domenica 10 febbraio 2013

"Buona passeggiata"


Fa freddo, le gambe mi fanno male, gli scarponi battono sul terreno a ritmo regolare. Raffiche di vento si abbattono su di me ad intervalli regolari ad ogni incrocio sono costretto ad alzare il cappuccio quel tanto che basta per riguadagnare un minimo di visione periferica. Il respiro mi appanna gli occhiali mentre il freddo secca le labbra e quella parte esposta di viso.
È quasi fatta, me lo ripeto come un mantra, tra poco arriverà alla stazione Tuscolana da lì altri 500 metri di salita controvento e poi finalmente casa.
Ma come sono arrivato qui? Mezzo ubriaco, senza sigarette, senza soldi ed esausto?
È necessario fare un passo indietro. Solo metaforicamente però perché ora come ora non ne ho la forza.
Sono le 23 e un tot, il Napoli ha appena finito di pareggiare con la Lazio col senno di poi non era stata una grande idea vedersi la partita in compagnia di tre juventini e un romanista ma a mia discolpa l'idea non era stata del tutto mia.
Aurora è quel tipo di tifosa che segue marginalmente il campionato finché la propria squadra non arriva a lottare per le prime posizioni facendo salire la tensione. A quel punto lei, che fino a quel momento si era accontentata di vedere gli status su facebook per capire cosa aveva fatto il Napoli ora voleva vedere la partita in un pub. O forse aveva solo voglia di uscire un po' ed ha sfruttato la partita per mettere in movimento le cose.
Ora una persona intelligente davanti ad un dilemma del tipo: “due persone a piedi abitano ad un capo della città e quattro persone motorizzate all'altro vanno al pub a vedere la partita. In quale pub decideranno di vedersi?”
la risposta giusta non la so ma di sicuro non è: “nel pub sotto casa di quelli motorizzati.”
Probabilmente il karma mi ha punito per questo.
Ad ogni modo la serata è andata bene: si è bevuto, si è mangiato, abbiamo avuto una dimostrazione pratica di cosa non fare quando si ha un pub e il Napoli ha quasi perso per colpa di quei gufi di merda degli amici di Valerio. Credo che Aurora e i ragazzi abbiano intavolato delle conversazioni o altre cose così ma onestamente non ci ho badato molto.

Il filo dei miei pensieri viene interrotto, un autobus passa sfrecciando lungo la strada. Sono esattamente equidistante da entrambe le fermate, di mettersi a correre non se ne parla. Bestemmi, quello si, ma la cosa non fa rallentare o fermare il mezzo. Come per punizione alla bestemmia una raffica di vento mi investe appena giro l'angolo. Incasso la testa tra le spalle mi curvo e continuo a camminare.
Il trucco è pensare ad altro.

La serata è finita. Ognuno va per la sua strada il che implica Valerio e gli amici a circa 200 metri dal pub io e Aurora verso la metro e oltre. Camminando insieme agli altri chiacchiero neanche tanto per caso con Aurora di quale strada ci conviene fare: scendere a Ponte lungo e pregare che ci sia l'autobus? Scendere a Re di Roma e avviarsi spartanamente a piedi?
Qualcuno chiede:
-Stefano ma te non abiti sopra la metro di Furio Camillo?-
-eh si ma mica faccio tornare Aurora a casa da sola- Aurora sfodera la sua miglior faccia da donzella in pericolo.
-E dove abita lei?-
-Al Pigneto, una buona mezzora a piedi da casa mia.-
-ah. Lì la metro non ci passa?
-mamma mia che freddo- sottolinea Aurora lì di fianco.
-No dobbiamo camminare.-
-ah, peccato. Che sfiga però-
A onor del vero Valerio si offre mette a disposizione il suo motorino se un altro partecipa ci portano pure a casa. Gli altri fanno i vaghi. A questo punto faccio un autogol: Valerio è disposto ad accompagnare anche solo Aurora. Il problema sarebbe risolto: io piglio la metro e sto a casa e arrivederci e grazie. Problema: non ci si capisce. La brina nel cervello ci fa essere stupidi e così eccoci nella metro A.

Da lì sarà un odissea a passo di marcia. Camminiamo svelti per scaldarci e in una ventina di minuti deposito Aurora al Pigneto. Un bicchiere d'acqua, un carico di calore e via verso casa. Ora sono qui. Ho passato la stazione Tuscolana, mi resta solo un piccolo tratto di strada poi letto termosifoni e riparo (e anche un gabinetto che certi bisogni si fanno impellenti).

Non c'è grande epicità in tutto questo, nessuna cerca gloriosa, niente fatti simpatici. Sono anche quasi certo di essermi inventato i dialoghi solo per necessità di fiction. Questo post non serve a nulla. Non è un monito per le future generazioni. Non porta con se la saggezza degli anziani.
Questo post ha un unico scopo:
far vedere che oggi ho scritto qualcosa e non ho passato l'intera giornata chiuso sopra ai telefilm.

ps: il titolo è una citazione di Qualcuno. nessuno del gruppo di Valerio ma comunque una persona di classe.

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