giovedì 19 dicembre 2013

Regole di convivenza



Per qualche oscuro motivo quando due o più amici vanno a vivere insieme le probabilità che essi si uccidano entro la terza settimana sono altissime. se anche dovessero sopravvivere fino alla fine il loro rapporto sarà irrimediabilmente devastato dalle differenti abitudini.
Per prevenire questa serie di nefasti eventi io in collaborazione con l'ONU e la corte dei diritti umani abbiamo stilato questo semplice prontuario di regole atte a prevenire le tragedie.

Potranno sembrarvi cose da nazisti, cose ovvie ma l'esperienza insegna che è sempre meglio dire prima che discutere poi.

ecco a voi le

TAVOLE DELLA LEGGE

1 (regola aurea)
Ognuno si vede le cose sue.
Ovvero: ognuno si compra le sue cose, si consuma le sue cose e fa le sue cose. Non esiste il “ti trovi ad andare dal tabaccaio compri le sigarette anche a me così come non esiste il “butta un po' di pasta anche per me” o il “ti trovi a scendere portati il cane”

2
Le singole camere da letto sono da considerarsi zone franche con diversa giurisdizione rispetto al resto della casa.
Ad esempio finché il caos e i mucchi di vestiti non oltrepassano la soglia della stanza esso non è da considerarsi un problema

3
All'interno degli spazi comuni vige la legge del “chi arriva prima”.
Chi prima accende la TV sceglie il programma. Chi arriva per secondo ai fornelli aspetta che l'altro ha finito e via così.

4
Come lo trovo lo rimetto.
Se sporco l'unica pentola la rilavo perché magari a qualcuno piace cucinare nella stessa pentola.
Se ti fai il caffè pulisci la macchinetta dopo così da concedere lo stesso onore a chi viene dopo.
Di contro se è tradizione lasciare lo scarico del lavandino intasato di avanzi prima lo sturo per il mio interesse e poi lo riotturo con i miei avanzi.

5
alcuni generi di prima necessità sono comprati in comune attraverso un fondo cassa.
-Carta igienica
-Sale
-Detersivi
-zucchero
-varie ed eventuali

6
Amici, fidanzati/e, et simila se si parcheggiano in casa sono TOTALMENTE a carico dell'ospitante.
“Questo è Franco il mio nuovo fidanzato, lui vive a casa sua ma praticamente ogni sera troverà una scusa per dormire qui. Faresti bene a considerarlo un nuovo inquilino.” NO!
“Ti presento Peppe, un mio caro amico che si sta trasferendo a Roma, può sembrare che sia un facazzista mantenuto dalla famiglia ma non è così. Dormirà sul nostro divano finché non trova un lavoro e una casa.” ASSOLUTAMENTE NO!

7
Eventi mondani come: cene dell'amicizia, feste di compleanno, rave party e sessioni di gioco di ruolo vanno comunicate in anticipo agli altri abitanti della casa che possono esprimere il loro diritto di veto.
“Stasera vengono i miei amici, urleremo frasi insensate e lanceremo dadi ingiro fino alle 4 del mattino”
“No guarda, domani alle 6 devo andare a lavoro.”


8
Le pulizie di casa si svolgono secondo intervalli regolari su base settimanale secondo una tabella che verrà successivamente discussa e approvata

9
il pagamento di bollette e altre questioni che comprendono lunghe file a causa della casa è equamente diviso tra i componenti della casa.
4 bollette, 2 inquilini uguale 2 file ala posta a testa

10
In NESSUN caso un inquilino può essere coinvolto in una discussione tra un altro inquilino e la propria partner(o viceversa).
“Amò ti giuro non ti ho tradita! Chiedilo a lui che sta sempre qui!” NO!

11
Una porta chiusa significa che se vuoi entrare senza temere spettacoli sgradevoli devi bussare.

12
L'acquisto o adozione di animali domestici più ingombranti di un pesce rosso deve essere approvato all'UNANIMITA' prima che l'animale sia effettivamente in casa.
“Salve ragazzi vi presento Shelob la mia tarantola gigante che girerà libera per casa” MAI NELLA VITA!

13
In caso di malattia si è esentati dai doveri di casa ed si ode di un eccezione alla regola 1
“coff coff...sto morendo di cicciopelosi a placche... ti prego...coff tu che vai dal tabaccaio compra il tabacco anche per me...”

14 (ancora in fase di discussione)
Giovedì sesso così da rinsaldare i rapporti interpersonali all'interno della casa.
Per qualche misterioso motivo nessuno è d'accordo però...

15
Una volta a settimana un inquilino può “giocarsi il Jolly” per non far valere (in un singolo caso una regola).

Non utilizzabile per le regole 11 e 12

mercoledì 18 dicembre 2013

Piacionerie



Diciamo che è un esperimento. Mi piaceva di scrivere una serie di frasi ad effetto di quelle che si dice "facciano colpo" tipo il classico "Ti sei fatta male cadendo dal Paradiso?" Premesso che non sono molto pratico, il mio metodo ruota intorno a battute sceme e sguardo da cucciolo bagnato sotto la pioggia... e non è che funzioni più di tanto.

Comunque, fatemi sapere se qualcuna funziona.

PS: domani per riequilibrare il karma ed evitare il coma diabetico ci dedichiamo alle offese creative.

Ti amo così tanto che ho smesso di pensare alla velina mora.

Non sei un angelo caduto dal cielo, sei il motivo per cui tanti angeli si distraggono e cadono di sotto

Non ti guardo negli occhi perché sono troppo occupato a fissarti le labbra nella speranza che dicano “ti amo”

Sei unica e preziosa come quella singola goccia di cioccolato che mettono nel cornetto al bar di Termini

Pur di averti voterei Casa Pound.
No aspè, facciamo che non fa niente.

Quando mi baci mi sento come quando Hamsik ha segnato il 2a3 in Juventus Napoli.

Quando balli anche il Dj più scarso del mondo diventa un genio.

Ti amo perché con te non devo fare finta che mi piacciano i Pink Floyd.

Non vedevo una cosa così bella da quando è uscito il film del Signore degli anelli.


Il tuo carattere è così forte da farmi sentire come un libro di Fabio Volo che vuole farsi apprezzare da Ellroy.

venerdì 13 dicembre 2013

Fumetto-forconi (l'ora delle rivolta!)


BASTA!!! è arrivato il momento di dire BAAASTA!!!

In tutta Italia la gente, il popolo si sta ribellando contro le angherie dei potenti! In tutta Italia le gerontocrazie e i potentati stanno tremando davanti alla furia del POPOLO!

Ora è arrivato il momento che anche noi, nella nostra piccola nicchia di sicurezza ci uniamo alla lotta.

Il mondo del fumetto è bloccato in mano alle lobby ed alle amicizie dei soliti noti che si spartiscono il lavoro lasciando fuori i giovani pieni di talento bollandoli come incapaci!

QUESTA COSA DEVE FINIRE!!1!!1!!!

Pensate che mi hanno rifiutato una storia fighissima dove Natahn Never combatteva contro i rom spazziali! È quello che la gente vuole! Ma loro: “no, non centra nulla col personaggio bla bla bla”.
La verità è che ora mi ruberanno l'idea!

