovare alla filosofia è La Risposta alla domanda definitiva: chi siamo? Dove andiamo? Che senso ha tutto questo?
L'unica domanda che è rimasta alla filosofia è la domanda definitiva sulla vita l'universo e tutto quanto. Peccato che intanto Douglas Adams abbia trovato la Risposta.
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FILOSOFIA 0 -LETTERATURA 2


fischio finale e tutti a casa o almeno a cercarsi un lavoro vero.

sabato 13 luglio 2013

Pacific Rim recensione eretica



Visto ieri e ancora con le immagini in mente sento il dovere di fare alcune fondamentali premesse. C'è molto di cui parlare e non ho ben chiaro come farlo.

Premessa 1: quando, mesi fa, sono iniziati a girare i trailer io personalmente sono impazzito. Chi ha la sfortuna di seguirmi abitualmente qui e su facebook lo sa. Sono diventato leggermente monotematico per buona una settimana. Perché? Beh, che diamine: robottoni contro mostri. È il sogno di una vita.
Da un film del genere non si deve pretendere molto, basta una motivazione plausibile per far iniziare a volare gli schiaffi e, soprattutto, un'epica: l'eroe deve essere un cazzo di eroe, la minaccia deve essere una cosa che la senti incombente e pericolosa perché, dopo le spiegazioni, se c'è qualcosa che non va in uno di questi due punti i paccheri ai mostri perdono significato. L'epica è fondamentale (almeno per me) in questo tipo di film perché è la cosa che fa la differenza. È grazie a lei che durante il crescendo del film ti aggrappi alla poltrona sperando che l'eroe riesca. Senza epica metà del divertimento va fuori dalla finestra.

Premessa 2: gente più fortunata di me ha avuto la possibilità di vedere il film prima che uscisse, altri l'hanno visto già giovedì mettendo le loro recensioni. Facciamo una rapida rassegna stampa.

-Roberto Recchioni sul suo BLOG dice che è il film del secolo gli da un 10 pieno e fa paragoni con Star Wars. Ma a Recchioni è piaciuto lo Hobbit (che a me a fatto cacare a spruzzo).
-Recchioni, Zerocalcare e Bevilacqua fanno QUESTA simpatica recensione a fumetti. Che almeno ti fa ben sperare per i livelli di esaltazione.

-Doc Manhattan su quella piccola perla del suo BLOG dice grossomodo: un film che fa impazzire i neuroni del nerd medio, ci sono un paio di puttanate qua e la ma vai talmente in brodo di giuggiole che non ti interessa. E del Doc ti fidi perché spesso ti ci trovi d'accordo.

-Ore prima della visione apro per puro caso il profilo Twitter di Nebo, quello di BAGNI PROELIATOR, che a colpi di post si è guadagnato il mio rispetto e la posizione di guru personale (se siete in ufficio o non avete un cazzo da fare leggere il suo blog è un toccasana per l'anima). Comunque il suo ultimo tweet è:

Ve lo dico con la morte nel cuore: Pacific rim è una merda.

E' a questo punto che inizio ad avere paura mentre mi avvio al cinema.

Andiamo subito al punto. Com'è il film? Fedele alla premessa: robot giganti contro mostri giganti. Visivamente è un capolavoro tutto è fatto ed inquadrato con un senso. I mostri sono grandi, i robot picchiano duro e tutto l'immaginario che ti aspetteresti di trovare in un film del genere c'è. Si va da pezzi presi a piene mani dall'immaginario di Lovecraft passando per i cartoni giapponesi fino ai film di mostri. Il design di kaiju e Jager è uno spettacolo (anche quella specie di lattina con le braccia del robot russo).
Le musiche sono ispiranti, le inquadrature ti trasmettono tutte la potenza degli avvenimenti ogni singolo cazzotto viene mostrato per quello che è: una massa di ferro che spacca le cose con violenza.
La sequenza di presentazione iniziale è incredibilmente ispirata in una ventina di minuti ti dice quello che devi sapere senza lanciarsi nello spiegone e lasciandoti anche vedere qualche botta. Molto dopo l'altra sequenza che mi darà speranza per il film è il passato della giapponese. Stupenda (oscar per la bambina please). C'è un omaggio a Jeeg robot d'acciaio che ti fa fremere tutto. E non è certo l'unica ma per me la più plateale e figa.

Sarebbe stato un capolavoro pieno se non fosse che ad un certo punto mentre facevano il film
lo sceneggiatore ha preso freddo alla pancia e si è chiuso in bagno lasciando solo una scaletta a quelli che continuavano.
Si, perché ad un certo punto iniziano a piovere puttanate.

Vabbuò però ci sono le botte no? Non quante si creda, alcune anche abbastanza superflue. A dirla tutta se cerchi si Youtube “Pacific Rim” e ti guardi i 3-4 trailer che ci trovi ti sei visto un buon 80% delle mazzate del film.
Per come la vedo io ad un certo punto l'effetto epico del film costruito nella presentazione crolla e man mano che si avvia verso la conclusione vai perdendo interesse per la sorte dei personaggi.
Il biondo è abbastanza anonimo.
Il nero ha qualche guizzo qua e là.
Gli altri piloti praticamente dicono 3 parole in tutto il film.
La giapponese è l'unica che mi ha coinvolto un po' di più ma lei è la coprotagonista femminile in un film in cui il carico epico ricade sull'anonimo biondo.
C'è parecchia amarezza. Se si pensa che in Top Gun si è riuscito a dare un'epica a dei piloti di caccia e qui con gente che picchia mostri giganti pilotando robottoni c'è tanto anonimato nell'aria.

