giovedì 18 aprile 2013

Incidenti domestici


Sono le dieci e mezza di sera. Oltre la mia porta, ora che ho tolto le cuffie, sento arrivare più voci del solito. Voci spagnole, voci fastidiose. Sembra che lo spagnolo, oltre ad esser lingua caliente ha un'altra caratteristica: un altalena fonetica dettata dagli accenti che fa uno strano effetto all'orecchio umano.
Sentir parlare questa gente è come stare in mezzo alla strada e discutere con un tizio che sfreccia in auto urlando. Quando è vicino il rumore è eccessivo, quando è lontano si fa borbottio indistinto che promette di crescere.
Ecco, i Carlos riescono ad ottenere quest'effetto stando fermi. Le ospiti dei Carlos hanno un livello di decibel nella normale conversazione tale da far tremare le vetrate. Sarà una lunga notte mi dico.

Esco fuori per fumare la sigaretta della buona notte sul balcone. Il soggiorno è occupato da Carlos 1 e una tizia che chiacchierano con una bottiglia di vino tra loro. Lei è carina, capelli neri ricci sorriso contagioso e fisico ben curato. Dal loro gioco di sguardi mi faccio una mezza idea di cosa succederà più tardi.
Mentre tiro dentro lo stendino dal bagno esce lei. Si sentono cori angelici mentre il più spettacolare paio di seni che abbia mai visto precede l'apparizione di Miss Spagna. Non è descrivibile e quindi non mi sforzo proprio. Indossa una cannottiera verde che da tutta l'impressione di essere di una taglia più piccola lasciando intravedere la pancia piatta. Si aggiusta i capelli biondo scuro dicendo qualcosa agli amici. Non fa caso a me e sembra perfettamente a suo agio anche se indossa solo delle mutandine verdi e delle scarpe col tacco.
Senza contare che c'è un morto di figa che sposta uno stendino fissandola con mezzo metro di lingua di fuori.. la venere va nell'altra stanza, abbraccia Carlos 2, che ora ha tutto il mio rispetto, mentre una terza voce femminile fa capolino dalla porta.
Mi sento come se fossi caduto in un film porno.
Faccio qualche tentativo di comunicazione, tutti falliscono miseramente. Sarà paranoia mia ma qui sembra che si stiano preparando per un'orgia. Tra abbracci risate e frasi misteriose dette con facce ammiccanti sembra che tutte stiano con tutti.
I Carlos prendono possesso di una delle singole e la arredano a stanza degli ospiti di fortuna. Cala il silenzio per un po'. Io torno in camera.

Notte. Sono le tre del mattino circa. Io come al solito sto ancora sveglio perché mancano “solo” ottanta pagine alla fine del libro e tanto vale finirlo adesso. Sembrava una buona idea quando mi sono messo a letto all'una, ora non tanto.
TUMP!
Il muro di lato che confina con al camera degli ospiti improvvisata.
TUMP!
Parole in spagnolo che vorrebbero essere sussurrate. Prima un lei poi un lui.
TUMP!
TUMP!
Non ci vuole un detective. Cerco l'ipod prima che sia troppo tardi. I rumori si fanno ritmici si aggiunge il tipico “gnek” dei materassi di qualità che popolano le case studenti. Vanno avanti per un po' ogni tanto lei o lui fanno dei versi di una certa importanza.
Poi...
Un CRASH! Un TUMP! BUMP! E infine un KRAK!
Un grido di dolore femminile la voce di un Carlos che dice qualcosa in spagnolo. Suona tipo come “oh, cazzo!”
Dall'altra stanza esce qualcuno, voci, una discussione. Una ragazza che piange i due Carlos che discutono e un'altra ragazza che bestemmia. La disccussione sale e si sposta in soggiorno, poi in bagno poi le voci si calmano. Una porta che si chiude e silenzio.
Sono le 4 del mattino.

Ore 9 e qualcosa, mi sveglio, faccio il caffè e giro per casa. Le stanze dei Carlos sono vuote. Nel nido d'amore c'è la seguente scena: un letto disfatto, il materasso sbilenco, un mucchietto di vestiti buttati per terra. Al centro della stanza una lampada da comodino fracassata. Accanto al letto un mucchietto di legno che una volta era il comodino.
La scena mentale si forma naturalmente. Un Carlos e una delle ragazze sono intenti in attività ludiche del tipo migliore. Il letto è un singolo e Carolos è già grosso di suo, in due si sta scomodi. Lei, in cerca di una posizione comoda poggia una mano sull'angolo del materasso e un altra sul comodino. Carlos fa il suo lavoro ma nessuno dei due ha tenuto conto di due cose: il materasso che è leggermente più grande della rete e il comodino costruito da un falegname pazzo che voleva far economia sui chiodi.
Carlos fa il suo lavoro, il bordo del materasso si flette sotto il peso di lei che è costretta, per tenersi in equilibrio a caricare tutto il peso sul comodino. Il mobile diversamente integro si inclina. La lampada cade fracassandosi. Qualche istante dopo i chiodi che mantengono l'integrità strutturale del comodino prendono i cappotti, pagano il conto e salutano tutti.
Il tavolino cede. Lei è con metà busto oltre il bordo del letto con uno che la spinge da dietro. La fisica elementare fa il suo lavoro e la poveretta cade faccia in avanti sbattendo un po' sul pavimento un po' sul fu comodino e sulla fu lampada.
Come si dice il resto è storia.

3 commenti:

  1. Accidenti che storia...a me n'è successa una in cui a farne le spese, oltre al sottoscritto che ha passato la notte in bianco ad udire il Carlos di turno che "consumava" con una "guappa" occasionale, è stato un termosifone...ah, e la testa della guappa che s'è spaccata finendo al pronto soccorso!
    Ma bando alle ciance...ho 2 domande:
    1) di quale libro ti mancavano 80 pagine?
    2) sei riuscito a finirlo quella notte?

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    Risposte
    1. Salve e benvenuto. per rispondere alle tue domande:
      1) mi pare fosse 21/11/63 di King
      2)ovviamente si. L'insonnia aiuta moto a leggere libri :D

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    2. Salve e benvenuto. per rispondere alle tue domande:
      1) mi pare fosse 21/11/63 di King
      2)ovviamente si. L'insonnia aiuta moto a leggere libri :D

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