Come una disegnatrice che conosco a cui sono state rifiutate le tavole con la scusa che non sa disegnare le mani! Lei giustamente ha risposto: “embè? Pure i Simpson c'hanno 4 dita e nessuno si è mai lamentato”

intanto Roberto Recchioni, solo perché c'ha gli amici dritti, lo pagano per fare una scopiazzatura di Halo che poi manco vende (Sveeeglia!1!!! cercatelo su internetto)

Intanto Diego Cajelli sta facendo un fumetto con un CINESE come protagonista! Un CINESE! Senza curarsi affatto che in Italia ci sono centinaia di giovani pronti a diventare eroi dei fumetti pur di arrivare a fine mese.
Vergogna!

Ma questa storia deve finire! Ormai si sa che vanno avanti solo grazie alle sovvenzioni statali all'editoria falsano il mercato con i loro fumetti (brutti) sovvenzionati dallo stato!

Se come me anche voi volete fermarli aderite alla protesta!

OKKUPIAMO LE EDICOLE!!!

Siamo tanti, ci mettiamo dentro edicole e fumetterie e impediamo a quelli che non si sono ancora svegliati di comprare fumetti del regime! Se entri dal giornaliaio e ti vuoi pigliare la Gazzetta tutto ok (sempre se non sei Juventino e allora giù botte). Ma se uno vuole comprare Orfani, log wei e altri fumetti di regime DOBBIAMO IMPEDIRGLIELO!

All'inizio protesteranno ma poi capiranno che è per il loro bene!

La protesta inizierà ufficialmente il 25 DICEMBRE (mattina) e andrà avanti a oltranza finché non saranno recepite le nostre richieste!

Ricordate: ogni edicola e fumetteria CHE NON APRIRA' lo farà per sostenere la nostra causa!
Siamo tanti!
Facciamoci sentire!!



SVEEEGLIA!!!1!!2!!!3!!!  

mercoledì 11 dicembre 2013

Quantic Coinflip



Lancia una moneta. Testa o croce. Alla fine non ha tutta quest'importanza. È solo un ramino che vortica nell'aria con pretese da direttore d'orchestra deciso a dettare la sua legge sulla platea di un pubblico deserto.

Testa. Hai i soldi, hai l'amore. Hai tutte quelle cose che spettano al trionfante eroe di Hollywood. Sei furbo, sei figo, magnanimo e di grandi qualità. La strada è bella che spianata, da qualche parte c'è quello che ti spetta con una grossa freccia luminosa sopra.
Devi solo prenderlo.

Croce. Non te la passi bene, non sei capace a prenderti della figa manco se te la tirano in faccia. Vivi la vita di Paperino senza la soddisfazione di far simpatia. Quello che vuoi è lì bene in vista c'è solo un fossato pieno di lava e coccodrilli assassini ignifughi pronto per te. Salta se hai le palle.
O dai un occhio sotto e vedi quelli che hanno detto “e che sarà mai.

Bello, netto e preciso. Ti metti l'anima in pace.

Che ci posso fare io? È uscito croce...

manco per il cazzo.

Ti convincono che la vita è in bianco e nero quando invece è tutto pieno di toni di grigio.

Lei è lì da qualche parte. Sfuggente come il gatto che devi portare dal veterinario.
Trovata per caso come quella 50 euro che ti eri dimenticato nel cappotto invernale.
All'inizio non è nulla di speciale se non l'unica costante di un continuo mutamento.

Poi le cose vanno a rotoli. Non sono ancora sicuro del perché. Probabilmente è che la gente sa parlare ma solo per dire che alla fine ha ragione.

Lancia una moneta.

Testa: ok tutto bene voltiamo pagina e vediamo cosa si può fare. Da qualche parte ci deve essere un ponticello stretto stretto su questo mare di lava.

Croce: Ma chi ve se incula a tutti quanti. A me l'uva manco mi piace e poi so una volpe e son carnivora e poi c'è la crisi e chi cazzo te lo fa fare, e poi a questa chi cazzo la sa ecc ecc fono al vecchi bancariello dei salumi che abbiamo imparato ad odiare.

Oppure fanculo alla monetina, al dado e alle opinioni molto costruttive. Fanculo alle pacche sulle spalle date slogandosi il braccio.

Bisogna saper ripartire da zero.

Per cui...


















giovedì 5 dicembre 2013

Tapoja Tales



Visto che al momento la mia vita sta subendo una massiccia ristrutturazione (più o meno come quella che hanno fatto gli americani ad Hiroshima). E considerando che un massiccio stormo di cetrioli volenti a ricerca di calore stanno dando la caccia al mio ano (si, è una metafora). Sarò più sintetico e sbrigativo del solito.

Dopo l'esperienza di Lucca i disegnatori non si sentivano sazi di disegnini e dediche fatte nei massacranti 4 giorni di fiera per cui hanno ben pensato di organizzare un bis in piccolo in patria.

In pratica domani (venerdì 6) i disegnatori del gruppo Faq Tales saranno alla fumetteria Topaja Town (info QUI) a fare dediche, presentare gli albi ecc ecc. la cosa inizia alle 16 e finisce quando il buon Paolo ci caccia.

Ora, teoricamente ci dovrei essere pure io come piatto forte della serata. Non capita mica tutti i giorni di vedere uno sceneggiatore esordiente in piedi che fissa i ragazzi che disegnano e si agita in modo buffo per sollazzare il pubblico in attesa.

Ma visto il suddetto stormo di cetrioli volanti assassini non ho idea dell'orario a cui potrei arrivare.
Mi rendo perfettamente conto delle folle adoranti che già si erano messe in fila per tirarmi le noccioline e gridare “Balla per il nostro sollazzo creatura!”
So che non è professionale mettere in dubbio il piatto forte della serata.
Ma se potete perdonarmi sicuramente troverete conforto nei nostri albi (quelli che abbiamo presentato a Lucca), nelle dediche e nei disegni che i ragazzi (per qualche oscuro e masochistico motivo) saranno felicissimi di farvi.


Insomma, fateci un salto che mi fate felice. Se poi il karma è dalla mia arriverò anche io.

venerdì 29 novembre 2013

Fumetti a caso: Saga (vol 1)




 Di Brian K. Vaughan e Fiona Staples

Pubblicato dalla Image e tradotto per noi dalla Bao

Volume da 100 e rotte pagine

Costo: 14 euro










Andiamo con ordine che questa è una faccenda complicata. Per dirla bene già dalle prime pagine non è ben chiaro se Saga sia definibile fantascienza o fantasy: c'è una guerra tra due razze nello spazio, ci sono le astronavi, c'è la magia, ci sono i robot e molti alieni assomigliano a razze tipiche del fantasy.

Insomma è un miscuglio. Uno di quelli strani ma molto ben riuscito.

La storia messa su da Brian K. Vaughan  (Quello di Ex Machina e Y, l'ultimo uomo   poi ne riparliamo per bene) è un po' un classico: due tizi di fazioni opposte da secoli si innamorano e figliano. Ovviamente tutto l'universo gli da la caccia. Ma il diavolo sta nei dettagli e quello che rende speciale questo fumetto sono i dettagli.

Ad esempio la voce narrante della storia è la neonata dei due protagonisti. Come anche il fatto che la nostra coppia di innamorati sia composta da: lui ingenuo idealista e un po' fesso, lei immane tamarra colma di senso pratico.
E loro sono solo i protagonisti.