Uscito dal cinema e ripensando alle recensioni ho avuto il dubbio di aver sbagliato sala, perché veramente non mi ci ritrovo con quello che esce dalle recensioni. senza ironia, magari sono io che non capisco o non colgo qualcosa. magari ho degli standard troppo alti.

 Ma prima che mi crocifiggiate in piazza per la mia eresia andiamo a vedere un attimo nello specifico alcune cose. Che magari non sono pazzo io.




ATTENZIONE DA ADESSO VADO A RACCONTARE SCENE DEL FILM

SPOILER

HO DETTO SPOILER



Da un portale dimensionale escono mostri giganti, vengono costruiti grossi robot detti Jager pilotati da una coppia che deve sincronizzarsi attraversi i ricordi. Peppe il Biondo è il nostro protagonista che pilota Gipsy Danger con suo fratello. Nella presentazione ti spiegano come i Kaiju (i mostroni) continuano ad arrivare e sono sempre più grossi e più potenti. Peppe il Biondo e suo fratello finiscono contro uno di questi cosi nuovi e vengono riempiti di mazzate. Il fratello del biondo muore e lui ci rimane di merda.
A questo punto veniamo a contatto con la prima puttanata del film:in pratica in tutto il mondo i jager stanno prendendo botte dai Kaiju e i governi decidono che il progetto non sta dando i frutti sperati e va chiuso per dirottare risorse su altre idee più funzionali.
Stacco, passano 5 anni e ci mettono al corrente della grande-idea-che salverà-il-mondo. Visto che un robot di 40 metri pieno di armi non riesce a fermare i nuovi Kaiju le risorse del governo vengono dirottate sulla costruzione di una muraglia intorno al pacifico. E non fraintendete, non un muro di cemento armato e acciaio pieno di lanciamissili, armi pesanti e altre diavolerie per respingere i Kaiju. No, niente postazioni militari, solo un muro.
Muro che (sorprendentemente) viene buttato giù in due secondi dal mostrone di turno. Fortuna vuole che un jager pilotato da Biondo Antipatico e Padre riesce ad abbattere il Kaiju.
A questo punto si decide di riaprire il programma Jager permettendo al Comandante Negrone di continuare ad usare i robot rimasti. Parte una mezzora di presentazioni di base e personaggi in cui si decantano le qualità e la potenza dei jager rimasti: uno dei cinesi, uno dei russi e quello di Biondo Antipatico. Senza considerare quello del nostro protagonista.

Questa parte va che è un piacere. Vedi l'addestramento di Peppe il Biondo e al sua copilota Asiatica, nascono aspettative perché nelle presentazioni si premurano di dirti che gli altri equipaggi sono cazzutissimi.
Intanto 2 scienziati ci snocciolano un po' di informazioni che si riassumono con: gli attacchi diventeranno sempre più frequenti e i kaiju sono creati da una razza di alieni che vuole conquistare la Terra e ucciderci tutti. Trovano anche un mezzo piano per chiudere il portale e per il resto del film faranno cose superflue per inserire qualche spiegazione in più.
Peppe il Biondo e la tipa Asiatica nel frattempo un po' mezzo si innamorano e quasi fanno saltare la base quando si collegano al loro jager. Qui abbiamo una delle belle scene del film: il flashbeck col passato della tipa Asiatica.
Ma non ci interessa perché due Kaiju stanno per attaccare e altri momenti puttanata ci attendono.
Il Comandante Negrone schiera tutti i jager tranne quello dei nostri eroi perché tipo due minuti prima stavano per far saltare la base.

I cinesi e i russi vanno a menarsi. Biondo antipatico e Padre stanno di seconda linea. È notte, arrivano i mostri e tu stai bello fremente perché ora si menano e le aspettative sono assai.
Il combattimento va così:

i cinesi fanno in tempo a fare una posa plastica e una presa da wrestling e poi vengono brutalmente uccisi.
I russi che, ricordiamolo, sono stati presentati come gente cazzutissima su un jager che è la quintessenza della violenza, riescono a sollevare un braccio per dare un cazzotto e poi muoiono.
Le seconde linee fanno per intervenire quando uno dei Kaiju usa una scarica ECM che fa saltare tutti i congegni elettrici in città.
Tu in poltrona pensi “vabbuò game over è finito il film e vincono i mostri”

la scena è più o meno:
-Signore i circuiti elettrici sono fottuti! Ci vorranno almeno 2 ore per rimetterli in sesto!-
-dannazione!- fa il comandante Negrone.
-Signore, faccia uscire noi, possiamo farcela!- dice Peppe il Biondo e poi aggiunge -Gipsy Danger è analogico!-
i due si guardano e poi il comandante da la sua benedizione per far uscire il nostro robottone protagonista.

In sala io e i miei amici abbiamo solo un dubbio: “analogico”? Nel senso che per interfacciarti al robottone condividere le menti e tutta quella fuffa lì non ti servono i circuiti elettrici? Mi stai dicendo che il reattore nucleare che muove il tuo robottone funziona a pistoni e ingranaggi come un motore disel?
Ok, lo capisco che serve una scusa per far fare ai protagonisti la parte di quelli che salvano tutto però così a noi pubblico ci tratti da fessi.

