Tommy Lumino guarda per terra con aria
contrita davanti al boss. Ha un vistoso occhio nero che gli fa ancora
male e la sensazione di una morte imminente lo riempie come crema in
un bombolone della pasticceria che usa come copertura.
Tommy è un gangster, uno di quelli
vecchia scuola: picchia, spara e poi chiedi i soldi alla vedova. Sono
anni che lavora per Francky Colpoincanna indiscusso boss di
Drogopoli. Francky è un duro, il genere di figli di puttana che si
vedrebbero nei film se non avessero la tendenza a stuprare e uccidere
tutti quelli che hanno l'ardire di infastidirlo.
Per Tommy le cose andavano bene fino a
poco fa: una bella moglie un lavoro “onesto” un sacco di gente
che gli lecca il culo e un interessantissimo piano pensionistico a
base di coca e puttane di qualità. Si, c'è la trascurabile
questione di dover spezzare le gambe e uccidere gente ma Tommy è
sempre stato un amante della violenza unilaterale. Dategli una mazza
un vicolo buio e una vittima di spalle e lui farà il resto.
In fondo una bella vita se i considera
che, di solito, il mondo del lavoro non sa che farsene di gorilla
istupiditi dalla droga che hanno conseguito la licenza media a suon
di minacce.
-Quindi ti è sfuggito?- dice Francky
girandosi teatralmente a tre quarti.
-Ehm... non proprio..- è difficile
trovare una scusa quando con la coda dell'occhio uno dei ragazzi
monta un grosso trapano sporco di sangue.
-Non aver paura
Tommy- Sorriso -Qui sei tra amici. Dimmi l'hai fatto fuori al figlio
di puttana?-
il
figlio di puttana è
Peppe Scassafaccia, forse l'ultimo poliziotto onesto della città
famoso per essere un duro dal cuore tenero con un approccio muscolare
alla lotta al crimine. Bicipiti soprattutto.
Peppe è uno dei
pochi che non sembrava essere interessato alle bustarelle preferendo
i più canonici calci alle parti basse contornati di arresti
eclatanti di gente teoricamente intoccabile. Due giorni fa Francky si
era rotto i coglioni. Profondamente. Aveva chiaramente detto a Tommy
“Fai saltare le cervella a quel rompipalle”.
Le cose non erano
andate troppo bene. Peppe non aveva preso bene la cosa, era riuscito
a cambiare i connotati a Tommy e quasi ad arrestarlo. Una sparatoria,
un inseguimento e qualche incidente dopo Tommy era lì a fissarsi le
scarpe mentre Francky attaccava con il suo monologo.
-Mi hai molto
deluso Tommy.- il tono era piatto a Tommy tornò in mente suo padre
che gli rinfacciava i brutti voti sulla pagella.
-Da quant'è che
lavoro per me Tommy?- colloquiale.
-Q-quasi dieci anni
boss.-
-Quindi sai come
funziona no? Ti ricordi Jim Calzetta?-
-La prego boss. Mi
dia un altra possibilità! Non la deluderò più!- Cazzo se lo
ricordava. Gli aveva tagliato l'uccello lui stesso per ordine del
boss dopo una faccenda molto simile alla sua.
-Dai Tommy, un po'
di dignità. Sai che non serve a niente supplicare. È una questione
di rispetto: se non punisco i ragazzi che fanno male il lavoro la
gente crederà che mi sono rammollito. Questa città è un inferno,
abbassi la guardia un attimo e...-
BANG!
Nessuno seppe mai
cosa succedeva se abbassavi la guardia. Il corpo di Francky si
accasciò al suolo. Tommy puntò la pistola ancora fumante verso lo
sgherro col trapano paralizzato con un espressione idiota.
-Amico c'è
qualcosa che ti disturba?- disse Tommy con il sorriso di chi ha vinto
alla lotteria. Erano anni che preparava quel colpo di mano, aveva
leccato i culi giusti, stretto nuove amicizie e parlato un po' in
giro tutti erano d'accordo: Francky aveva rotto il cazzo.
-A me? No capo.-
sembrò pensarci un po' – la verità è che mi ero anche un po'
stufato di inzupparmi di sangue l'abito buono ogni volta.-
-Ottimo. Chiama gli
altri vediamo di sistemare questa storia del poliziotto prima che gli
affari vadano a puttane.-
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