Tra le altre trovate interessanti possiamo annoverare:
-il fantasma alieno/babysitter
-I Segugi (leggetevi il fumetto e non fate domande)
-La donna ragno
-i Sangue Blu: dei robot con uno schermo al posto della testa la cui espressività è affidata alle immagini che appaiono sui loro schermi.

Come primo volume fa il suo lavoro: i personaggi sono presentati bene e da subito ti sembrano persone e non machiette. E per alcuni era difficile. Ad esempio Il Volere, un cacciatore di taglie, viene presentato come il classico stereotipo per poi svelare una personalità più complessa.
Allo stesso modo alcuni personaggi vengono tirati dentro alla vicenda in modo tutt'altro che prevedibile, spesso con cose fintamente telefonate. Quel tipo di cose che ti fanno pensare “Ora sicuro succede questo”.
E invece no, e se succede lo fa in maniera totalmente diversa da come ci si aspettava.

Il comparto grafico merita tutto un discorso a parte. Fiona Staples riesce a metter su una grafica fiabesca accentuando ancora di più la sensazione di leggere un fantasy nello spazio. Ogni cosa è ricca di dettagli ma solo di quelli che servono. Il character design è un enorme guazzabuglio coerente di stili: ci sono armature medioevaleggianti, vestiti da pirata, corazze fantatecnologiche e strane creature uscite dall'incubo di un biologo.
A questo proposito si dovrebbe fare tutto un discorso specifico su Il Segugio. Solo un genio può far apparire sexy una creatura come quella.

Come quella cosa?

Io non vi dico niente: andatelo a comprare che merita. Son solo 14 euro.


Adesso scusate ma devo andare a prendere in numero 2.

giovedì 28 novembre 2013

Reazioni a caldo



Ore 20:08 redazione del Fatto Quotidiano. È il caos, gente che corre urlando, stagisti raggomitolati in posizione fetale accanto alle proprie postazioni, grida riecheggiano nei corridoi. In questa tempesta di panico crescente solo le persone nella sala riunioni sembrano ancora mantenere un minimo di sanità mentale.
Antonio Padellaro si guarda intorno dalla sua poltrona a capotavola. I redattori, i giornalisti e gli assistenti pendono dalle sue labbra.
-Quindi è successo. È confermato?- chiede Padellaro.
-Si signore. Interdizione, cacciata ecc ecc. Praticamente è Nat...-
-Dov'è Marco?-
Silenzio.
-Ehm, signore... pare sia chiuso in bagno da un bel po'... ansima e urla “SIII! OHHH SIII!” e cose del genere.-
-il dossier su Ruby è ancora qui vero?- Antonio si copre il viso con una mano.
-Cosa? Quello? Non lo ha degnato di uno sguardo.-
-Vabbé meglio così che quando girava per i corridoi urlando “Io l'avevo detto!”.-
-Signore...- dice un redattore che impugna una bottiglia di spumante -Visto che ci siamo non sarebbe il caso di festeggiare?- altri sorridono e annuiscono.
-”festeggiare” cosa, di grazia?- il tono di Padellaro potrebbe risolvere il riscaldamento globale.
-Ehm, l'interdizione, la caduta di B... insomma abbiamo vinto no?-
-Abbiamo vinto un cazzo!- tuona Padellaro.
-non capisco signore.-
-”O muori da eroe o vivi abbastanza a lungo da diventare il cattivo”- la voce querula di Travaglio fa girare tutti verso l'ingresso.
-In altre parole: a che serve un giornale come il Fatto ora che B non c'è più?- sorride, saccente.
-Abbiamo creato questo giornale nel picco del berlusconismo.- continua padellaro -Abbiamo SEMPRE parlato di lui e dei cazzi suoi. Dio santo, pure quando c'è stata la tragedia nelle filippine la prima pagina nostra era su B e le sue troiette.-
Nella sala riunioni cade il silenzio.
-Non è che è la fine della politica corrotta potremmo...- dice un redattore.
-Potremmo 'sta michia! Vi rendete conto che ora che lui è decaduto non abbiamo più il nostro antagonista?-
-Marco, te che ti diverti così tanto a citare Batman mi dici come sarebbe stato il film se a metà arrestavano il Joker, lo sparavano in testa e buonanotte?-
-Beh...- per la prima volta nella vita Travaglio non sa che dire.
-Te lo dico io come sarebbe stato: una merda! Proprio come questo giornale tra qualche giorno! Il tempo che uno degli altri processi arriva a destinazione e a B lo sbattono dentro! E noi? Noi di cosa cazzo parliamo?-
-MI pare di capire che il problema è semplice: ci serve un cattivo.- dice calmo un redattore.
-Alfano?- gli altri lo guardano come se avesse proposto di darsi fuoco.
-Non ha un briciolo di carisma, non è credibile come cattivo.-
-Renzi?- abbozza una giornalista.
-E' ancora alle prime armi, dobbiamo dargli tempo. Non si diventa loschi tutto d'un colpo.-
-Grillo?-
Travaglio fissa il redattore con espressione truce.
-No. Grillo è IMMACOLATO...- dice.
-Scusate, scusate. Era solo un'idea.-
-Me è proprio indispensabile? Insomma non potremmo continuare a fare buona informazione senza puntare il dito su uno?-
-Tu te lo subiresti un pippone da Travaglio se non sapesi che c'è qualcuno peggiore di lui?-
-in effetti...-
-Di questo passo non ne usciamo più. Marco sai come si sta organizzando Michele?-

Redazione di Servizio Pubblico notte fonda.
-Io te l'avevo detto che non bisognava attaccarsi sempre a lui ogni volta!- dice Sandro Ruotolo.
-Mica ogni volta Sandro! Gli italiani hanno il diritto di sapere.- Santoro è stizzito.
-Sapere che? Guarda mancava solo la puntata sulle mutande di Ruby e poi avevamo fatto.- Ruotolo si aggira per la stanza agitando le mani -Cosa ti avevo detto? “facciamola qualche puntata che parli di qualcosa che non sia lui, magari ne parliamo una volta al mese” ma tu “no! Gli italiani devono sapere!”-
-Ok Sandro, si è capito il tuo punto ma ora nella puntata che ci mettiamo?-
-Beh, oggi vai liscio con la decadenza. Dalla settimana prossima chi lo sa. Prega che qualche grillino faccia una stronzata.-

Altrove. Una stanza o almeno quella che queste persone chiamano stanza. Per un comune mortale la definizione corretta è un campo da calcio trasformato in sala riunioni. Dalle vetrate a specchio filtra la luce della luna. Una decina di uomini sono riuniti intorno ad un tavolo d'ebano.
-Quindi è decaduto?-
-Si, al momento ci è inutile.-
-Non credo, potrà ancora agitare le acque per qualche mese.-
-Si, ma ora non ha più senso la sua funzione. Era il baluardo degli impuniti, ora che è stato condannato la gente si aspetta che anche altre cose possano essere risolte secondo la legge.- l'ultima parola è quasi sputata.
-Me ne rendo conto, occorre un nuovo capro espiatorio. È bene rassicurare la gente.-
-Non sia mai inizino a credere che i loro problemi non arrivano tutti da un vecchio satiro miliardario.-
-Sarebbe un disastro. Inizierebbero a cercare di capire il Sistema.-
-Questo non è possibile, per ora atteniamoci ai fatti: occorre un nuovo capro espiatorio.-
-Ho un'idea.-
-Di che si tratta?-