Il combattimento fila liscio e senza intoppi ne senso che ce lo si gode come è giusto che sia quando un robot gigante si mena con dei mostri giganti. Schiaffi distruzioni e quant'altro. L'unico dubbio forte che salta fuori è il seguente: perché usare una petroliera come una clava quando hai delle grosse lame taglienti che escono dagli avambracci?
Perché è figo!
Ah ok.

Comunque i mostri sono sconfitti con buona spettacolarità e dopo la scena più inutile del mondo e un po' di cazzabubbole tecnologiche si viaggia verso il finale.
Chiudere il portale, ma come? Seguendo la regola Aurea: se non usi un atomica non sei nessuno.
Il piano è: andiamo lì buttiamo una bomba atomica nel portale e quello collassa e si chiude. Peccato che due enormi Kaiju si siano messi di guardia.
Avanti veloce con un po' di botte senza infamia né lode (tranne per un Kaiju che si fa tagliare in due nuotando diritto diritto sulla spada di Gipsy Danger) esci un mostrone ancora più grosso Lo picchiano e arriviamo al punto culminate del film: Sganciare la bomba.
Ovviamente il meccanismo non funziona perché sappiamo costruire robot di 40 metri ma è dai tempi di Armageddon che non riusciamo a fare un arma che non si inceppi nel momento cruciale del film costringendo qualcuno a sacrificarsi per la causa. A questo giro tocca al Negrone e ad un redento Biondo Antipatico sacrificarsi per permettere ai protagonisti di lanciarsi nel portale e usare il reattore del loro Jager come atomica di riserva.
E ovviamente anche questo si inceppa costringendo Peppe il Biondo ad andare a premere e svitare personalmente tutte le vitine e i bottoncini.
Ma sangue di Mazinga! Non dico che deve filare tutto liscio ma almeno potrebbe essere un pelo meno prevedibile. Per dire la scena è:

Gipsy Danger sta precipitando nel portale abbracciato al Kaiju gigantesco. Asiatica è in debito d'ossigeno e non ci serve. Peppe il Biondo sta facendo la procedura di autodistruzione ma dal corpo del Kaiju escono dei mostri più piccoli che entrano nel robottone dando un po' di drammaticità alla scena così che il Biondo per premere quel bottone e salvarsi deve sbattersi un po'.

Comunque chiudono il portale Peppe e Asiatica si salvano tutti stappano lo spumante. Nell'ultima scena ti fanno anche vedere che in effetti i due protagonisti hanno smesso di flirtare e mò si baciano.
Fine.
Mah.

Voto: 6 perché comunque sono robot giganti contro mostroni e nonostante si siano dimenticati tutto il resto la veste grafica da sola fa la sufficienza.


PS.: ma la traduzione di “Gipsy Danger” è “zingaro pericoloso”? No, perché potrei ridere per una settimana.

venerdì 12 luglio 2013

Fumetti a caso: DMZ


di Brian Wood e Riccardo Burchielli

Attentati suicidi, squadroni della morte, rastrellamenti, guerriglia urbana, milizie di strada, complotti, bombardamenti, ONU impotente, media corrotti, fanatici.
Cos'è l'Iraq?
No è Manhattan, la De-Milited-Zone (DMZ).

Le premesse.
L'America è in guerra con se stessa. È da cinque anni che parte della popolazione si è unita alle forze degli Stati Liberi, un esercito intenzionato a prendere il potere contro un governo che, secondo loro, non fa più gli interessi degli americani. La guerra è andata avanti per anni ed ora è in stallo in tanti piccoli punti. Il più importante di questi è il fronte di New York: gli Stati Uniti da una parte gli Stati Liberi dall'altra e in mezzo la terra di nessuno conosciuta come la DMZ ovvero la fù isola di Manhattan con i suoi abitanti.



Il gancio.
Brian Wood (lo sceneggiatore della serie) ci introduce in questo mondo folle attraverso Matthew Roth, un giovane cazzoncello che per tutta una serie di motivi si ritroverà ad essere l'unico giornalista indipendente in grado di trasmettere dall'interno della DMZ. Matty è un personaggio particolare che segue il suo percorso di crescita da stronzetto ignorante fino a persona consapevole passando per tutte le declinazioni intermedie. Per buona parte della storia vi darà ampi motivi per odiarlo. Altre volte, invece, darà grandi soddisfazioni.

Il primo incontro tra Matty e Zee

Intorno a lui si muove un piccolo cast di comprimari, prima tra tutti Zee una ex-studentessa di medicina che si è improvvisata medico della DMZ da quando sono iniziate le ostilità. Zee è un'integralista pacifista di quelle con cui non ci puoi avere MAI ragione su nessun argomento. Perché lei la sa più lunga di tutti. Quindi è naturale che il nostro Matty se ne innamori. Poi ci sono glialtri: Wilson, un boss della mala cinese con sogni di grandezza; i genitori di Matty, entrambi invischiati nella guerra; e poi tutta la varia umanità che passa da un estremo all'altro dei due fronti in guerra.


