Diciamo che ci ho provato. In teoria ho
abbastanza birra in corpo per esprimermi in maniera poetica ma
proprio non mi viene stasera. In questa notte piovosa sono lo stitico
sulla tazza del cesso dell'immaginazione.
Quindi procederò con i pensierini
delle elementari.
Sarà che quando piove come ha piovuto
oggi hai un sacco di tempo per pensare ma il succo è che le cose non
vanno bene.
O meglio, vanno benissimo da un lato e
tragicamente male dall'altro.
Si, confesso che quando è iniziata
questa storia pensavo fosse tutto molto più semplice. Com'è ovvio
invece sono ancora qui. Fermo.
Se faccio due conti non sono andato
troppo in là rispetto al punto di partenza.
Non ho un lavoro e per quanto reciti
benissimo la parte di “quello che aspetta la telefonata importante”
non credo lo avrò a breve termine.
A trent'anni mantenuto dalla famiglia
non è una bella cosa. Puoi metterci tutti i fiocchetti ed i nastrini
che vuoi ma suona comunque di merda.
La sceneggiatura e tutti i grandi
progetti? Scorregge al centro di un uragano.
C'è gente che disegna, ci sono cose
che scrivo ma la sensazione di star seduto a farmi pippe mentali non
va via.
Non è un lavoro se nessuno si piglia
manco la briga di sputarti in faccia.
Sto alla Prova centrale o
devo ancora superare la prima soglia?
Sono
scoraggiato perché nel mondo vero non ci sono i colpi di culo ma
solo le occasioni perse. Nel mondo vero quando lei si gira e se ne va
non si guarda indietro.
Certe
volte mi sento a vacante. Ok, l'inadeguatezza e l'inutilità sono
state mie compagne di vita sin dall'adolescenza non è quello il
problema.
Il
problema è che probabilmente non ce la farò. Non è la prima volta
sicuro ma non farcela stavolta sarebbe infinitamente peggio.
Per
cui, come i peggiori giocatori di poker con l'acqua alla gola, faccio
l'unica cosa che mi viene in mente.
All
in. A come viene viene.
Magari
queste carte basse bastano per incastrare una scala.
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