Siamo giovani e meno giovani non siamo
gente formale di quelli che pretendono una lavata di pavimento
settimanale e i lavelli splendenti come li tiene mammà
però che diamine fetente! Nessuno qui è il campione dell'igiene
domestica ma a tutto c'è un limite.
L'altro
giorno sono rientrato in casa dopo una pausa lunga a Napoli di cui è
meglio non approfondire. Quando infili la chiave nella toppa e fai
girare ogni appartamento ha un suo odore caratteristico
inconsciamente riconosciamo un ambiente familiare anche solo
dall'odore senza servirci dell'inaffidabile vista. Tanto per fare un
esempio: indipendentemente da quante lavate faccia , casa di Aurora
odorerà sempre di cane, casa di Manuele di Piazza del Gesù e casa
dei miei di auto appena comprata.
Prima
che lo chiediate la mia stanza romana odora di posacenere.
Ma
quando ho aperto la porta di casa è stato un altro l'odore che si è
palesato: dolciastro. Avete presente in autunno quando attraversate
una strada piena di foglie secche e pozzanghere di piogge autunnali?
Quell'odore che i romantici dell'autunno puntualmente ignorano in
favore di una narrazione più romantica e libera dai vincoli del
puzzo di putrefazione.
Ecco
casa mia odorava così.
Il
tavolo in cucina ospitava una buona dose di bottiglie di birra vuote,
altre bottiglie sul tavolo del pc comune. Su un comodino(?) una
zuppiera con dentro un'insalata che decideva se trasformarsi in
mostro della palude e andarsene. Vicino al frigo un alone di quelli
che solo una coca cola rovesciata e mai pulita sa dare.
Il
lavello terremotato (il rubinetto si è staccato di nuovo) è
occupato da piatti mezzo mangiucchiati, nello scarico una montagnella
di riso anemico impedisce all'acqua di filtrare. So già chi sono i
responsabili: i Carlos evidentemente hanno messo su svariati rave
approfittando dell'assenza di tutti in casa. Quando provo ad arrivare
in camera loro trovo un materassino matrimoniale con tanto di
lenzuola e cuscini tra il soggiorno e la Carlos Room. La porta è
aperta e dentro non c'è nessuno.
Desisto.
La
casa è invivibile mi domando se non abbia fatto irruzione l'ASL
armata di fucili ad amuchina e li abbia trascinati via. Apro tutte le
finestre e mi metto all'opera: lavo il soggiorno, raduno le bottiglie
vuote in due bustoni e gli avanzi di cibo in un altro, lavo i piatti
e sistemo tutto ma non butto niente. Tutto il risultato della
differenziata fatta lo ammucchio contro la porta della Carlos Room in
bell'ordine a formare una piccola barriera un altra busta, piena di
avanzi umidicci, la appendo alla maniglia.
Qualche
sigaretta dopo l'aria è tornata salubre come la saletta fumatori di
Fiumicino. Ma almeno non puzza come i cassonetti durante l'emergenza
rifiuti.
Durante
la notte un imprecazione, un rumore di qualcosa di umidiccio che
casca e altre bestemmie mi gratificano del lavoro fatto. Dormo il
sonno dei giusti nonostante Carlos e Carlos siano impegnati a
ripulire e togliere da mezzo le cose lasciate in giro.
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