Fa freddo, le gambe mi fanno male, gli
scarponi battono sul terreno a ritmo regolare. Raffiche di vento si
abbattono su di me ad intervalli regolari ad ogni incrocio sono
costretto ad alzare il cappuccio quel tanto che basta per
riguadagnare un minimo di visione periferica. Il respiro mi appanna
gli occhiali mentre il freddo secca le labbra e quella parte esposta
di viso.
È quasi fatta, me lo ripeto come un
mantra, tra poco arriverà alla stazione Tuscolana da lì altri 500
metri di salita controvento e poi finalmente casa.
Ma come sono arrivato qui? Mezzo
ubriaco, senza sigarette, senza soldi ed esausto?
È necessario fare un passo indietro.
Solo metaforicamente però perché ora come ora non ne ho la forza.
Sono le 23 e un tot, il Napoli ha
appena finito di pareggiare con la Lazio col senno di poi non era
stata una grande idea vedersi la partita in compagnia di tre
juventini e un romanista ma a mia discolpa l'idea non era stata del
tutto mia.
Aurora è quel tipo di tifosa che segue
marginalmente il campionato finché la propria squadra non arriva a
lottare per le prime posizioni facendo salire la tensione. A quel
punto lei, che fino a quel momento si era accontentata di vedere gli
status su facebook per capire cosa aveva fatto il Napoli ora voleva
vedere la partita in un pub. O forse aveva solo voglia di uscire un
po' ed ha sfruttato la partita per mettere in movimento le cose.
Ora una persona intelligente davanti ad
un dilemma del tipo: “due persone a piedi abitano ad un capo della
città e quattro persone motorizzate all'altro vanno al pub a vedere
la partita. In quale pub decideranno di vedersi?”
la risposta giusta non la so ma di
sicuro non è: “nel pub sotto casa di quelli motorizzati.”
Probabilmente il karma mi ha punito per
questo.
Ad ogni modo la serata è andata bene:
si è bevuto, si è mangiato, abbiamo avuto una dimostrazione pratica
di cosa non fare quando si ha un pub e il Napoli ha quasi perso per
colpa di quei gufi di merda degli amici di Valerio. Credo che Aurora
e i ragazzi abbiano intavolato delle conversazioni o altre cose così
ma onestamente non ci ho badato molto.
Il filo dei miei pensieri viene
interrotto, un autobus passa sfrecciando lungo la strada. Sono
esattamente equidistante da entrambe le fermate, di mettersi a
correre non se ne parla. Bestemmi, quello si, ma la cosa non fa
rallentare o fermare il mezzo. Come per punizione alla bestemmia una
raffica di vento mi investe appena giro l'angolo. Incasso la testa
tra le spalle mi curvo e continuo a camminare.
Il trucco è pensare ad altro.
La serata è finita. Ognuno va per la
sua strada il che implica Valerio e gli amici a circa 200 metri dal
pub io e Aurora verso la metro e oltre. Camminando insieme agli altri
chiacchiero neanche tanto per caso con Aurora di quale strada ci
conviene fare: scendere a Ponte lungo e pregare che ci sia l'autobus?
Scendere a Re di Roma e avviarsi spartanamente a piedi?
Qualcuno chiede:
-Stefano ma te non abiti sopra la metro
di Furio Camillo?-
-eh si ma mica faccio tornare Aurora a
casa da sola- Aurora sfodera la sua miglior faccia da donzella in
pericolo.
-E dove abita lei?-
-Al Pigneto, una buona mezzora a piedi
da casa mia.-
-ah. Lì la metro non ci passa?
-mamma mia che freddo- sottolinea
Aurora lì di fianco.
-No dobbiamo camminare.-
-ah, peccato. Che sfiga però-
A onor del vero Valerio si offre mette
a disposizione il suo motorino se un altro partecipa ci portano pure
a casa. Gli altri fanno i vaghi. A questo punto faccio un autogol:
Valerio è disposto ad accompagnare anche solo Aurora. Il problema
sarebbe risolto: io piglio la metro e sto a casa e arrivederci e
grazie. Problema: non ci si capisce. La brina nel cervello ci fa
essere stupidi e così eccoci nella metro A.
Da lì sarà un odissea a passo di
marcia. Camminiamo svelti per scaldarci e in una ventina di minuti
deposito Aurora al Pigneto. Un bicchiere d'acqua, un carico di calore
e via verso casa. Ora sono qui. Ho passato la stazione Tuscolana, mi
resta solo un piccolo tratto di strada poi letto termosifoni e riparo
(e anche un gabinetto che certi bisogni si fanno impellenti).
Non c'è grande epicità in tutto
questo, nessuna cerca gloriosa, niente fatti simpatici. Sono anche
quasi certo di essermi inventato i dialoghi solo per necessità di
fiction. Questo post non serve a nulla. Non è un monito per le
future generazioni. Non porta con se la saggezza degli anziani.
Questo post ha un unico scopo:
far vedere che oggi ho scritto qualcosa
e non ho passato l'intera giornata chiuso sopra ai telefilm.
ps: il titolo è una citazione di Qualcuno. nessuno del gruppo di Valerio ma comunque una persona di classe.
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