-Vedrete.-

giovedì 21 novembre 2013

La dura legge del Blood Bowl



Grunt si guardò intorno con preoccupazione. I suoi compagni erano a terra. Non una bella cosa, ci arrivava anche il suo cervello da orco. Di solito erano loro a spezzare le gambe agli avversari. Questa volta però quei dannatissimi nani li stavano riempiendo di botte. La conoscenza delle regole di Grunt era un po' carente ma la sua mente semplice era convinta che non fosse legale portare un maledetto rullo compressore in campo!
Anche l'arbitro ne era convinto.
Peccato fosse morto quando aveva provato ad espellerlo.
Il resto delle Zanne di Grox giaceva a terra in varie posizioni innaturali, qualcuno svenuto, altri messi peggio. Il pubblico sugli spalti acclamava in estasi per la mattanza. Da anni non si vedeva una finale dei play-off simile. A 4 minuti dalla fine, sul 2 a 2 con soli 4 orchi ancora in piedi. Quattro orchi e una palla.
Grunt prese una decisione.
Avrebbero fatto come facevano gli elfi.
Possano i verdi dei orcheschi perdonarli tutti.
Krug si smarcò caracollando in avanti. Non cadde solo per la paura di quello che Grunt gli avrebbe fatto. Uno degli attaccanti ancora coscienti si lanciò con tutto il suo peso contro il nano che stava caricando Grunt a testa bassa. Il KRAAK del collo del nano rimbombò per tutto lo stadio. In un'occasione simile Grunt avrebbe esultato ma era troppo occupato in una pratica a lui quasi del tutto ignota: l'arte del passaggio.
Tirò indietro il braccio chiuse un occhio tenendo la lingua di fuori nell'espressione comune a tutti quelli che stanno facendo una difficile operazione di precisione al di là delle loro possibilità.
Prese fiato e lanciò.
Poi ci fu solo il boato della folla.

Immaginate con me siore e sinori! Pensate al football americano, quello più brutale che vi possa mai venire in mente. Fatto? Bene, ora sostituite le squadre di rissosi tossici violenti con razze prese dall'immaginario fantasy (orchi, nani, elfi, vampiri, zombie, hobbit, goblin ecc ecc). Infine sostituite le regole rigorose ed il rispetto per la vita altrui con una violenza becera e grottesca.

Ecco, quello che avete immaginato è il Blood Bowl! Nato dalla mente malata di Jervis Jonson, sviluppatore della Games Workshop (Quelli di Warhammer per capirsi). In principio Blood Bowl è un gioco da tavolo per due persone. Che simula una partita. Non ci volle molto prima che la gente organizzasse interi campionati in giro per il mondo.
Come al solito ogni razza ha delle particolarità: gli elfi sono agili e fanno gioco di passaggi, i nani sono duri, gli orchi menano come bestie, i goblin barano (a livelli che usano una motosega!) e via così.

Non è uno dei giochi più famosi ma lo è stato abbastanza da meritarsi un videogioco. Non è nulla di che in realtà: una semplice trasposizione su pc del gioco da tavolo.
Ma con la NOTEVOLISIMA aggiunta di una piattaforma per giocare on line.
E l'immenso pregio di costare si e no 10 euro.

Io mi ci sto chiudendo sopra come un tassico di Candy Crush.




Se avete 10 euro che vi prudono in tasca ecco un ottimo modo per smettere di essere produttivi e tornare ad azzeccarsi vicino al pc. Forza gente che i miei goblin hanno bisogno di avversari!


martedì 12 novembre 2013

Gli Improbabili (1): Basket no Ken



Nella vita di ognuno di noi capita di sentire storie di molto oltre il limite del probabile vendute come verità ed esperienze di vita intorno ad un tavolo del bar. Per qualche misterioso motivo molti di questi strani personaggi hanno orbitato a portata delle mie orecchie per anni. All'inizio stavo accarezzando l'idea di farci un fumetto ma non è cosa fattibile per milleuno motivi per cui inauguriamo questa nuova piccola rubrica.

NOTA IMPORTANTE: per ovvi motivi di privacy i nomi di persone e luoghi sono cambiati. Per quanto gli eventi narrati siano effettivamente accaduti i successivi dialoghi sono una mia ricostruzione.

Lorenzo è un giocatore di ruolo, uno di quelli nudi e crudi. È uno della nostra tribù: un nerd quando ancora era sinonimo di “sfigato”. Tra le molteplici passioni di Lorenzo ci sono le arti marziali: karate, judo e via così. Fin ora nessuno ha ancora avuto il cure di dirgli che non esiste un'arte marziale che ti faccia fare le stesse cose che fanno nei manga. Lui ha qualche labile sospetto ma per ora preferisce esplorare il variegato mondo delle arti marziali in cerca della sua via del guerriero.

-Domani vado a fare una prova in una palestra di Aikido.- dice Lorenzo tutto contento al bar
-E cos'è?- ribatte Gennaro, con un mezzo sorriso.
-Come “cos'è?” è un'arte marziale fighissima! Tutta prese, spezzamenti di ossa! Una roba spettacolare! C'hanno pure le spade di legno!-
-seee vabbé, uno che fa basket ti pesta uguale.-
-Gennà quelli fanno salti di un metro e ti spaccano la spada di legno sul cocco.-
-Ma non è nulla a confronto col basket.-

piccola digressione. Come ognuno di noi anche Gennaro ha una sua personalissima classifica di potenza riguardante i vari stili di combattimento. Nella sua personale visione delle cose Gennaro riconosce la seguente scala della viulenza:
sul fondo ogni tipo di arte marziale e/o picchiatori da bar
un gradino più su chiunque abbia praticato del ragby. Ciò in base alla convinzione che chi fa ragby ha un alta resistenza al dolore e una spiccata abilità nel somministrarla.
Ancora più in alto c'è il basket. Secondo i saggi il motivo principale è perché lui stesso lo pratica. Interpellato sull'argomento Gennaro ha sempre fornito la seguente risposta: “è perché ti insegna a cadere senza farti male (quindi ti immunizza a tutte le mosse che ti sbattono a terra) inoltre ti rende più agile.
Al secondo posto troviamo Mio Cuggino, praticante di non ricordo quale scuola segreta del Kung Fu. Stando ai racconti il cugino di Gennaro non è Batman solo perché entrambi i genitori sono ancora vivi.
Infine, alla vetta, c'è il nonno di Gennaro. Che praticamente è quello che ha insegnato al maestro dei 5 picchi.

Ora, Gennaro e Lorenzo sono amici da tempo. Entrambi hanno imparato a tollerare le fissazioni dell'altro. Lorenzo decide di non voler distruggere la visione del mondo di Gennaro insistendo troppo sull'abissale differenza tra l'aikido e il basket. La cosa finisce lì tutti a casa e felici.
Quella sera stessa, dopo la lezione dimostrativa, i due si sentono di nuovo. Se possibile ora Lorenzo è ancora più fomentato. Gennaro ascolta paziente fa “uh-uh” quando deve, dice “bello” quando è richiesto ma proprio non riesce a trattenersi dal sottolineare la superiorità del basket.
Lorenzo chiama in causa dei vaffanculi e la cosa sembra finire lì.

