lunedì 18 febbraio 2013

Carlos impara a volare


Una settimana fa.
Madri, telegiornali, passanti e persone al bar non fanno che ripetere che oggi e proprio oggi nevicherà. Questo tira e molla va avanti da circa cinque giorni. Su una cosa sono tutti concordi: fa freddo, come di solito capita d'inverno. In televisione stanno dibattendo su quanto questa “ondata di gelo” sia senza precedenti ma per quanto si sforzino, a parte i neonati e i malati di Alzheimer, tutti gli altri ricordano un evento simile l'anno precedente. E quindi c'è poco allarmismo a questo giro di tango.

Intanto in una casa si via Appia Nuova, una notte, uno degli inquilini si aggira con fare circospetto nell'oscurità. Ha il pantalone del pigiama a rovescio, gli occhi aperti quel tanto che basta da non riaddormentarsi. A vederlo lì nel buio della cucina comune sotto ad un pesante plead come una versione sovrappeso e infreddolita del triste mietitore (una versione chiaramente stonata dal troppo lavoro e intenta a cercare la falce).
Ovviamente non è nulla di tutto questo. Ve lo posso dire per certo: non c'è nulla d'inquietante in questa scena se non che la cucina è gelida ed è l'unica via verso il bagno. Per il freddo che fa in quella cucina c'è qualcosa di eroico anche solo nel gesto di alzarsi dal letto. Fidatevi, io lo so. Perché quello sono io.
Nel dormiveglia il cervello conclude che fa comunque troppo freddo per una casa dove il riscaldamento è acceso dalle 3 alle 23. non ha senso ma non è il caso di ragionarne ora: fa freddo. L'unica cosa sensata da fare è arrivare al bagno e poi tornare a dormire. E così faccio.

Il giorno dopo fa veramente freddo. Anche i Carlos ragionano nel loro idioma misterioso (il Carlossese). Carlos 1 ha passato la notte insonne, Carlos 2 è diventato di colpo il primo esportatore di moccio della penisola iberica.
In teoria stavamo tutti “cucinando” ma per un tacito accordo tutti ci guardiamo intorno in cerca del perché. Come è possibile che le nostre stanze siano calde e tiepide e la cucina (che sta proprio al centro della casa e non ha finestre) è una ghiacciaia?).
Poi Carlos 1 lo sente: uno spiffero sotto la porta di una delle stanze vuote.

Piccola digressione. Un po' di tempo fa una coppia di ragazzi, un lui e una lei, stanno visitando la casa. Francesco, il padrone, illustra con fare sapiente le condizioni della convenientissima doppia:
-Si sono 700 euro comprese le spese, magari è un po' tanto ma infondo che la prendiate voi o una famiglia di magrebini a me non cambia niente-
-mmm- fa lui con l'aria professionale.
-e poi pensateci: avete anche un balcone esclusivo.- per sottolineare la cosa Francesco apre il balcone. Essendo questa una ricostruzione posso solo immaginare come sia andata: lei vede la bellezza del paesaggio, lui si innamora della tecnologia dei cardini che hanno compiuto questo miracolo. Si guardano per un istante negli occhi.
-Ok la prendiamo.- dice lui tutto orgoglioso.

Torniamo al giorno più freddo dell'ultima era geologica (secondo TGcom). Io e i Carlos siamo per metà fuori dalla finestra guardando verso il balconcino della doppia. Potremmo cadere di sotto da un momento all'altro ma per ora lo sgomento è quello che ci ancora saldamente al davanzale.
Il balcone della doppia è spalancato. Probabilmente lì dentro vive una colonia di pinguini carnivori come ne “Le montagne della follia”.
La porta è chiusa a chiave, di là non si passa. Carlos 2 decide di aggirare il problema mettendo degli asciugamani arrotolati sotto la porta. Carlos 1 non è dello stesso avviso. Si vede lontano un miglio che gli rode il culo.
Prende una sedia dalla cucina, una scopa e si piazza davanti alla finestra del bagno. Dopo alcune manovre che lasciano me e Carlos 2 immobili nel terrore Carlos 1 trova la sua posizione ideale per realizzare il suo sogno: entrare nei Darwin Award. Carlos 1 è per metà fuori dalla finestra: un piede sul davanzale uno sulla sedia accanto alla finestra, tutto il busto si protende in avanti nel vuoto puntando verso il balcone accanto alla finestra del bagno. Il braccio sinistro aggrappato alla parte superiore della finestra è l'unica cosa che impedisce alla gravità di fare il suo lavoro. Il destro invece è quello che lo farà andare di sotto.

Il piano di Carlos 1 è di una semplicità disarmante (e totalmente demente): usando la scopa vuole agganciare l'anta del balcone e chiuderla con un'abile gioco di polso. È al secondo tentativo quando io e Carlos 2 ci riprendiamo abbastanza da avvicinarci e tenerlo fermo.
Uno sguardo di intesa e poi lo trasciniamo dentro. Carlos 1 fa un minimo di resistenza, la testa della scopa vola di sotto. I due Carlos iniziano a discutere in spagnolo. Credo che venga chiamata in causa qualche antenata di facili costumi. Volano due schiaffoni ben assestati. Poi i due ritornano nella loro stanza. Discuteranno per tutta la giornata.
Intanto io piazzo dei panni arrotolati sotto la porta e prego che arrivino in fretta i nuovi inquilini.
Continuando così uno dei Carlos potrebbe provare a far saltare la porta.

ps: è una storiella cazzona, me ne rendo conto. Non sapevo che scrivere e questo mi pareva un evento interessante. In questi giorni cerco di riprendere un atteggiamento più serio condividendo con voi l'opinione sui miei ultimi acquisti. 

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