sabato 4 maggio 2013

Qualcosa che non ti aspetti (1)


Tommy Lumino guarda per terra con aria contrita davanti al boss. Ha un vistoso occhio nero che gli fa ancora male e la sensazione di una morte imminente lo riempie come crema in un bombolone della pasticceria che usa come copertura.
Tommy è un gangster, uno di quelli vecchia scuola: picchia, spara e poi chiedi i soldi alla vedova. Sono anni che lavora per Francky Colpoincanna indiscusso boss di Drogopoli. Francky è un duro, il genere di figli di puttana che si vedrebbero nei film se non avessero la tendenza a stuprare e uccidere tutti quelli che hanno l'ardire di infastidirlo.
Per Tommy le cose andavano bene fino a poco fa: una bella moglie un lavoro “onesto” un sacco di gente che gli lecca il culo e un interessantissimo piano pensionistico a base di coca e puttane di qualità. Si, c'è la trascurabile questione di dover spezzare le gambe e uccidere gente ma Tommy è sempre stato un amante della violenza unilaterale. Dategli una mazza un vicolo buio e una vittima di spalle e lui farà il resto.
In fondo una bella vita se i considera che, di solito, il mondo del lavoro non sa che farsene di gorilla istupiditi dalla droga che hanno conseguito la licenza media a suon di minacce.

-Quindi ti è sfuggito?- dice Francky girandosi teatralmente a tre quarti.
-Ehm... non proprio..- è difficile trovare una scusa quando con la coda dell'occhio uno dei ragazzi monta un grosso trapano sporco di sangue.
-Non aver paura Tommy- Sorriso -Qui sei tra amici. Dimmi l'hai fatto fuori al figlio di puttana?-

il figlio di puttana è Peppe Scassafaccia, forse l'ultimo poliziotto onesto della città famoso per essere un duro dal cuore tenero con un approccio muscolare alla lotta al crimine. Bicipiti soprattutto.
Peppe è uno dei pochi che non sembrava essere interessato alle bustarelle preferendo i più canonici calci alle parti basse contornati di arresti eclatanti di gente teoricamente intoccabile. Due giorni fa Francky si era rotto i coglioni. Profondamente. Aveva chiaramente detto a Tommy “Fai saltare le cervella a quel rompipalle”.
Le cose non erano andate troppo bene. Peppe non aveva preso bene la cosa, era riuscito a cambiare i connotati a Tommy e quasi ad arrestarlo. Una sparatoria, un inseguimento e qualche incidente dopo Tommy era lì a fissarsi le scarpe mentre Francky attaccava con il suo monologo.
-Mi hai molto deluso Tommy.- il tono era piatto a Tommy tornò in mente suo padre che gli rinfacciava i brutti voti sulla pagella.
-Da quant'è che lavoro per me Tommy?- colloquiale.
-Q-quasi dieci anni boss.-
-Quindi sai come funziona no? Ti ricordi Jim Calzetta?-
-La prego boss. Mi dia un altra possibilità! Non la deluderò più!- Cazzo se lo ricordava. Gli aveva tagliato l'uccello lui stesso per ordine del boss dopo una faccenda molto simile alla sua.
-Dai Tommy, un po' di dignità. Sai che non serve a niente supplicare. È una questione di rispetto: se non punisco i ragazzi che fanno male il lavoro la gente crederà che mi sono rammollito. Questa città è un inferno, abbassi la guardia un attimo e...-
BANG!
Nessuno seppe mai cosa succedeva se abbassavi la guardia. Il corpo di Francky si accasciò al suolo. Tommy puntò la pistola ancora fumante verso lo sgherro col trapano paralizzato con un espressione idiota.
-Amico c'è qualcosa che ti disturba?- disse Tommy con il sorriso di chi ha vinto alla lotteria. Erano anni che preparava quel colpo di mano, aveva leccato i culi giusti, stretto nuove amicizie e parlato un po' in giro tutti erano d'accordo: Francky aveva rotto il cazzo.
-A me? No capo.- sembrò pensarci un po' – la verità è che mi ero anche un po' stufato di inzupparmi di sangue l'abito buono ogni volta.-
-Ottimo. Chiama gli altri vediamo di sistemare questa storia del poliziotto prima che gli affari vadano a puttane.-

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