Il giorno dopo. Stiamo cazzeggiando come sempre è successo in tutti i miei anni di scuola superiore. L'attività preferita resta quella di sedersi intorno ad un tavolo e dire cazzate fino ad ora di cena ed oltre.
Ad un certo punto Gennaro arriva e si aggiunge al tavolo.
-Ragazzi, non avete idea di cosa mi è successo ieri.-
-Che è stato?-
-Dei tizzi hanno provato a rapinarmi.-
-Oddio! E dove?-
-Sulla via di casa mentre tornavo da basket.-
-Ja Genny non farti tirare le parole di bocca, racconta.-
-Erano in tre su un motorino. Io stavo tornando dall'allenamento serale, loro sono arrivati correndo minacciandomi con delle spade di legno tipo... tipo...-
-Tipo quelle da Aikido.- dice gelido Lorenzo.
-Si, esatto!-
-E tu che hai fatto?-
-Ovvio, li ho stesi tutti!-




Stacco, inizio flashback. Esterno notte.
È una fredda sera di Novembre. Gennaro sta tornando a casa con ancora addosso la canotta e i pantaloncini da basket. Nella mano destra ha un borsone da palestra, sotto l'ascella sinistra un consumato pallone da basket. Incede lento verso casa, tranquillo, serafico.
Quando all'improvviso! Dal fondo della strada deserta un Liberty bianco perla sfreccia verso di lui. Sul motorino tre tizi dall'aria poco raccomandabile gridano e berciano verso di lui. Impugnano delle katane di legno e le agitano con fare minaccioso. Uno di loro grida:
-Dacci tutto quello che hai, merda!- leccando la lama di legno come solo i cattivi di Ken il guerriero sanno fare.
Controcampo in primo piano sugli occhi di Gennaro che si riducono a due fessure per la concentrazione. Dettaglio del muscolo dell braccio che si tende.
Gennaro lancia il pallone da basket con violenza inaudita centrando in piano viso uno degli assalitori. Il tizio vola contro un muro per la potenza dell'impatto.
Il motorino fa un ampia curva per riprendere l'equilibrio. Dal sellino un secondo assalitore spicca un balzo preparandosi a menare un fendente con la sua spada di legno.
Genny schiva di lato. Flette le gambe e fa una mezza capriola rialzandosi in piedi. La gente lo deride, dicono che ha il fisico di un panzarotto, dicono che è una delle poche persone in grado di scivolare da ferma! Ignoranti! Non sanno la vera portata delle sue abilità! Egli si trattiene per non sconvolgere gli altri con la sua potenza.
Perso in queste riflessioni Genny schiva ancora una volta il suo aggressore. Con un abile gioco di gambe gli bassa alle spalle. Una mano afferra la testa del rapinatore e “palleggia” con tutta naturalezza tramortendolo.
-Maaaaleeedettoooo!!!- grida il tizio in motorino che ora si sta lanciando contro di lui come un kamikaze, accecato dal desiderio di vendetta per i suoi compari. Gennaro prende fiato assume La Posizione Difensiva. Il Liberty è a pochi centimetri da lui.
La scena dura pochi istanti.
Gennaro scarta di lato e allunga un braccio colpendo al collo il folle guidatore. Il motorino vola per aria fuori controllo a causa dell'immensa energia cinetica liberata. L'assalitore si blocca contro il possente braccio di Genny. La spada di legno gli scappa di mano, ruota un paio di volte nell'aria e poi si conficca nell'asfalto.
Genny lascia andare il suo assalitore, lo osserva con condiscendenza.
-Andate e non peccate più.- dice magnanimo -La prossima volta potreste incontrare qualcuno che fa basket con meno pietà di me.-

Intorno al tavolo restiamo basiti a fissare Gennaro che termina il suo racconto. Passeranno mesi, anni ma questa storia non verrà mai ritrattata. Una fredda sera di Novembre, mentre tornava da Basket, Genny è stato assalito da tre rapinatori armati di spade di legno (e implicitamente conoscitori dell'aikido). Lui, stoicamente, li ha affrontati e sconfitti.


Temete il basket.

lunedì 11 novembre 2013

Giochi a caso: Smash Up



Ci avviciniamo alla tremenda stagione delle piogge, non è più tempo di uscire e stare in mezzo alla strada aspettando gli amici per le odiose apericene. Ora è tempo di stare a casa piangendo l'estate che è finita e il lavoro che ci ruba l'anima.
In questi tempi tristi e oscuri c'è solo una cosa da fare: giocare! (almeno noi che non abbiamo dolci metà che ci trascinano al cinema a vedere film pallosi o ad "eccitantissime" cene a quattro con “l'amica mia e quel tipo con ci è fidanzata questa settimana”

insomma, diciamocelo, l'autunno è una rottura di scatole e in mancanza di meglio si devono trovare modi per far passare il tempo e questa piccola scatoletta intitolata Smash Up potrebbe essere un toccasana per le nostre piovose serate.

Ma di che stiamo parlando?
Direi che è il caso di andare a vedere.



Smash Up è un gioco di carte, non sul tipo di scala 40 ma estremamente semplice e veloce.
Il gioco è composto da 8 mazzetti di carte, uno per ogni fazione, le varie fazioni si combinano a coppie di 2 per creare il mazzo dei vari giocatori. Una volta che ogni giocatore ha il suo mazzo di carte si dispongono le “carte base” sul tavolo. Lo scopo di ogni giocatore è conquistare i punti delle basi e arrivare per primo a 15.

Questo è il gioco in breve ma andiamo a vedere i dettagli

le fazioni
Ci sono 8 fazioni che vanno combinate a coppie. Ogni fazione ha 2 tipi di carta: le azioni e i seguaci. Le azioni ti fanno fare cose (pescare, distruggere carte avversarie ecc ecc) i seguaci sono quelli che ti fanno conquistare le basi, anche loro hanno delle abilità ma niente di troppo complesso

ma facciamo una rapida carrellata così da darvi un'idea
tra le fazioni abbiamo:



Robot: si potenziano tra loro e sono abbastanza veloci
Pirati: scappano per tutto il campo pronti a piazzarsi dove dicono loro al momento giusto
Zombie: manco a dirlo si reciclano in continuazione.
Maghi: sono quelli che pescano di più facendoti avere sempre in mano nuove carte strane.
Folletti: fastidiosi fino all'eccesso, il loro scopo nella vita è infastidire il prossimo.
Ninja: fanno quello che fanno i ninja. Appaiono all'improvviso e ti rovinano i piani
Alieni: fanno sparire carte avversarie e rubano punti in giro
Dinosauri: grossi, cattivi e armati di cannoni laser!

Ora ricordiamoci che le fazioni si combinano a due a due. Quindi potreste ritrovarvi a giocare cose come: dinosauri-ninja (!!!) cosa che per me vale da sola il prezzo del gioco.