L'impatto.
La cosa che mi sorprende di più di questo fumetto è l'impatto emotivo. Siamo italiani per noi l'America è quel posto dove nascono i film e le serie tv. Ma resta fortissimo l'impatto emotivo di vedere una New York devastata dai bombardamenti e dagli scontri a fuoco. Pensate l'effetto che deve aver fatto agli americani. Il sapore della DMZ si riassume tutto con una scritta sul muro che appare nelle prime pagine “ogni giorno è l'11/9”. Wood e Burchielli ci marciano sopra il più possibile: ogni scena cerca di trasmettere questo spaesamento, questo orrore. Non te lo sbatte in faccia ma lo percepisci.



Liberty News.
La guerra è una faccenda di propaganda, ancora di più la guerra civile. Liberty News è il network principale della propaganda americana. Matthew lavora (sulla carta) per loro. Le notizie sono trasmesse e manipolate da loro. In questi tempi di guerra il network è praticamente un istituzione politica che partecipa attivamente alle manovre militari. I commenti del notiziario di Liberty News accompagnano tutta la serie, solitamente nelle aperture e nelle chiusure delle storie, narrativamente fanno il punto della situazione ma omettendo qualche particolare o dando la lettura più conveniente degli avvenimenti che si sviluppano nel fumetto. E sono dei pezzi di merda. Dal primo all'ultimo.
Per avere un idea di com'è Liberty News prendete il Giornale mischiatelo al Tg1 e a Sky news poi immaginate cosa scriverebbe se fossimo in una guerra civile.

La storia
Tranne qualche eccezione ogni volume di DMZ copre una vicenda autoconclusiva. La narrazione segue il filo dei pensieri di Matty che ci racconta le varie fasi della vicenda in didascalia facendo da contraltare alle notizie di Liberty News. Le vicende seguono quello che potrebbe essere un filo conduttore realistico. Vediamo Matthew fare le sue prime inchieste e prendersi i contatti, poi lo vediamo alle prese con alcuni scoop che potrebbero stravolgere le sorti della guerra fino ad arrivare alle “libere elezioni”. Oltre a vedere il percorso personale di Matty seguiamo anche le vicende dei comprimari e della DMZ stessa. Ogni storia aggiunge un pezzetto sulle origini della guerra civile e sugli eventi che si sono svolti in precedenza. Ad un certo punto poi, quando ci si è quasi abituati alla struttura indagine di Matty-complotto-soluzione la storia cambia iniziando ad evolversi verso il finale della serie. Non mi dilungo perché poi è brutto svelare le cose alla gente.



I temi.
Non è nemmeno troppo misteriosa la tematica pacifista della serie, anzi ci viene proprio sbattuta in faccia un paio di volte da qualche dialogo (tipo “in guerra ci sono sempre 2 fazioni: i soldati e i civili”). Altra cosa che salta subito all'occhio è l'opinione generale sui media e sul governo, ma in generale verso l'autorità. Ovvero che sono tutti delle merde e chi non lo è sta solo aspettando l'occasione per diventarlo.
Questo può essere un difetto per alcuni, DMZ ti manda un messaggio chiarissimo ma che è lo stesso che ti potrebbe dare un punkabbestia delle superiori: il governo è cattivo, la televisione mente, le multinazionali sono perfide, la guerra è brutta e inutile e, dulcis in fundo, la povera gente ci sta in mezzo senza avere voce in capitolo.
A difesa di Wood c'è da dire che il fumetto nasce e si sviluppa negli anni di Bush e della guerra al terrore con tutto quello che ne consegue. A ben vedere le tematiche sono quelle che vanno per la maggiore in quel momento.

I disegni
Discorso tutto a parte per il disegno Riccardo Burchielli (che io ho identificato solo molto dopo essere italiano e non un italo-americano) fa un lavoro che lascia a bocca aperta. Il suo stile di disegno sporco e un po' deformato da un idea perfetta del mondo di DMZ non ci sono facce perfette ma smorfie, denti storti. I paesaggi sono brulli, malfamati. In ogni vignetta Burchielli si premura di inserire qualche elemento disturbante che trasmetta il degrado in cui striscia la serie: una macchia di sangue lì, un cumulo di rifiuti là, cadaveri, vetri rotti e tutto quello che serve. Anche nelle scene più movimentate il suo disegno riesce a trasmetterti l'emozione del momento che sia stupore, tristezza o anche semplice empatia. Ogni tanto nel corso della serie arrivano altri disegnatori, solitamente per le storie brevi che non riguardano la trama principale ognuno di loro ha un suoi stile particolare ma se dovessi definire con una parola tutti i disegnatori li definirei “writers”.
E poi le copertine! Dio mio! Le copertine!



In conclusione.
Si tratta di una serie che merita. Io personalmente l'ho comprata a letta tutta di botto in 2 giorni. La storia è coinvolgente ti tira in avanti con la curiosità di scoprire altri pezzi di questo scenario folle e apocalittico che Wood e Burchielli ci dipingono numero dopo numero. In ogni pagina ritrovate riferimenti al mondo reale alle situazioni sempre eternamente uguali che si presentano nelle guerre in quei paesi di cui a stento sapete pronunciare il nome.

