martedì 16 aprile 2013

Alla fine c'ha ragione berlusconi



Mi rendo conto della gravità delle mie parole. Mi sanguinano gli occhi sono a digitare queste parole ma la verità è quella cosa che non piace a nessuno. Quella cosa che ti fotte il cervello e ti lascia sbavante sul marciapiede a chiederti chi cazzo te l'ha fatto fare di credere a tutte le balle quando era così ovvio che stavi sbagliando.

E quindi si, lo ripeto: ha ragione Berlusconi.

I mari si seccano, la terra trema. Alla sede della Bonelli qualcuno legge i miei soggetti, decide di chiamarmi per dirmi quanto gli sono piaciuti e poi muore, ucciso dal karma negativo di questa frase.
Ma riepiloghiamo che poi sembra che sia pazzo o che quelli dei Circoli della Libertà mi hanno rapito e convinto a passare con loro con frasi tipo “passa al lato oscuro, noi abbiamo la figa. Non quelle fighe comuniste. Gnocca vera.”

Monti da le dimissioni, si va a votare e scopriamo che il PD (da vero professionista) non riesce nemmeno a vincere quando tutto il mondo lo da favorito. Grillo fa quello che ha fatto e Berlusconi ci mostra un esempio pratico del nostro incubo peggiore.
Così dalle urne esce il risultato chiarissimo che ci chiedeva l'Europa, il mondo e la Federazione Galattica.
Stallo alla messicana. Bersani dice qualcosa che suona come un “ok io ci provo” con la voce di chi ha tirato su la pagliuzza più corta. Berlusconi dice “larghe intese”perché fare le larghe intese col PD per lui è come governare ma dando la colpa agli altri. Grillo, in coerenza con le sue idee, segue il consiglio dei rettiliani e dice “o governiamo noi o fottetevi”.
Così tanto per essere chiari con gli elettori del PD che già si aspettavano un appoggio al governo Bersani. Che poi poteva essere una così bella idea: il PD governa ma non può fare nessuna merdata che i grillini li tengono per le palle con la fiducia. Non so perché ma a me suonava bene.
C'è solo un problema: Grillo non ha nessun intenzione di andare al governo, anche lui vuole che gli altri facciano le larghe intese. Così può continuare a dire peste e corna. L'importante è far finta di far qualcosa col proprio elettorato: streaming, votazioni online per qualunque stronzata e un sacco di proclami di austerità parlamentare che lasciano il tempo che trovano.
Bersani è cosciente che fare le intese con Berlusconi equivale a un Harakiri politico del PD. È convinto che andare a chiedere la fiducia in parlamento qualche grillino meno talebano lo appoggi. Intanto tra elettori e dirigenza PD si esercita l'autocritica del post derby: tutti a dire “eh, se candidavamo Renzi” come se Bersani fosse stato imposto dallo Spirito Santo.

Che poi è facile a fare i renziani. Basta riempirsi la bocca di ovvietà. Renzi è quel tipo di persona che lascia decidere agli amici dove andare a mangiare e poi si lamenta che il locale fa schifo. Quello che dice “io te l'avevo detto” solo dopo che l'hai fatto. Quello pieni di buoni consigli col senno di poi. Quello che la colpa è sempre di qualcun altro. Quello che, fosse uno della tua comitiva, lo prenderesti a calci tutti i giorni perché è uno stronzo.

Bersani va a piangere da Napolitano che nessuno gli da la fiducia. Il presidente in scadenza di mandato si guarda intorno e inventa una bubbola per tenere tutti buoni in attesa che scada il suo mandato e la patata bollente passi a qualcun altro.
Grillo chiede l'incarico per i suoi perché “il popolo ha scelto noi”. Eh no bello. Un terzo del popolo ha scelto voi e se i comunicatori del PD sapessero fare il loro lavoro sarebbero stati anche meno di un terzo.

E Berlusconi? Lui continua a gridare la sua disponibilità alle alleanze perché non ha niente da perdere e tutto da guadagnare. Larghe intese: significa eliminare il PD. Uccidere i suoi deputati, far strage delle loro mogli e prendere schiavi i figli. Significa essere il re delle macerie alla prossima tornata elettorale, quando un paese disperato lo acclamerà come presidente galattico perché le sue balle sono meglio di qualsiasi verità, perché tra l'originale (Berlusconi) e la copia (Grillo) la gente tornerà da lui. Alle prossime elezioni il Movimento 5 stelle pagherà lo scotto del caos che sta portando avanti e LUI, unico e solo risorgerà dalle ceneri.

Intanto in Italia la gente perde il lavoro, si ammazza, le fabbriche chiudono e Berlusconi rischia la galera se non rimette le mani nella stanza dei bottoni. Per cui bisogna fare presto a risolvere sto casino. Ma presto tipo l'altroieri.

La verità è che nella classe politica vecchia e nuova si è diffusa la consapevolezza che essere l'opposizione è incredibilmente più semplice che fare il Governo. Fare l'opposizione significa stare lì, gridare ogni tanto alla dittatura ed al complotto e dire “eh ma io l'avrei fatto meglio”. Se l'Italia fosse un cantiere su una strada dove sono straripate le fogne l'opposizione sarebbe rappresentata dagli anziani che guardano.
Di contro, il povero operaio con le braccia nella merda fino ai gomiti, la cicca in bocca e lo sguardo truce è il governo.
Ecco nessuno vuole essere l'operaio adesso.
È facile guidare una ferrari a 200 all'ora sul lungomare Caracciolo. Ma se la stessa ferrari falciasse quattro persone e poi finisse contro un muro tu accetteresti di fare cambio posto col guidatore?

Nessun commento:

Posta un commento