Ma come funziona il tutto?
Facile. Ognuno prende il suo bel mazzetto pesca 5 carte e poi a turno fa le sue cose. Ogni tutrno un giocatore può:
giocare un seguace su una base
giocare un'azione
pescare due carte e passare

lo scopo è conquistare le basi. Ogni seguace del tuo mazzo ha un valore di forza, la base ha un valore di resistenza. Quando la somma della forza di tutti i seguaci (di tutti i giocatori) raggiunge la resistenza della base quest'ultima esplode e da i punti a chi l'ha conquistata (di solito 1°, 2° e 3° posto).

Alla fine il gioco si riduce a questo se non fosse che tutto è progettato in modo tale da costringere i giocatori a darsi reciprocamente fastidio nel corso della partita. Quel tipo di fastidio da cui nascono poi inimicizie che durano per tutta la partita.

Il gioco dura scarsa un'ora, è abbastanza veloce (a meno che non avete nel gruppo persone che pensano troppo) e considerate le varie combinazioni delle fazioni è molto lungimirante. Ogni fazione fa una cosa diversa e le strategie variano inevitabilmente in base alla combinazione che capita per le mani.

In breve un giochino multiuso che si presta sia a partite del tipo “giochiamo a questo mentre aspettiamo a Peppe il ritardatario” che a lunghe maratone dove le faide si protraggono da partita a partita. Si può giocare da 2 a 4 giocatori (anche se a mio avviso il meglio di se lo da a 4).


Ma sto divagando, dinosauri con armi laser direi che il resto è superfluo.

martedì 5 novembre 2013

Il contrappasso dei cretini



tanto tempo fa in una casa studenti baciata dal corroborante rumore del traffico di via Appia Nuova viveva uno studente spagnolo. Il suo nome è andato perso nella notte dei tempi ma egli è da noi stato ribattezzato Sancio per astuzia e sagacia.
Sancio era un giovane erasmus giunto dalle iberiche terre per imparare l'idioma italico in quella che, in un'epoca remota. Era la capitale del mondo ed ora si riduceva a grossa metropoli trafficata piena di palazzi vecchi e scassati che ostruivano il traffico.

Sancio pagava per la sua cameretta una cifra esorbitante ma ugualmente godeva di tutti i confort che la casa potesse offrire, qualunque essi fossero. Ma in virtù della grossa spesa che Sancio doveva mensilmente affrontare egli detestava, (giustamente) l'immondo essere che condivideva con lui parte della nobile casa.

Costui era un gretto napoletano giunto dalle terre oltre la civiltà. Viveva in una stanza più simile a grotta che a camera e pagava un affitto sensibilmente più basso. Invero si trattava di una creatura dalle strane usanze: egli lavava i propri piatti come la peggior plebe, quando il cesto della spazzatura era colmo egli rimuoveva il sacchetto e misteriosamente lo faceva sparire chi sa dove. Evidentemente si trattava di strani riti della sua gente. Presto Sancio si rese conto che il turpe figuro borbottante non capisse nulla della sua lingua per quanto lui si applicasse a ripetere le parole lentamente.

Sancio tollerava la maggior parte delle eccentricità dello strano napoletano. Tutta tranne una. Il giovine aveva infatti notato come il napoletano usasse accamparsi in una delle camere sfitte in cerca di pace e refrigerio. Era una cosa che faceva spesso nel pomeriggio quando il sole batteva inclemente sulla sua grotta scaldandola. Il napoletano prendeva quindi il suo portatile e si spostava nella stanza attigua.

Tutto ciò a Sancio non andava giù. “Per qual motivo costui paga quasi la metà di quello che pago io se poi va occupando stanze che non gli spettano!” disse a se stesso. “Anche io pago! Quelle stanze sono mie quanto sue!”

Deciso a far valere le sue ragioni Sancio prese abitudine di piazzare lo stendino col bucato nella stessa stanza dove di solito andava il napoletano. Grande fu l'orrore e lo sdegno quando il giorno successivo si accorse non solo che il napoletano era sempre lì accampato ma addirittura la turpe creatura aveva osato spostare il suo stendino!

Successe poi che il napoletano partì per 4 giorni. Al suo ritorno trovò la porta della stanza vuota chiusa a chiave e semplicemente si spostò in un'altra camera per ripararsi dal sole. Al contempo Sancio fu felice: aveva chiuso a chiave la porta così da impedire l'accesso al napoletano sia alla stanza che al suo bucato.

Peccato che il napoletano sapesse una cosa che Sancio ignorava. Invero la serratura di quella porta era difettosa e infame. Secondo il mito che era stato tramandato di fuorisede in fuorisede fino al napoletano nulla sarebbe stato in grado di riaprire quella porta se qualche folle avesse pensato di chiuderla a chiave.

Nulla se non la mitologica entità nota come il Ferramenta.

E fu così che Sancio dovette pagare il conto del nobile artigiano per poter mettere le mani sulle sue mutande pulite.


La storia si presta a molteplici interpretazioni e morali ma gli storici concordano nel dire: “non so cosa significhi tutto questo ma di sicuro non bisogna rompere il cazzo ad un napoletano”

lunedì 4 novembre 2013

Hurricane



Dopo la dormita più profonda delle mia vita posso finalmente sedermi davanti alla testiera e mettere in fila due parole riguardo a questa prima esperienza dall'altro lato di uno stand. È bene che sappiate da subito che sarà una faccenda confusionaria piena di incisi e distinguo perché non mi sono ancora ripreso del tutto.

Vorrei raccontarvi un sacco di aneddoti divertenti e di cose simpatiche ma dovrei inventarmeli visto e considerato che i miei quattro giorni di fiera si concentrano intorno ad un piccolo microcosmo all'interno del padiglione Giglio. Per cui se ne sentite il bisogno aggiungete voi un sacco di risate, pacche sulle spalle e scenette simpatiche che sicuramente saranno successe a Lucca ma che io non ho vissuto in prima persona.

Con questa premessa arriviamo alla prima grossa considerazione: la vita dello standista è qualcosa di molto simile ad una prova di Mai dire Banzai con l'aggiunta di una costante tortura psicologica. Paghi tot euro per lo stand, un altro tot di albergo per il dubbio privilegio di stare in piedi una decina di ore a guardare speranzoso la gente che passa pregando ogni dio conosciuto che comprino i tuoi fumetti.
Ci tengo anche a ringraziare quella cinquantina di persone che hanno sfidato la folla e le intemperie per venirci a cercare e comprare le nostre cose.

Grazie a tutti. Sappiate che ogni volta che uno di voi si fermava e comprava la mia autostima prendeva una boccata d'aria pura in quella giungla umida al sapore di ascella che era il padiglione Giglio. Per certi versi mi avete salvato la vita.

E visto che siamo in tema di ringraziamenti: grazie anche a tutti quelli che si sono alternati allo stand per fare i disegnetti e sollazzare il pubblico (pagante e non). Anche se credo che la loro costante presenza fosse in parte legata alla possibilità di una sedia su cui sedersi e uno spazio dove riposare le membra.

Grazie ai ragazzi della Absolute Black che ci hanno permesso di imbucarci al loro stand con i quali ho condiviso parecchie risate. Scusatemi se non vi chiamo per nome a tutti ma come avete avuto modo di scoprire ho un problema a legare nomi e facce.

