mercoledì 13 marzo 2013

Ira di Dio


-Buongiorno vorrei vendere delle carte di magic.- è l'una passata il negozio sulla Tuscolana è deserto se non per una tipa dietro al banco ed un vociare sul retro. Lei mi guarda per un attimo, capisce che non ho intenzione di tirare fuori soldi e toglie il sorriso di cicostanza.
-Sai, di solito noi le vendiamo le carte.- dice.
-Ha. Ha.-
Prima che le risponda male si gira e chiama il titolare. Un tizio sovrappeso con il pizzetto e un espressione che mi ricorda uno degli spacciatori di magic di Lucca.
-Vediamo un po' queste carte.- sfoglia il raccoglitore con aria stufa per rendere ben chiaro che anche solo posare lo sguardo lì sopra è un onore immenso. Traffica un po' con la calcolatrice mentre mi spiega come a lui praticamente le carte gliele tirino appresso per cui i prezzi sono 3-4 volte inferiori a quelli a cui le vende.
Per capirsi: una terra doppia di Ravinica sta sui 20 euro per te fesso che se la compra. Stando alle sue dichiarazioni lui te la valuta si e no 5 euro. Prima di andare qui mi sono messo anche io con la calcolatrice in mano facendo dei conti più o meno onesti sono arrivato alla conclusione che per quello che c'è nel raccoglitore cento euro è un minimo che non si può scendere.
-ti posso dare 60.- dice col tono di chi ti sta già facendo un favore.
-mmm. Guarda facciamo che ci penso e poi magari torno perché mi pare un po' pochino.-
-No ti ringrazio per il pensiero ma non tornare che non ci interessa.-
-vabbè addio allora (morto di fame).-

Altrove, un tram dopo e molta molta acqua. Zona Ottaviano. Di questo tizio mi fido e poi l'ultima volta che sono passato alla domanda “voi comprate anche carte” lui si è illuminato in volto dicendo “ma sicuro! Al dettaglio, all'ingrosso a peso. Come ce le porti così le compriamo.”
-Ciao, senti vorrei vendere delle carte.-
-mmm, fammi dare un occhiata.- studia un po' il raccoglitore.
-Sai di solito noi scambiamo è difficile che compriamo le carte se vuoi possiamo scambiare.-
-No guarda io ho smesso e me ne voglio solo liberare.-
-E' che non ci sta niente di interessante...-
-Lo so che non è il raccoglitore del campione del mondo ma che miseria dai: doppie terre (quelle che si stanno giocando mo), 4 Ire di Dio, ste carte pure si usano in modern. Dico mentre indico varia roba.
-ho capito ma non compriamo carte se vuoi puoi scambiare.-
-Ok grazie comunque.-

Esco, fuori c'è una folla innaturale carabinieri e vigili incanalano la folla verso San Pietro. Mi inbuco pure io che queste occasioni mi piacciono. A metà strada capisco che hanno eletto il nuovo papa. Non ho nulla da fare, sono lì e mi sento un cretino a non approfittarne e dare un occhio.
Piazza San Pietro e colma per tre quarti. Ci si cammina ancora, i lati della piazza sono vuoti ma il flusso costante di curiosi e fedeli promette di riempirla presto. I poliziotti vicino al colonnato sbuffano. Intercetto questa conversazione tra agenti usciti da un film di Totò:
-Possibile mai che proprio al turno mio devono eleggere al papa.-
-Già, guarda che casino.-
-Che poi so belle 'ste guardie svizzere: fanno le parate loro mica si mettono a smistare il traffico.-
-Quelli c'hanno la scusa bona che qua fuori è ancora comune di Roma.-
Passo avanti, intanto passa anche la banda prima delle guardie svizzere e poi dei carabinieri. Nella folla c'è entusiasmo. Qui in mezzo a nessuno gliene frega niente dei preti pedofili, dello IOR, dell'otto per mille e delle ruberie ecclesiastiche. Come tradizione vuole la gente ama aver qualcosa da festeggiare. Per parlar male c'è sempre tempo.
Al telefono Aurora mi informa che su internet è iniziato il “gioco della bestemmia” il modo con cui i vari “atei” fanno sapere quanto sono tolleranti, comprensivi e via dicendo sparando dei “porco qualcosa” che se poi uno si offende è lui che un retrogrado e non tu uno sboccato del cazzo. Ma al momento non ci interessa.
Passano abbondanti tre quarti d'ora ogni tanto dalla folla qualcuno prova a far festa: prima degli “evviva il papa” poi applausi e grida e infine (come estremo tentativo di coinvolgere) l'Inno d'Italia. La folla non si lascia coinvolgere se non a pezzetti: alcuni applaudono, altri gridano, pochi cantano. La maggior parte vorrebbe almeno il pretesto però che a fissare un balcone vuoto ci si sente un po' fessi.
Fisso il balcone ed inizio ad immaginare un fonico che esce per posizionare il microfono e preso dalle ovazioni della folla si sistema la salopetta di Jeans e proclama:
-HABEMUS ELECTRICISTA! Fanno cento euro con fattura!- la folla esplode in delirio.
Mi riscuoto dalle mie fantasticherie quando il balcone si apre e la folla esulta. Questa volta per davvero. Il Cardinal Nonsocomesichiama si piazza sul balcone pronunciando immortali parole:
-Annuntio vobis gaudium magnum:habemus papam Jeorge Mario Bergoglio!- applausi.
Nella piazza si diffonde un brusio. Sento distintamente un “e chi cazz'è?” poco più in là. La gente non ha capito il dubbio serpeggia poi il Cardinal Nonsocomesichiama riprende fiato e aggiunge:
-Qui sibi nomen imposuit: Francesco.- stavolta è un tripudio.
Applausi, grida, manifestazioni di giubilio. Dalle parti dell'obelisco parte un coro da stadio al grido di “Francesco! Francesco!”. Una voce (forse lo stesso di prima) è estasiato “come al capitano!”
il papa avanza sul balcone. Il maxischermo ci rimanda l'immagine di un uomo atterrito dalla folla che ha davanti. Ancora adesso sono convinto che qualcuno l'abbia spinto fuori.
Passano trenta secondi con applausi a singhiozzo e un papa impietrito sul balcone con la stessa espressione che faccio io se la mia ragazza ordina il vino della “cantina speciale”. Poi parla.
Avrà assai da fare questo papa, tutti gli impicci del Vaticano, tutti gli scandali, far ritrovare un briciolo di fede nella chiesa alla gente e una marea di altre cose.
-Santità 4 Ire di Dio V edizione?-
Secondo me gli serviranno.

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