Alcuni fisici, di quelli che vanno a
fare gli esperti a Voyager, teorizzano che l'impatto psitico di un
evento rimbomba nello spazio tempo influenzando i noi stessi di altre
epoche con sensazioni che arrivano dal passato e dal futuro. Tanto
per fare un esempio chiarificatore: la potenza gravitazionale della
mangiata fatta quel pomeriggio del 18 Marzo a Budapest è stata tale
da concentrarsi in effetto di “pennica post pranzo supermassiccio”
tale da influenzare e far vibrare l'intera linea temporale. L'effetto
si è propagato attraverso lo spazio tempo fino ad influenzare la mia
mente nel qui e adesso facendomi completamente dimenticare il resto
della giornata.
Per lo stesso motivo negli ultimi
giorni tutti e quattro siamo stato colpii da brividi di freddo e Sara
direttamente dall'influenza. Questi eventi non sono normali sono
qualcosa di più ce lo spiega Hans Heterbroucher esperto di fisica e
noto ubriacone della Minesota university radiato dall'albo:
quando uno pensa di avere freddo o si ammala si pensa sempre che la
cosa sia dovuta alle condizioni meterologiche in cui il soggetto
vive. Invece è molto più probabile, secondo la mia teoria, che in
un qualche punto della linea temporale il soggetto sia stato in
contatto con un evento di freddo talmente intenso da trasmettersi
lungo lo spazio tempo per colpirci in epoche successive. Un tale tipo
di freddo è anche conosciuto come proto-freddo o il più comune e
popolare “io non esco di qui manco se mi ammazzate”. So che può
sembrare una teoria bislacca ma è tutto vero ed anche molto semplice
come dimostra l'equazione che ho scritto su questo fazzoletto usato.
Tanto voi non siete esperti di fisica e quindi mica potete
verificare. Bene ora che abbiamo
chiamato in causa l'esperto per spiegare come la mia non sia stata
una semplice dimenticanza ma un qualcosa di molto più logico e
sensato torniamo a quel fatidico pomeriggio di Marzo.
la ragazza sulla sinistra è probabilmente morta per ipotermia subito dopo la foto
Per il resto del
pomeriggio passiamo il tempo a combattere la selvaggia battaglia con
la digestione. È una lotta dura e selvaggia che ci rivedrà in
condizioni coscienti verso le 19-20. una volta ripresi decidiamo che
qualcosa va pur fatto perché non sia mai detto che noi stiamo a
casa. Un consulto veloce e si decide per le terme. Terme all'aperto.
I bagni Qualcosasky
sono in un palazzone monumentale nel mezzo del parco municipale.
Paghiamo andiamo negli spogliatoi e dopo una decina di minuti a
vagare per scale, scalette corridoi che odorano di cloro e uomini
nudi io ed Alessnadro riusciamo a cambiarci e risalire su verso le
vasche. Aurora e Sara sono negli spogliatoi dell'altra ala e non
abbiamo notizie.
Fuori pioviggina e
fa un freddo becero e marrano gli indigeni non sembrano accorgersene
nonstante le avverse condizioni meteo e il calare della sera
chiacchierano amabilmente ai bar davanti alle vasche fradici ed in
costume. Io ed Ale non la viviamo bene. Una volta usciti buttiamo le
asciugamani in un posto che speriamo le tenga asciutte e ci buttiamo
in acqua assorbendo il tepore della vasca a 40°. poco dopo arrivano
Sara e Aurora. Loro, pensando che non ci sia posto asciutto per le
asciugamani escono stoiche in costume davanti al gelo. Non battono
ciglio ma io da testimone oculare posso dirvi che la loro pelle d'oca
aveva la pelle d'oca a sua volta
mentre uomini
giocano a scacchi su un galleggiante e coppiette si appartano nel
vapore noi esploriamo. Sara si sposta qua e là seguendo i getti
acqua bollente che sparsi in giro si chiacchiera e si cazzeggia
finché non si decide di passare nell'altra vasca. Ci sono buoni 50
metri di distanza, cinquanta metri fuori dall'acqua. Io e Sara
partiamo spediti all'inizio non è tragica ma circa aetà percorso il
calore assorbito si disperde lasciando il posto al freddo. Il
proto-freddo, l'ide astessa del freddo che ha usato Dio per tutte le
derivazioni della cosa. Non è freddo è qualcosa i più. Per citare
Pratchett il freddo è solo il nome che diamo all'assenza di calore
questo è qualcosa di diverso. È l'opposto del calore. Quando nei
film i moribondi dicono “ho tanto freddo” si riferiscono a
questo.
Aurora ed
Alessandro partono dopo e si credono più furbi di noi: accanto al
percorso che conduce alla seconda vasca c'è una terza vasca
rettangolare dove stanno placidi alcuni indigeni. Quando anche i
nostri compagni di viaggio fanno la conoscenza col Freddo decidono di
buttarsi in quella vasca convinti che sia almeno tiepida.