Un grosso grazie a tutti quelli che, con infinita pazienza, hanno tollerato il fatto che non avessi idea di chi loro fossero quando invece avrei dovuto saperlo, quelli che hanno tollerato la mia faccia da triglia lessa quando non capivo che dicevano, grazie anche a tutti quelli che ora non mi ricordo perché sto ancora cotto.

Infine un grazie per la pazienza ai professionisti che hanno fatto il grosso errore di passare nel padiglione per poi essere braccati da me con gli albi in mano. Soprattutto grazie per la gentilezza e la pazienza che avete avuto nel trattare con un wannabe rincoglionito come me.

Detto questo la domanda fondamentale è: com'è andata?
Bene e male

Male perché alla fine non abbiamo venduto tutto questo granché. Sarà stata la posizione, sarà stato l'essere dei subaffittuari, sarà stato che magari non interessiamo come speravo. Ma direi che la prima uscita ha avuto l'impatto di una scorreggia in un uragano.
Non che mi aspettarsi folle adoranti ma uno un po' ci spera sempre.

Bene perché in ogni caso il primo passo è stato fatto. Nella mia testa malata una cosa è dire “voglio fare i fumetti” e un'altra è “Ecco questo è il mio fumetto, nel bene e nel male”. Bene perché la gente che ci ha visto si è interessata, ha guardato, ha comprato e addirittura qualcuno ha letto e poi è tornato a dirmi “Sai che mi è piaciuto assai?”. Son soddisfazioni

Ora non resta che sedersi a tavolino e per capire i come ed i perché per cercare di continuare. Tu lettore che stai al di là dello schermo potresti percepire in questo testo dell'amarezza e dello sconforto ma non è così.
Ok, mancano gli “Yeaaah” i “Eddaje!” e il sempre attuale “Abbiamo rotto un sacco di culi” che sono internazionalmente riconosciuti come simboli di felicità. Ma sono felice, stanco ma felice.
Ma sono anche un anziano lamentoso e quindi preferisco vedere le cose con freddezza più che dare e ricevere pacche sulle spalle (che sono comunque state abbondantemente distribuite).

Detto questo nella mia lista delle priorità balza al primo posto il “trovati un lavoro con uno stipendio”. Perché lo sforzo bellico necessario a queste cose va al di la del portafogli di un disoccupato.

Ovviamente la seconda cosa da fare è scrivere. Farlo con la consapevolezza che non hai nessuno da deludere, farlo come si devono fare queste cose: scrivere, riscrivere, correggere, riscrivere ancora, cestinare, incazzarsi e riscrivere.

Perché alla fine questo voglio fare.
Il resto è fuffa.



PS: una menzione speciale per la nuova categoria umana più odiosa che si possa incontrare ad una fiera. Una volta odiavo i cosplayer con costumi enormi che bloccavano il passaggio, poi quelli coi cartelli “free hugs”. Ma quelli che odio veramente siete voi, si voi collezionisti di disegni. Voi che venite allo stand comprate un albo, pretendete un disegnino a parte su un foglio che portate voi.
Non avrei nulla contro di voi se non fosse così palese che appena tornati a casa la prima cosa che farete sarà buttare l'albo e mettere su ebay il disegno sperando di riuscire a rivenderlo.

Dovete morì.

martedì 29 ottobre 2013

Lucca Tales



Visto e considerato che sulla pagina facebook stiamo annunciando ai mari ai monti e soprattutto ai poteniali lettori che i Faq Tales sono presenti a Lucca Comics con le loro cose mi sento in dovere di segnalare anche io la cosa.
È una roba superflua. Chi riceve quotidianamente gli snervanti aggiornamenti dalla pagina Faq Tales lo sa. È stato detto e ripetuto in tutte le salse e in tutte le maniere. Detto in modo professionale e serio.

Quindi mi sneto in dovere di dirlo in maniera stupida e cazzona.

Quindi,



In principio avevamo chiesto uno stand a Lucca comics. Ovviamente suddetto stand non è arrivato. Dopo mesi di panico, disperazione, terrore, sollievo (dei portafogli), improbabili piani di emergenza (1) alla fine siamo riusciti ad avere un angolino a Lucca.

Come? Principalmente ricatti e minacce. La versione ufficiale però coinvolge un nostro fan che ci da un suggerimento e una persona che lo coglie al volo (No, io no che son pigro)

Quindi alla fine: i ragazzi della Absolute Black (QUI una diapositiva) ci cedono gentilmente parte del loro stand permettendoci di vendere le nostre cose. Fossi in voi comprerei anche qualcosa di loro, se non altro per educazione. Senza contare che fanno proprio belle robe.

Alla fine ci trovate nel Padiglione Giglio, stand numero E323

Si, il puntino rosso siamo noi

Ma cosa troverete davvero allo stand?

Bella domanda, se lo sapessi ve lo direi.

In primis ci sono gli albi: Bad Dreams, Seraph e Jingle Hells



In secondo luogo potrete trovare delle stampe di disegni fatti da svariati professionisti che per motivi a me misteriosi (2) ci hanno fatto questi regali (QUI una carrellata ma non sono sicuro che siano tutti)

inoltre i disegnatori si sono applicati tantissimo nell'antica arte del “non far capire nulla allo sceneggiatore” ma alla fine staranno allo stand a fare disegnini chiacchiere e qualsiasi altra cosa facciano dei disegnatori di solito.
C'è una sequenza per questa cosa ma non sono sicuro di averla capita.

La mattina di giovedì 31, mentre il resto della truppa starà probabilmente bestemmiando in autostrada trovate Gabiele Derosas

"Allora tu stai lì da solo mentre noi arriviamo ok?

Nel pomeriggio di giovedì ci sarà il cambio con Valentina Napolitano (disegnatrice di Bad Dreams) che trovate anche il 1 di novembre.



Il colore dei capelli potrebbe non corrispondere all'originale 

Nel giorno di Ognissanti (quello che celebra la ricorrenza del giorno in cui papa Leone X ha battuto il piede contro lo spigolo del comodino e ha appunto bestemmiato “ognissanto”) troverete Valentoina Brancati (inchiostratrice/copertinista di Jingle Hells)

"Yo, finisco la zuppa di latte e arrivo"

il 2 novembre invece trovate Yari Scalpelli (copertinista di Seraph) due raccomandazioni: non fatelo incazzare che è grosso. Se cercate un disegno di un uomo ipertrofico o di una donnina zinnuta in stile supereroistico è a lui che dovete chiedere

Per qualunque reclamo potete dire a lui

il 3 novembre, trovate Francesco Lo Storto (Professore della Scuola Internazionale di Comics di Roma) che per motivi a me misteriosi d insondabili oltre ad aver disegnato metà Seraph molla le oscure e misteriose faccende dei disegnatori professionisti per venire a fare disegnini e vendere tavole originali al nostro stand (3)

"Mi hanno detto che c'è da disegnare"

Infine, Valentina Zeppa (disegnatrice di Bad Dreams) farà delle sporadiche apparizioni casuali correndo da uno stand all'altro (lei ha anche da fare con la Villain comics).