Non è un capolavoro con la C maiuscola ma come minimo è un must have.

lunedì 8 luglio 2013

World war Z: racconto di seconda mano



Non ho ancora avuto il tempo di spendere i miei bravi 8 euro per questo film, probabilmente lo toglieranno dalle sale prima che io mi decida. Ma comunque un film che alla voce “trama” dice qualcosa tipo: “apocalisse zombie”. Suscita comunque il mio interesse.

 Una sera a Napoli, zona Vomero fuori alla paninoteca di Luca si chiacchiera.
-Quindi alla fine ci sei andato al cinema?- chiedo io.
-Si, siamo andati io e Lisa.- fa poco convinto -Tu l'hai visto?-
-Non ancora. Mi sa che aspetto lo streaming.-
-Sinceramente? Questo film avanza proprio.-
-In che senso?- Sono perplesso sia Luca che Lisa amano e idolatrano ogni cosa in cui presenzi Brad Pitt.
-Che non aggiunge e non toglie niente: zombie che corrono, gente che muore, lui che è un figo.-
-Si ma il film com'è?-
Luca prende una lunga boccata d'aria, si fa pensieroso.
-Allò, ti dispiace se ti racconto il film?-
-Stai parlando con quello che si va a vedere l'ultima pagina di un libro prima di iniziare-
-Ok.-

PER TUTTI GLI ALTRI: ATTENZIONE SPOILER
Ovvero
si raccontano alcune scene del film e il finale.







-Prima di tutto praticamente non inizia.-
-Eh?-
-Non è che ti fa vedere una cosa graduale o che cazzo ne so io. Hai presente il trailer?
-Si.-
-Quella scena in cui sono tutti nel traffico, lì iniziano ad arrivare gli zombie. Un vigile fa “scappare i zombie!” e poi questi cosi arrivano. Ma prima non si è visto o accennato niente. Nelle scene precedenti manco mezza parola.-
-Quindi gli zombie spuntano come gli aggiornamenti di Windows?-
-Esatto! All'improvviso e senza un perché.-
-Comunque, vabbè, lui prende la sua famiglia scappano un po' poi lo salvano e inizia la parte che ti interessa. Tieni presente che lui (Brad Pitt) è un figo che fa tipo l'osservatore ONU. Sa un sacco di fatti. È uno talmente figo che ha sgamato da solo i crimini di guerra in non mi ricordo dove. Comunque l'importante è che lui scopre le cose e il film ti dice che è uno furbo.-
-Ma ovviamente è un idiota?-
-Lasciami fare. Per farla breve lo salvano a lui e alla famiglia, lo portano su una nave dove si stanno riorganizzando gli americani e qui gli dicono “ok Brad mò tu vai in missione per noi e se non lo fai ti prendiamo la famiglia e la buttiamo a mare che ci serve spazio.”-
-Una forte motivazione.-
-Si guarda, dopotutto l'unico motivo per cui lui ha famiglia è che serve una scusa per mandarlo in giro per il mondo. Ad ogni modo lui accetta e gli spiegano la missione: deve andare in giro a trovare il paziente zero. Ovvero il tipo da cui è partita l'infezione. Gli danno una squadra di militari con scritto “cadavere” in fronte e uno scienziato che ne sa troppo più lui e lo mandano a caccia di sto paziente zero.-
-In pratica gli dicono “Sai ci sono 7 miliardi di persone che stanno diventando zombie, c'è un'apocalisse mondiale e tu, si proprio tu, devi trovare uno zombie uguale a tutti gli altri in mezzo a questo macello. Zombie che ha l'unica qualifica di essere stato il primo a trasformarsi.”-
-Esatto. E magari mentre loro parlano lo zombie zero è già stato ammazzato da un passante o sta vagando in mezzo a una folla di suoi simili. Insomma un ottimo piano. Lui comunque non fa una piega e parte verso, mi pare, la Cambogia dove è stato segnalato uno dei primi casi. Tieni presente che hanno detto a tutti “fate attenzione allo scienziato che se muore lui tanto vale farci mordere tutti”. Atterrano con l'aereo in questo posto buio e...-
-...e zombie da tutte la parti.-
-No. Loro sbarcano dalla rampa arrivano quattro e dico quattro zombie. Loro combattono, lo scienziato si caca sotto scappa verso la rampa inciampa e muore.-
-Come muore?-
-Inciampa e si spara da solo.-
-Bello.-
-Comunque per farla breve trovano questo laboratorio con dei sopravvissuti che raccontano una roba truculenta con uno che si è trasformato e li ha uccisi tutti ma il narratore si ricorda che durante il massacro gli zombie ignoravano a un tizio (tizio ancora vivo seduto lì di fianco.-
-E come mai?-
-Lo chiede pure Brad. Quello gli dice “boh” e lui, da bravo super furbo che la sa lunga, fa “Eh vabbé peccato ora si è fatto tardi ciao. E se ne vanno.- Luca agita le mani -Ma dico io ma chi l'ha scritto 'sto film Paperino?! Che cazzo ma ti vuoi fare due domande? Te lo vuoi portare dietro a questo che pare immune?! Succede altre tre volte nel film e lui ogni volta fa “eh, quel tipo non lo attaccano, ben strano eh?” e poi se ne va come se non glie ne fottesse un cazzo a nessuno di essere immuni agli zombie.-
-Comunque girano mezzo mondo vanno ad Israele, fanno la scenetta degli zombie che scalano il muro e poi ripartono. Della squadra speciale sono rimasti solo lui e lei (la protagonista femminile). In un altra scena loro sono su un aereo e bell e buono uno zombie (queste macchine assassine che corrono e mozzicano e non hanno due grammi di furbizia) si è nascosto! E quando l'aereo è in volo inizia a fare una strage. Allora Brad che fa? Usa una bomba a mano sul fottuto aereo e via tutti a precipitare.- Luca si mette la mani in faccia come a dire “perché Dio, perché?”
-Per concludere vanno in Russia. Lì i russi gli dicono “avete presente quelli che gli zombie non si cacano? È perché sono malati terminali.-
-No aspè non ho capito.-
-In pratica l'infezione è un virus? Bene quindi il virus non attacca gli organismi che già sono infetti da altre cose.-
-Ma non ha senso!-
-In questo film si. Trovata la soluzione i militari iniettano ai soldati una malattia letale scelta a caso. Diciamo l'ebola. E poi li mandano a sterminare gli zombie. Lieto fine e tutti felici.-

