lunedì 11 marzo 2013

L'ombra dell'idea


Oggi quel motorino d'avviamento dietro al cervello non ha nessun intenzione di accendersi. Dovrebbe essere il primo giorno di un rinnovato stile di vita meditato e ragionato nei giorni precedenti ma, ed è un ma bello grosso, mi pesa il culo.
Ci sono una marea di cose che non mi piacciono della piega che sta prendendo la mia vita dopo lo slancio iniziale dato dal corso e tutto il resto. Capisco che sono cose che in realtà non interessano a nessuno ma non ho i soldi per la terapia e da sempre mettere le cose nero su bianco se non risolve almeno aiuta. Per gli stati depressi su facebook c'è sempre tempo.
Il primo problema è che c'è troppo silenzio nella mia testa, non è un bel periodo per tante piccole cose che insieme diventano un grosso problema. Sono sempre le stesse cose perché sono un amante della “soluzione dello struzzo” (o dello strunz fate voi). Poi piovono in tesa tutti insieme e si fa una fine del cazzo. Tipo questa.
È un circolo vizioso che va avanti da anni: decisione della vita, primi passi entusiastici, primo problema e riturata. Sempre perché al di là delle costruzioni mentali che uno si fa sono un apatico indolente che chiede alla vita di restare sempre uguale a se stessa per potermi lamentare.
Se analizzassi i vari periodi della mia vita secondo gli schemi del “viaggio dell'eroe” io sono quello che si ferma alla prima soglia. Dove gli altri eroi danno il meglio di se mostrando al pubblico di che pasta sono fatti io mi giro e dico “fanculo! Non mi interessa”.
Mentendo.
Ogni volta mi ritrovo davanti al mio personalissimo Guardiano della soglia e decido di non affrontarlo. L'insicurezza, la paura di non riuscire, di fare una figura di merda. Meglio la grigiastra mediocrità di un banco salumi rispetto al rischio di non farcela. In fondo è più comodo stare in tribuna a pontificare su quelli che giocano che mettersi i calzoncini e correre. Più comodo meno rischioso.
Poi ti guardi intorno e vedi che il mondo va avanti e tu non hai nemmeno una buona scusa per rimanere indietro. Qui non c'è uno sceneggiatore che da il via all'avventura, non c'è la “chiamata all'avventura” se non quella che ci si crea da soli. Il mondo ordinario è sempre lo stesso a meno che non si faccia qualcosa per passare dall'altra parte ed iniziare a crescere.
Ho perso un infinità di occasioni per dire basta e ricominciare da capo. C'è questa cosa che però mi scoppia dentro una sensazione che ogni tanto nelle notti insonni diventa una voce come quella di tanti anni fa alla Festa del Raccolto di Officina99. Dice sempre la stessa cosa con quel tono duro che riserviamo solo a noi stessi.
Nei libri che sto piluccando svogliatamente viene chiamata l'Ombra: quella parte del personaggio che viene tenuta repressa a volte malevola altre volte portata al cambiamento. Beh, io alzo le mani e mi arrendo. Fin ora io non ho azzeccato una scopa nella vita.
Ora tocca all'Ombra.

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