Piove come se Dio ci stesse pisciando
addosso . Fa freddo, quel tipo di freddo che riempie l'aria quando fai
una gaffe alla cena con i genitori di lei.
Apro la porta e trovo i Carlos che
osservano il lavandino come devono aver osservato gli alieni
nell'area 51. mi avvicino, uno dei due si illumina in volto mi fa
segno di guardare.
Il rubinetto è piegato di lato, la
saldatura ha ceduto ed ora tutto il pezzo penzola come il cazzo di un
impotente. Se provi ad aprirlo da qualche parte al suo interno
l'acqua produce un basso guaito, lo stesso che produrrebbe
l'impotente davanti ad una modella vogliosa.
Non si dovrebbe fare, è peccato ma mi
scappa: gli bestemmio i morti a tutti e due. È napoletano arcaico ma
Carlos Due sembra intuire qualcosa, fa una faccia strana, prova a
dire qualcosa. Lo guardo malissimo e un metro e novanta di ragazzone
fa una faccia mortificata. L'altro gesticola cercando di generare
empatia. Il messaggio è abbastanza chiaro: “giuro l'ho toccato
solo ed è diventato così.” mi guarda speranzoso. Carlos Due
borbotta qualcosa in spagnolo che potrebbe significare “ci
appelliamo alla Tua misericordia per rimediare alle nostre mancanze.”
Mannaccia a me e a quando ho impugnato
un cacciavite per rimontare la mensola.
Guardo N°1. Guardo N°2. Guardo il
lavandino. Numero uno ha in mano una pinza a becco lungo. Nella mia
testa si forma una nitida immagine di lui che me la porge con aria
speranzosa. Prendo un respiro. Con la mano tocco il rubinetto, provo
ad aprire l'acqua tutta la parte pendula vibra leggermente, un guaito
basso riempie la cucina. Esplodo.
-MA COSA STRACAZZO DEVO FARE IO MO!?-
i due si ritraggono sorpresi. È la prima volta che attacco ad urlare
in casa e il fatto che non capiscano la lingua non attenua l'odio
nelle mie parole.
-CHE POI COME SFACCIAMA AVETE FATTO A
SCASSARLO? VE LO SIETE SBATTUTO A CULO?!-
Mi giro e vado nella stanza. Non è una
buona cosa maltrattare due dementi ma oggi girano assai le palle e
questa è la ciliegina sulla torta. Non è colpa loro. La colpa come
il peccato nasce molto prima.
Stacco, interno giorno. Un'agenzia
interinale semivuota, io seduto di fronte all'ennesima tizia
dall'aria spocchiosa che fissa con un misto di disprezzo e
compatimento il mio curriculum.
-Guardi, il suo curriculum è
interessante ma purtroppo la nostra agenzia sta cercando un tipo di
persona diversa.-
-Del tipo?- questa non l'avevo mai
sentita, merita un approfondimento.
-Cerchiamo giovani attivi e dinamici da
inserire nei nostri quadri aziendali.- fa lei col miglior tono da
call center.
Sto per ribattere. Sto per dire che
mica sono un vecchio, che pure io merito di essere sfruttato e
sottopagato come tutti gli altri. Poi un flash mi passa davanti agli
occhi: sono in coda al supermercato una signora prima di me sta
posando un quintale di roba sulla cassa. Per puro caso nota il
singolo pacco di pasta che ho in mano. Guarda la cassiera e dice:
-Faccia fare prima al signore che ha
solo una cosa.-
Signore?
Poi un immagine sulla carta di
identità: data di nascita: 17/03/1983.
una molla scatta.
Trent'anni, la fine di tutto
scusatemi Carlos, non è colpa vostra.
È il destino che si sta accanendo.
Nessun commento:
Posta un commento