Qui una diapositiva piena di serietà e professionalità

Dimenticavo, per il 90% del tempo trovate anche me come rappresentante del programma “se non ti è piaciuto i soldi ce li teniamo ma puoi dare un calcio in culo allo sceneggiatore”. Se dovesse capitare che non trovate me o Valerio Cartuccia allo stand il posto migliore dove trovarci è sicuramente tra i tavoli di Magic del padiglione Games (ssshhh non ditelo ai disegnatori però)

ecco così siete sicuri di sapere che faccia ho.


Ma come in tutti i grandi spettacoli il meglio viene sempre per ultimo. Per motivi organizzativi non siamo riusciti a procurarci le necessarie spogliarelliste per uno stand id fumetti che si rispetti ma l'alternativa vi farà sicuramente sobbalzare dalla sedia.

Solo per i Faq Tales...


Solo per Lucca...




Solo al nostro stand...




il fenomenale....






No, è troppo, non riesco a dirlo. Cliccate QUI e vedetelo da voi.

E poi non dite che non siamo professionali.






(1): “Ok gente! Niente panico, ho un'idea: ci mettiamo con un tavolino sulle mura e vendiamo gli albi da abusivi.

(2)“Salve signor Foderà. Se sta ancora cercando il suo cane può anche smettere. Lo abbiamo noi. Basta un disegnino e tornerà rapidamente a casa”

(3)“Quindi voi avete una sedia libera a Lucca? Oddio, mi ci posso sedere? Vi prego mi fanno male le gambe...”

“Ok, ma solo se ti metti a disegnare. Do ut des sai...”

giovedì 17 ottobre 2013

Leggendo Orfani.



Oggi è uscito il fumetto che, almeno nella percezione dell'internet se non nel mondo del fumetto in generale, è la più grossa rivoluzione del fumetto italiano degli ultimi 10 anni. Orfani.

Di che si tratta? Mi chiederete se avete vissuto in una grotta fin ora o se evitate il fumetto italiano “perché quello estero è più di qualità”. All'apparenza le cose sono semplici:

un fumetto di fantascienza bellica di un centinaio di pagine a colori. Disegnato da dio e scritto meglio. Ci sarebbero tante specifiche da fare a questo punto ma a me per andare a spendere 4,50 euro basta e avanza questo.
Sulla carta suona come un progettone capolavoro. I nomi coinvolti sono tutti teste di serie del fumetto italiano: Roberto Recchioni, Massimo Carnevale, Emiliano Mammucari, e vari eventuali che non mi vengono in mente adesso.
Poi c'è la dimostrazione inversa di qualità ovvero: se la Bonelli ci sta puntando così tanto non può essere una cagata.

Ma abbandoniamo i lidi della filosofia. Paghiamo i nostri bravi 4,50 euro e prendiamo il diritto che spetta al pubblico pagante di tutto il mondo: dire la sua opinione (assolutamente non richiesta) su internet.

L'albo si presenta bene come tutti i Bonelli degni di questo marchio, la copertina sa il fatto suoi (anche se preferisco di gran lunga quella del numero 0. Però dietro tutto c'è un perché e qui non c'è eccezione. La spiegazione di questa copertina “calma” direi che è legata a doppio filo con la storia.

La coattissima copertina del numero 0

Ma andiamo a vedere che si fa prima: la trama è spezzata in due tronconi principali: il prima e il dopo. Il tutto si apre con una sequenza alla Terminator 2 in cui una voce narrante (credo uno dei protagonisti) ti spiega come gli alieni tal dei tali abbiano dato il colpo di grazia alla terra (un raggio dallo spazio grosse esplosioni e moltissimi morti). Sfortuna per loro che l'umanità invece se l'è cavata e si sta attrezzando a rispondere al colpo.

Nella prima cinquantina di pagine seguiamo un gruppo di ragazzini esuli reclutato a forza che inizia il primo passo del loro sfiancante addestramento militare. Le personalità sono appena accennate ma dicono quello che devi sapere per ora: c'è il figo, il leader, il ribelle, le piagnona ecc ecc. sono stereotipati? Può essere. Ma considerando che si tratta di un numero 1, considerando che sono sulla scena per 40 pagine e sono 7 personaggi più varie eventuali direi che per ora basta così. Si attendono dettagli nei prossimi numeri.
Seguiamo per un po' i ragazzini durante la prima spartanissima fase del loro addestramento e poi...

Stacco.

Il secondo troncone di trama si apre con la più lunga sequenza muta mai vista su un albo Bonelli, alla faccia di chi dice che “non cambia mai niente” (da quel che so le vignette mute sono una specie di tabù negli albi Bonelli).
Ad ogni modo siamo nello spazio, navi spaziali, flotta, grosso pianeta da invadere. Capisci che siamo una decina di anni avanti. Le truppe sbarcano e volano le prime pallottole. Qui gli autori ci presentano “nuovamente” i personaggi e ci invitano a partecipare al “gioco dentro la serie”

gli Orfani, questa super squadra di soldati/macchine assassine sono i ragazzini che abbiamo visto prima, ma parlano con nomi in codice e non mostrano i visi. Ma soprattuto sono 5 mentre i ragazzini sono 6-7.

Sembra quasi di sentire la voce di Recchioni che ti dice: “Su, indovinate chi sopravvive.”
Bello. Ecco il perché di quella copertina.

Nel complesso un bell'albo, qualcosa che (una volta tanto nella vita) mantiene le aspettative che aveva creato.
Il colore fa uno strano effetto sula carta ruvida della Bonelli ma è incredibile (per me ignorante) come riesca a rendere tutta una serie di effetti che ho sempre visto solo sui comics patinati americani. È usato con il buon senso di chi sa che sta facendo: a volte “rilassa” il lettore, altre volte trasmetta l'ansia o l'adrenalina della scena. Fantastico.

Il disegno, come il colore, fa quello che deve fare. Si sono spese centinaia di parole sulle fonti del design di personaggi e ambienti. Si, sono classici, non è nulla di nuovo.
E va benissimo così.
Perché sai che palle se li facevano strani (che ne so tipo dei samurai fantascientifici)
Sono militari, pochi fronzoli e molta violenza.

La sceneggiatura. Se scrivi “opinioni su Roberto Recchini” su Google esce tutto il contrario di tutto. L'unica cosa a cui ci si può affidare sono gli occhi. La storia è narrata benissimo, scorre, ti coinvolge gestisce gli stacchi come farebbe una serie tv americana moderna. Ci sono alcune frasi fatte nei dialoghi che mi hanno fatto un po' storcere il naso ma a volte sono proprio quelle che servono per dire quel che devi dire.
È ance complicato dare un giudizio sulla storia imbastita basandosi solo sul primo numero. Tutte le pagine di questo fumetto sono ganci, semi. Cose buttate lì per poi essere sviluppate in un secondo momento, con calma in tutto l'arco narrativo.

La qualità di questo prodotto è innegabile. Io mi sono innamorato della sequenza iniziale che considero la parte più potente in assoluto ma non c'è nessuna pagina che ti fa pensare “due palle e su fate qualcosa”.
L'ho letto in fila alla posta e quando hanno chiamato il mio numero ho seriamente pensato di continuare a leggere e saltare il turno.
Una cosa del genere è quello a cui aspira chi ha prodotto questo fumetto.

VOTO: 9

ma intanto siamo Orfani del secondo numero. (scusate ma era una battuta stupida che dovevo fare