Sbagliato.
La
vasca rettangolare è una piscina d'acqua gelata. Alessandro
pronuncia l'Imprecazione Definitiva mentre tutti e due schizzano
fuori e corrono verso di noi e verso il tepore della vasca termale.
Qui troviamo nuove attrazioni: dei getti di idromassaggio su cui puoi
“sederti” e delle comode panche circolari immerse nell'acqua dove
poi rilassarti.
Lo scopriamo per
caso. Ad intervalli di circa mezz'ora i geti di idromassaggio si
spengono e si aprono altri getti che formano una corrente circolare
sulle poltrone sommerse trasformando la nostra area relax in un
frullatore. Dopo vari esperimenti diamo il via ai giochi da
acquapark: basta distendersi in acqua e mantenersi vicino alle pareti
per trasformarsi in missili roteanti. In poco tempo oltre a noi
quattro si aggiungono inglesi ed ungheresi in un turbinio di impatti
fortuiti e non. Poi la corrente finisce.
Passiamo il resto
della serata in giro per le vasche. Anche se piove più o meno forte
in acqua si sta da dio e il tempo vola in fretta. Alle 21 Aurora e
Sara vanno agli spogliatoi in preparazione del rientro. Alle 22
chiudono le terme e loro devono asciugarsi le chiome e tutte quelle
altre cose che fanno aspettare gli uomini sotto i portoni di tutto il
mondo.
Una mezzora dopo un
figuro armato di retino pulisci piscina si inizia ad aggirare per le
vasche guarda male chi si attarda e fa gesti eloquenti a chi, come
noi, non sembrano avere nessuna intenzione di uscire. Alessandro è
irremovibile: fa freddo e lui non uscirà dalla vasca a costo di
morire. Contrattiamo per un po'. Il figuro passa di nuovo e ci fissa
valutando se trasformarci in gulash. Il piano è semplice: al tre
fuori dall'acqua poi ognuno per se fino alle asciugamani (dieci metri
più in là) e fino all'ingresso degli spogliatoi. Notare che mentre
la porta dell'ingresso femminile è proprio di fronte alla vasca
quello maschile è sull'altro lato.
-1, 2.. e 3! Via!
Via! Via!-
esco dall'acqua
trovo le cibatte raggiungo l'asciugamano e proprio mentre realizzo
che è bagnato di pioggia sento alle mie spalle, molto più lontano
del previsto.
-Ste!- Alessandro è
uscito dalla vasca fino all'ombelico quando il Freddo lo prende. Il
suo fisico privo della protezione adiposa necessaria cede e lui torna
in acqua.
-cazzo fai?-
-portami
l'asciugamano.-
-e sei proprio na
merda! Mi hai fatto venire fino a qua.-
-fa troppo freddo
non ce la faccio.- si sta per raggomitolare in posizione fetale dal
freddo.
-alza il culo e
muoviti!-
intorno a noi il nemico sta
lanciando la sua offensiva. Pallottole fischiano ovunque, i soldati
nemici avanzano col favore del fumo delle esplosioni. Guardo il mio
compagno ferito immerso in una pozza di sangue e fango. Tende il
braccio verso di me
-Và non pensare a me...coff-
-non dire idiozie Johnny! Non ti
lascio qui!-
-è inutile che moriamo
entrambi...coff coff...salvati almeno tu... di ad Aurora che l'amo-
da fuori campo parte una musica
esaltante. Alessandro/Johnny si accascia lentamente nell'acqua. Io
seguo il credo dei marines “nessuno deve rimanere indietro” e a
discutere ancora congeleremo entrambi. Afferro l'asciugamano di Ale e
torno indietro incurante delle pallottole e del nemico. Ale esce
dall'acqua gli butto l'asciugamano e insieme, testa bassa, corriamo
verso la salvezza.
Mi sono meritato una medaglia.
All'ingresso
dell'edificio io ed Ale bestemmiano e tremiamo dal freddo. Una coppia
di ungheresi fradici e in costume entra poco dopo. Ci guardano con
aria di sufficienza sorridono e passano oltre.
Nell'atrio
davanti all'uscita Sara ed Aurora aspettano da buoni venti minuti
quando finalmente appariamo.
-Che
fine avete fatto?- fa Sara.
-c'erano
gialli ovunque.- dice Alessandro in chiaro shock postraumatico.
Torniamo
a casa. Dopo una salutare serata alle terme le ragazze decidono di
mangiare un po' di torta e andare a dormire. Io ed Ale sentiamo il
bisogno di qualcosa di più. Le lasciamo alla piazza davanti casa
mentre andiamo a celebrare il cameratismo da Burger King
sullo
sfondo sventola la bandiera americana. Partono i titoli di coda.
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