Come ogni volta che quelli del Drappo
Rosso partivano per una delle loro missioni la pace calava sul Ratto
Zoppo. Oltre a una mezza dozzina di ubriaconi e qualche aspirante
eroe la locanda era vuota lasciando a Jeff libero di dedicarsi alla
sua attività preferita: fumare la pipa e recriminare contro la
sfortuna che lo aveva inchiodato lì.
Gli uomini del Drappo avevano fermato
la sua ascesa ma Jeff aveva imparato a non dare la colpa al coltello
e a concentrarsi sul rapinatore che lo impugnava. Quei dannati
avventurieri si erano così concentrati sui suoi affari da perdere
completamente di vista il quadro generale.
-una volta gli eroi andavano a nord a
farsi uccidere dal Signore Oscuro.- borbottò in una zaffata di fumo
puzzolente -Ora invece si immischiano negli affari della mala
cittadina-.
Uno degli ubriaconi distesi sul banco
sollevò la testa fermamente convinto che i borbottii di Jeff fossero
un invito ad un altro giro. Il locandiere lo ignorò mentre la sua
attenzione si concentrò sull'insistente chiacchiericcio querulo
nell'oscurità oltre l'ingresso. Jeff conosceva quelle voci e le
odiava, come odiava oltre tre quarti del creato del resto. Se gli
uomini del Drappo erano il coltello quelle erano le voci dei
rapinatori.
Il proprietario della voce spalancò la
porta usando più la sua arroganza che la forza delle braccia. Si
stagliò per qualche secondo sull'uscio con i suoi sgherri ai lati e
poi entrò con passi misurati e melodrammatici. Abiti eleganti di
ottima fattura, gioielli e lame ben in vista, capelli tenuti in
lunghe code di cavallo L'effetto generale sarebbe potuto essere molto
migliore se non fosse stato che il più alto dei tre arrivava a
stento alla cintola di Jeff ed era largo il doppio di un qualsiasi
grassone umano. Hobbit
-ci mancavano anche i piedipelosi-
borbottò Jeff.
Quello dei tre che sfoggiava
l'orecchino più pacchiano, chiaro simbolo del comando in tutte le
congreghe criminali dell'universo, si avvicinò al bancone con i
migliori grandi passi che la gambe gli concedevano. Jeff li osservò
con astio mentre svuotava la pipa con gesti misurati. Attese che i
due sgherri aiutassero il capo ad arrampicarsi sullo sgabello poi,
con un sorriso tirato, quel tipo di sorriso che di solito si riserva
ad una battuta di cattivo gusto disse
-benvenuti nella mia umile locanda
nobili signori-
-si, si, salute anche a te- rispose
l'hobbit
-cosa desiderate mio signore?-
-fare due chiacchiere.- il mezzuomo si
fece pensieroso per qualche istante e poi aggiunse -e se in questa
bettola hai del vino che non sia ancora diventato aceto farai bene a
offrirmene un po'-
la parola 'offrire' fece sparire la
finta cortesia del locandiere.
-e di quali alte questioni vuoi
discutere con me Ron?-
-non dimenticare il tuo posto Ratto-
-lo conosco il mio posto- fissò
l'hobbit -un metro sopra la tua testa.-
Il mezzuomo rimase in silenzio facendo
cenno ai suoi uomini di rinfoderare i coltelli.
-sempre tagliente, eh Ratto? Devi
capire che i tuoi giorni di gloria sono finiti- ridacchiò -il capo
tollera la tua bettola, non è una persona irragionevole-
-lo so. Gli piace tenermi bene in
vista- disse Jeff.
L'espressione del mezzuomo si trasformò
in un istante. Il suo sorriso diventò incredibilmente simile a
quello di uno squalo, uno squalo molto nervoso.
-allora perchè, in nome degli dei,
continui a sfidare la nostra pazienza?-
-io?- disse Jeff -che avrei fatto per
sfidare il grande e potente clan?-
-sai benissimo che hai fatto!- ringhiò
l'hobbit -hai spedito quelle teste calde del Drappo contro quei
briganti!- dopo un attimo di silenzio tenne a precisare -i nostri
briganti!-
-non avevo idea che fossero i vostri
uomini- disse Jeff
-io ho solo mandato quegli idioti sulle
colline sperando che si facessero ammazzare- il sorriso del
locandiere, però, sottintendeva tutt'altro. Un messaggio che detto a
parole sarebbe suonato più o meno così: si esatto li ho mandati
io. Conosco tutte le vostre attività, tutti i vostri alleati e tutti
i vostri nemici. Una volta ero io il capo, o quasi. Fossi in te e in
quell'idiota del tuo capo ringrazierei gli dei che io mi limiti solo
a darvi fastidio ed eviterei di venire qui a provocarmi perché non
si può mai sapere quale asso posso avere nella manica pronto
all'uso.
Era uno tra i bluff
più improbabili e rischiosi della storia della città e forse
proprio per questo che il piccolo cervello di Ron, da sempre
refrattario ad ogni tipo di pensiero critico, decise che c'erano
abbastanza probabilità che Jeff dicesse sul serio. Dopotutto Jeff
era un infido bastardo.
Il silenzio che
seguì durò alcuni minuti interrotto solo dal basso mugolare degli
ubriaconi stesi sui tavoli del Ratto Zoppo. Ron e Jeff si fissarono
per tutto il tempo finché il mezzuomo non decise di aver trovato la
giusta linea d'azione per non perdere la faccia senza rischiare
ritorsioni.
-questo era un
avvertimento- disse Ron -stai molto attento, la prossima volta il
capo potrebbe non essere così buono-.
Detto questo Ron e
i suoi guardiaspalle girarono sul posto come un gruppo di ballerine
grasse, brutte e totalmente prive di grazia ed inforcarono la porta
uscendo nello squallido vicolo fuori dal Ratto Zoppo.
Finalmente solo
Jeff strappò dalla floscia mano di un ubriacone un boccale mezzo
pieno e lo sorseggiò con un ghigno privo di allegria.
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