Andiamo avanti per un'altra mezzora anche se non apportiamo niente di utile a questa strana recensione in terza persona. Io per ora so solo che mi è passata a voglia di vederlo.


mercoledì 3 luglio 2013

Pacific Rim – Ipotesi di trama



Ad una settimana dall'uscita ufficiale sono andato a rivedermi i trailer. Principalmente perché mi sta salendo una scimmia che manco Il Signore degli anelli. Perché? Nel bene e nel male questo film è la prima cosa genuinamente nuova che fa Hollywood.
Non è un remake.
Non è tratto da un libro.
Non è tratto da un fumetto.
Uno ha avuto un'idea, l'ha proposta, a qualcuno è piaciuta e hanno fatto il film. Una volta tanto la gente potrà giudicare senza nerd urlanti che dicono quanto il film è attinente all'opera di fantasia saccheggiata.
Nel bene e nel male è una novità. Ed il nuovo ha sempre quella marcia in più.

Detto questo. Mentre ero intento a vedermi in maniera ossessiva i trailer mi sono iniziato ad interrogare su come si svilupperà il film. Me lo sono immaginato in alcuni passaggio. Per altri ho qualche ipotesi.
Provo a scriverlo qui sotto perché non si sa mai che ne indovino qualcuna. Sapete, a dire “lo sapevo io” a film finito siamo boni tutti. Averlo effettivamente detto una settimana prima.
Beh, son soddisfazioni.

Cominciamo.

Si spengono le luci in sala.
Serie di spezzoni in stile notiziario: un impronta di un mostrone, varie frammenti video in crescendo fino ad arrivare al mostrone (Kaiju) che ribalta il ponte e viene attaccato senza successo dai militari.
Una voce narrante parla del varco dimensionale da cui escono i mostri.
Stacco.
Gente asiatica che scappa. È notte. Suona una sirena antiaerea. Inquadratura sulla baia della città.
Stacco.
Base supertecnologica due piloti entrano in quella che poco dopo si scoprirà essere la testa del robottone (jager). Uno è il protagonista, l'altro è un suo commilitone amico di quelli che ci si salva la vita a vicenda. Mettono le tutine si avvia il robot e in Nero che fa il comandante spiega che un Kaiju sta arrivando in città.
Stacco.
Il robottone viene scaricato nella baia da degli elicotteri. Un po' di botte il Kaiju viene abbattuto tutti felici e contenti.
Stacco ancora.
Parta di festeggiamento per la vittoria in parallelo vediamo una nave che porta via il cadavere del Kaiju per essere studiato. I piloti vengono salutati come eroi. C'è un sacco di ottimismo nell'aria.

Un po' di gente che parla: ci vengono presentati un po' di personaggi. Il protagonista un po' sbruffone, il comandante nero con 2 palle così, il genietto con gli occhiali. Si approfitta anche per far sapere allo spettatore che:
-Prima che si schierassero i robottoni l'umanità stava passando un pessimo quarto d'ora.
-con soldi internazionali si sono creati i Jager, uno per nazione.
-servono 2 piloti a jager, molto affiatati tra loro. Il principio è: il corpo umano è mosso da due emisferi di cervello, i robottoni da due persone molto affiatate (da qui il protagonista e l'amico suo). Più affiatati sono i piloti meglio risponde la macchina.
-la guerra coi mostroni è in stallo. ma ai piani alti si pensa che in fondo i Kaiju sono solo delle grosse bestie e loro sono militari furbi.

Le cose vanno tremendamente di merda quando i Kaiju iniziano ad attaccare in branco. È una novità e non è una bella cosa. vengono schierati più Jager contemporaneamente ma ci sono bestie di ogni tipo: volanti, che fanno agguati o che menano come fabbri.
L'escalation finisce quando salta fuori un kaiju capace di emettere un impulso elettro magnetico che spegne i Jager. Il nostro protagonista e il suo amicone si ritrovano in questa Waterloo dell'umanità. Com'è e come non è il Jager del protagonista viene distrutto l'amicone muore e lui si ritrova a km da casa.

