mercoledì 15 maggio 2013

Italia Spagna 1 - 4


Come prima cosa mi sento in dovere di scusarmi con tutti quelli che sono arrivati qui convinti che si parlasse di calcio. No, niente mondiali né tanto meno europei. Qui si parla di spagnoli: brutta gente. E di come tutti gli scassacazzi della penisola iberica sentano la necessità di venire a portare la loro triste novella proprio nell'appartamento dove vivo invece che a fare in culo da qualche altra parte tra le sconfinate strade di Roma.
Già avevo i Carlos. Due coglioni instupiditi che fanno tutto quello che ti aspetteresti da due Erasmus: dormire, chiavare e bere. Sarebbe bello essere coinvolti nella cosa ma è un circolo chiuso. Ora si sono aggiunte due nuove entità: ragazzine, spagnole, una bruttina, tutte e due bionde. Anche loro Erasmus.

La prima conoscenza l'ho fatta ieri rientrando in casa carico come un mulo. Nel soggiorno una ragazzetta in pantaloncini con gli occhiali a montatura grossa che mo si portano. Sorrido, sarà un altra delle fodere per cazzi dei Carlos. Lei sorride impacciata con gli occhi sbarrati.
-Siamo le nuove inquiline.- balbetta.
Grazie Francesco che mi hai avvisato. Sempre tua mamma.  Penso.
Sorrido ancora mi avvicino tendendo la mano a salutare, lei arretra verso la porta aperta della stanza. Sembra non sapere che fare, fa dei segni all'amica in stanza. Alla fine sulla soglia si blocca.
-Stefano- dico stringendole la mano
-[nome che mi sono già dimenticato]- risponde lei per poi chiudersi in camera.

Notate bene: mi chi sono volute 24 ore per capire che erano spagnole. Mi ero anche fatto una bella idea di loro che vivevano tranquille nella loro doppia senza dar fastidio. Il fatto che stia scrivendo invece che provare a dormire è la prova che mi sbagliavo.
Tutta la giornata l'ho passata fuori casa. Quando sono sceso oggi tutti dormivano. Tornando alla 22 non ero pronto. Faccio giusto in tempo a mangiare poi succede.

Suona il citofono. Una, due, tre volte. Una bussata lunga il “BZZZZ” ha un accento catalano. Carols 1 esce a rispondere, una tizia pure.

[tradotto dallo spagnolo]
-Sono i tuoi scassacazzo o i miei?- chiede Carlos 1
-Un'amica.-
-E com'è tosta?- fa Carlos 1 con l'ormone in folle pronto a partire.
A questo punto dall'ascensore emerge la ragazza più bella che questo appartamento abbia mai visto (contando anche quella pietra di Francesca) sorride alle amiche saluta Carlos 1 e poi...
Parla.
Ha una voce così acuta e squittente che i vetri si crepano. I timpani fischiano ad ogni sillaba. Cazzo anche lo stramaledetto intonaco trema. È quasi un superpotere. Quando ride per la prima volta sento le mie ossa vibrare insieme alla casa.
Il mio cervello da nerd tira le debite conclusioni: fisico estremo più supervoce uguale

la figlia di Frecia nera
Il re degli Inumani in credo di distruggere una città sussurrando

e che Dio ci aiuti Carlos 1 le da corda ipnotizzato da quell'imponente paio di tette! Intanto altrove Carlos 2 sente un fremito nella forza: della figa è entrata in casa, parla spagnolo e lui non ci ha ancora accostato l'uccello. “È uno scandalo!”grida unendosi così al compagno nel complesso corteggiamento.
Questi spagnoli sono senza onore, se ne fregano della regola del “prenotata”. Per loro è Tana delle Tigri.
BZZZZZZZZZZZZZ!
Il citofono interrompe la tenzone, i due Carlos si ricordano del perché hanno lavato a terra stamattina. Dall'ascensore arrivano le solite due. I Carlos perdono interesse per la figlia di Freccia Nera secondo il vecchio adagio della strada vecchia e la nuova.
Le tizie iniziano a cucinare. Io lavo i piatti e scappo un attimo prima che una Granata di Fritto Termonucleare non venga scaricata nel salone (sulla cucina dello spagnolo fuorisede ci torneremo poi).
Ridono, scherzano, biascicano sillabe a caso nella loro lingua muovendosi in un ecosistema a base di olio fritto prodotto dalle loro arti culinarie.

Io sono una persona tranquilla. Di quelli che poi gli amici vanno da Barbara D'urso a dire: “era una persona così tranquilla. Mai fatto male ad una mosca.” e Barbara che fa la sua faccetta triste annuendo. Visto che sono paziente gli do tempo fino all'una poi prendo la motosega e divento famoso come quelli di Meredith Kercher.

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