mercoledì 28 novembre 2012

Solo sei maledette tavole


potrei dire una fesseria di quelle forti ma questo è quello che credo di aver capito al corso e dal sentito dire comune: la gente (anche quella del settore) si scoccia di leggere. Soggetti, sceneggiature sono pallose. Parole, solo parole messe in file una dietro l'altra fino a formare frasi e periodi e interi paragrafi. Sono cose noiose. Me ne rendo conto perché sotto sotto so che mi annoierei pure io.
E allora come faccio a presentare i miei progetti per vedermeli rifiutati almeno con la soddisfazione che qualcuno li abbia guardati?

Semplice, si fa come per i bambini: si usano le figure. Si fanno cose semplici e felici e soprattutto piene di figure. Così quando al povero redattore di turno capiterà in mano una storia mia potrebbe decidere di perderci dieci secondi prima di passare ad altro. Solo per guardare le figure. Magari poi gli scappa anche di leggere le vignette, magari gli piace. Magari gli piace al punto da decidere di andarsi a leggere il soggetto e tutto il resto. È un attimo.
Si, magari è una possibilità su un milione che si verifichino tutte queste condizioni. Magari il redattore trafelato sta correndo al bagno dopo un cappuccino di una certa importanza ma soffre di quel particolare tipo di stitichezza che lo costringe a leggere sul sacro trono di ceramica. Magari correndo afferra proprio il progetto mio (per le belle figure). Volesse il cielo che la faccenda in bagno richiede più del dovuto, abbastanza da finire le pagine a fumetti. Magari la storia l'ha stuzzicato, magari si va a leggere il soggetto. A quel punto i casi sono due: o è finita la carta igienica e il progetto fa una fine indecente o all'uscita dal bagno (rinfrancato da quel buonumore che solo una cacata sa dare) il redattore pensa che il progetto possa avere una possibilità.
Si è una possibilità su un milione ma come dice il buon Pratchett in A me le Guardie “una possibilità su un milione si avvera 9 volte su 10 perché agli dei piacciono le sfide impossibili.”

ma ora inizia il vero problema. Canonicamente si fanno sei pagine (tavole) di fumetto per dare un idea di come si realizzerà l'idea, oltre che per tutti i motivi di cui sopra, quindi in quelle 6 tavole deve esserci tutto: devono essere interessanti, devono far venire voglia di approfondire, devono essere fatte bene e magari far capire il più possibile della storia. Insomma sono come i trailer dei film. In base a quello qualcuno deciderà se spenderci i soldi o no.
Ora dopo questo lungo preambolo capirete perché è una settimana che cerco di comprimere un idea da circa 80 pagine in sole sei di sceneggiatura. Ovviamente non è una di quelle cose semplici che magari subito fai. No no! È una di quelle cose contorte che di solito fanno capolino nel cervello verso le 3 del mattino mentre barcollo verso il bagno. Quelle idee che germogliano sul quaderno fino a prendere vita propria dopo vari ragionamenti (ed io stronzo che pensavo nascesse tutto in una botta perché arriva la fata turchina e ti pianta la storia in testa).
Ecco spiegato perché è una settimana che scrivo ste maledette sei tavole senza mai essere contento.
Ma forse a sto giro ci siamo.

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