Momenti di sconforto, il nostro eroe si avvia verso casa intanto assiste ad alcuni attacchi di Kaiju senza che la gente sia protetta dai Jager (la maggior parte distrutta o in riparazione.
Intanto alla casa base il genietto con gli occhiali e altri capoccia si fanno venire l'Idea: “Gente e se chiudessimo il varco nel pacifico?”
la gente lo fissa, viene organizzato un piano che coinvolge tutti i Jager rimanete. Il nostro eroe torna a casa in tempo ma è senza copilota e incazzato a bestia per la morte dell'amico. In condizioni normali non potrebbe manco pilotare ma visto che serve gente gli assegnano un nuovo copilota (la tipa asiatica). Lui la schifa e la odia perché non potrà mai essere all'altezza dell'amico suo. Ma invece un po' lo è. Anche se i due si punzecchiano una continuazione la loro sincronia è ottima.
Stacco un Kaiju di passaggio da l'occasione ai due di far vedere cosa sanno fare. In più il fatto di condividere i ricordi dentro al Jager li fa conoscere sempre di più fino al significato bibblico del termine.
Scontro finale. Un sacco di botte, robbottoni e pezzi di mostro che volano da tutte le parti. Se l'affinità tra due amiconi andava bene. La sincronia di loro due fa miracoli veramente. Ovviamnete i buoni vincono.

Sul finale c'ho il dubbio: chiudono il portale e tutti a casa a mangiar taralli e bere vino o qualcosa di più criptico che lascia aperte le possibilità di un sequel o anche solo il dubbio che non sia finita?

Beh, questo è tutto. in alcuni punti pare un po' scontato pure per me ma in fondo io sono solo uno che fa ipotesi mentre aspetta che si carichi la puntata dei Soprano.
Se per caso ci ho preso qualcosa e voi siete tra la fortunata elite che lo ha già visto. Non ditemi cosa dite solo una percentuale.

Libri a caso: l'uomo in fuga



Stephen King è uno che sa fare il suo lavoro. Oltre che essere affetto da un qualche tipo di disturbo ossessivo compulsivo che lo porta a scrivere tonnellate di materiale, questo racconto per sua stessa ammissione è nato in poco meno di tre giorni di lavoro, stampato così com'è e buona la prima.

Andiamo subito a vederci la trama riassunta per sommi capi:

in un futuro prossimo (2025) stato e televisione (la Tri-vu) sono praticamente una cosa sola visto che qualcuno hai piani alti si è accorto della sua capacità anestetizzante. I libri sono visti con sospetto e tutti credono ciecamente a quello che dicono alla Tri-vu. La società si divide in borghesi bene educati e coi soldi e orde di poveracci manovali sottopagati o direttamente disoccupati.
Ben Richerds è un fiero appartenente alla seconda categoria. Lavoro alla giornata, è povero in canna con una moglie che batte i marciapiedi e una figlia malata di un anno e rotti. Per quanto Ben sia una persona furba, intelligente ed autoistruita non riesce a tenersi un lavoro che sia uno a causa del suo temperamento supra le righe e delle sue idee su politica e lavoro.
Ma la piccola figlioletta sta morendo e servono soldi così Ben decide di provare a partecipare ad uno dei giochi a premi organizzati dalla Rete.
Con l'andar del tempo però i giochi televisivi si sono evoluti seguendo una vena di sadismo. Ci sono giochi come Afferra la pistola, in bagno col coccodrillo o lo squotiomente che puntano a menomare il concorrente per il la gioia del pubblico. Visto il suo carattere da sindacalista FIOM in un mondo popolato da Marchionni Ben viene selezionato per il più importante e letali dei giochi: L'uomo in fuga per l'appunto.
Come funziona? Alla prima serata in studio ti presentano come un sociopatico pericoloso. Poi ti danno una pacca sulla spalla 12 ore di vantaggio e dicono “scappa”. Per ogni ora che il concorrente sopravvive sono 100 dollari. Per ogni poliziotto o Cacciatore ucciso altri 100. se sopravvivi un mese si aggiunge anche un miliardo di dollari.
Problema: la rete ti da la caccia con i suoi uomini, la gente viene pagata in dollari sonanti in cambio dei tuoi avvistamenti e tu sei obbligato a inviare tramite posta 2 brevi filmati al giorno alla Rete se no te (o chi per te non vedrà i soldi).
Il gioco finisce alla scadere dei 30 giorni o, più probabilmente quando uno dei cacciatori o dei poliziotti ti uccide.
Ce la farà il nostro? Scopritelo che sono soli 10 euro.

Ora molti di voi avranno pensato a delle similitudini con quella ciofeca da sedicenni di Hunger Games. Solo che questo libro risale appena a 30 anni fa e ci risparmi tutte le menate di amore adolescenziale e idealismo che si porta dietro il più blasonato titolo.

C'è da dirlo subito: il libro è ben lungi dall'essere un capolavoro o perfetto. Tanto per dirne una la scusa della figlia malata è talmente abusata che tanto valeva dire “Ben partecipò perché così gli andava.” la storia scorre rapida perché priva di tutti i fronzoli che non siano puri avvenimenti. Niente monologhi interiori o pipponi esistenzialisti. Solo un uomo contro tutti.
Ed è questa la forza del libro.
Già intorno a pagina 20 tu lettore lo sai già che: nonostante nessuno abbia mai vinto, nonostante il gioco sia truccato e usato per eliminare persone scomode; lo sai che Ben sarà l'eccezione alla regola. Così come sai che in Hunger Games alla fine lui e lei si innamorano e vincono.

