giovedì 2 maggio 2013

O'Culer!


Siamo giovani e meno giovani non siamo gente formale di quelli che pretendono una lavata di pavimento settimanale e i lavelli splendenti come li tiene mammà però che diamine fetente! Nessuno qui è il campione dell'igiene domestica ma a tutto c'è un limite.

L'altro giorno sono rientrato in casa dopo una pausa lunga a Napoli di cui è meglio non approfondire. Quando infili la chiave nella toppa e fai girare ogni appartamento ha un suo odore caratteristico inconsciamente riconosciamo un ambiente familiare anche solo dall'odore senza servirci dell'inaffidabile vista. Tanto per fare un esempio: indipendentemente da quante lavate faccia , casa di Aurora odorerà sempre di cane, casa di Manuele di Piazza del Gesù e casa dei miei di auto appena comprata.
Prima che lo chiediate la mia stanza romana odora di posacenere.
Ma quando ho aperto la porta di casa è stato un altro l'odore che si è palesato: dolciastro. Avete presente in autunno quando attraversate una strada piena di foglie secche e pozzanghere di piogge autunnali? Quell'odore che i romantici dell'autunno puntualmente ignorano in favore di una narrazione più romantica e libera dai vincoli del puzzo di putrefazione.
Ecco casa mia odorava così.
Il tavolo in cucina ospitava una buona dose di bottiglie di birra vuote, altre bottiglie sul tavolo del pc comune. Su un comodino(?) una zuppiera con dentro un'insalata che decideva se trasformarsi in mostro della palude e andarsene. Vicino al frigo un alone di quelli che solo una coca cola rovesciata e mai pulita sa dare.
Il lavello terremotato (il rubinetto si è staccato di nuovo) è occupato da piatti mezzo mangiucchiati, nello scarico una montagnella di riso anemico impedisce all'acqua di filtrare. So già chi sono i responsabili: i Carlos evidentemente hanno messo su svariati rave approfittando dell'assenza di tutti in casa. Quando provo ad arrivare in camera loro trovo un materassino matrimoniale con tanto di lenzuola e cuscini tra il soggiorno e la Carlos Room. La porta è aperta e dentro non c'è nessuno.
Desisto.
La casa è invivibile mi domando se non abbia fatto irruzione l'ASL armata di fucili ad amuchina e li abbia trascinati via. Apro tutte le finestre e mi metto all'opera: lavo il soggiorno, raduno le bottiglie vuote in due bustoni e gli avanzi di cibo in un altro, lavo i piatti e sistemo tutto ma non butto niente. Tutto il risultato della differenziata fatta lo ammucchio contro la porta della Carlos Room in bell'ordine a formare una piccola barriera un altra busta, piena di avanzi umidicci, la appendo alla maniglia.
Qualche sigaretta dopo l'aria è tornata salubre come la saletta fumatori di Fiumicino. Ma almeno non puzza come i cassonetti durante l'emergenza rifiuti.

Durante la notte un imprecazione, un rumore di qualcosa di umidiccio che casca e altre bestemmie mi gratificano del lavoro fatto. Dormo il sonno dei giusti nonostante Carlos e Carlos siano impegnati a ripulire e togliere da mezzo le cose lasciate in giro.

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