Nonostante questa prevedibilità di fondo il libro scorre che è un piacere e trascina con se il lettore durante la vicenda attraverso un gancio emozionale. È un uomo solo contro un sistema fatto per non essere battuto. Come fai a non tifare per lui?

O, come ha scritto Garth Ennis su Hellblazer “tutti sognano di fottere l'immensamente grande e cavarsela.”

C'è da dire che in alcune parti , verso il finale, la Sospensione dell'Incredulità mi ha battuto sulla spalla dicendomi:
-Oh, a me mi pare un po'... poi se per te va bene è ok eh. I soldi sono i tuoi.-
Ma va bene perché sulle pagine c'è un uomo che sta provando a fottere l'immensamente potente e tu non puoi far altro che tifare per lui.

In conclusione: 10 euro, 230 pagine circa. Piacevole e interessante. Sicuramente non è Il conte di Montecristo però fa quello che cerchi da un romanzo: ti appassiona e fa passare il tempo.



martedì 2 luglio 2013

Tecniche per tener viva l'attenzione creativa



il grande problema dell'era moderna (oltre al terrorismo, alla crisi alla fame nel mondo ai grillini alle guerre ed alla carestia) è il tempo. Non la sua assenza ma piuttosto un'errata gestione dello stesso.

Cosa che si esemplifica perfettamente in QUESTA striscia di Zerocalcare

Ipoteticamente siamo gente impegnata. Abbiamo un lavoro, una casa da portare avanti, relazioni da mantenere stabili e vita sociale da portare avanti per evitare che gli altri ci creda no degli sfigati. Bisogna aggiornare lo status di facebook, tweettare, aggiornare il blog, qualche foto non ce la metti?
Insomma non è facile trovare il tempo per sedersi lì a scrivere.
E questa è una situazione ideale.

Pensiamo in vece in maniera realistica. Viviamo fuori sede con genitori che pazientemente, mese dopo mese ci allungano i soldi nella speranzosa attesa che prima o poi ci laureiamo o magari troviamo un lavoro. Viviamo di piccoli espedienti mentre mettiamo costantemente in ordine le idee in attesa che i nostri meriti nel campo della creatività ci facciano arrivare dove meritiamo (di solito alla cassa di un centro commerciale). Abbiamo un sacco di idee ma confuse e incomplete.
Quelli di noi ce non sono ottenebrati dalle droghe leggere e dal mito dello scrittore dannato e strafatto. Sono troppo occupati a collezionare successi nel giochi di facebook per potersi mettere a scrivere.

Insomma non è una bella situazione ma la scienza, quella con la S maiuscola, ci viene in aiuto. Ricercatori che fino a poco fa erano occupati a cercare di capire il perché quando un uomo parla con una donna le fissa i capezzoli sotto la maglia invece degli occhi si sono ora dedicati al mostro annoso problema fornendoci così una soluzione.

[sfondo azzurro, un poster di due persone con un sorristo finto. Un uomo in camice siede dietro una scrivania fingendo di guardare dei fogli con dei dati. Sorride anche lui con un sorriso finto]
Studi scientifici svolti su un ampio campione composto da mia moglie, alcuni studenti in bar e il ragazzo che mi falcia il prato dimostrano come l'essere umano sia affascinato dall'atto di spuntare voci su una lista. Preferibilmente su un block notes. È stato dimostrato che persone pigre ed indolenti sono disposte a tutto pur di mettere una crocetta sulla lista. Addirittura fare quello che c'è scritto lì sopra.
Ogni donna che consegna una lista della spesa al marito intimamente sa che funziona così.

Grazie all'esperto parere dell'esimio dottor Passante ora sappiamo qual'è la soluzione: la sera prima di andare a letto prendete un block notes e scrivete sopra una bella lista, credibile delle cose da fare. Avete presente quei pensieri da insonnia tipo “domani mi metto a dieta” o “da domani si cambia” ma più concreti.

Per fare un esempio:
tot pagine di quella sceneggiatura
tot pagine di racconto
un soggetto

Ora è inutile mantenersi larghi scrivendo 50 cose che poi sicuramente non si faranno. Di solito il cervello non abituato dopo 3-4 ore di creatività si surriscalda. Tendo presente questo è bene mantenersi su una lista fattibile anche se corta rispetto ad una lista irreale. Per completare il tutto si inseriscono un paio di voci generiche tipo “fare il bucato” o “pulire la stanza” per avere qualcosa da spuntare invece di rimbecillirsi davanti al pc.
Ora succede il miracolo (o almeno con me funziona). Abbiamo scritto la nostra bella lista prima di andare a dormire. La lasciamo sulla scrivania e lasciamo fare il suo lavoro a Morfeo. Durante la notte il cervello parte per i fatti suoi facendo il suo lavoro. Anche se sulla lista avete scritto qualcosa di generico come “un soggetto di fantascienza”, senza avere idea di cosa scrivere, improvvisamente la mattina dopo li ritrovi con un idea di fantascienza che frulla per la testa.


Unite questo all'immensa soddisfazione di spuntare una voce sulla lista, come dice il dottor Passante, ed il gioco è fatto. Meno cazzeggio, più produttività. Appena capisco anche come ci posso fare dei soldi giuro che ve lo faccio sapere.