mercoledì 28 novembre 2012

Solo sei maledette tavole


potrei dire una fesseria di quelle forti ma questo è quello che credo di aver capito al corso e dal sentito dire comune: la gente (anche quella del settore) si scoccia di leggere. Soggetti, sceneggiature sono pallose. Parole, solo parole messe in file una dietro l'altra fino a formare frasi e periodi e interi paragrafi. Sono cose noiose. Me ne rendo conto perché sotto sotto so che mi annoierei pure io.
E allora come faccio a presentare i miei progetti per vedermeli rifiutati almeno con la soddisfazione che qualcuno li abbia guardati?

Semplice, si fa come per i bambini: si usano le figure. Si fanno cose semplici e felici e soprattutto piene di figure. Così quando al povero redattore di turno capiterà in mano una storia mia potrebbe decidere di perderci dieci secondi prima di passare ad altro. Solo per guardare le figure. Magari poi gli scappa anche di leggere le vignette, magari gli piace. Magari gli piace al punto da decidere di andarsi a leggere il soggetto e tutto il resto. È un attimo.
Si, magari è una possibilità su un milione che si verifichino tutte queste condizioni. Magari il redattore trafelato sta correndo al bagno dopo un cappuccino di una certa importanza ma soffre di quel particolare tipo di stitichezza che lo costringe a leggere sul sacro trono di ceramica. Magari correndo afferra proprio il progetto mio (per le belle figure). Volesse il cielo che la faccenda in bagno richiede più del dovuto, abbastanza da finire le pagine a fumetti. Magari la storia l'ha stuzzicato, magari si va a leggere il soggetto. A quel punto i casi sono due: o è finita la carta igienica e il progetto fa una fine indecente o all'uscita dal bagno (rinfrancato da quel buonumore che solo una cacata sa dare) il redattore pensa che il progetto possa avere una possibilità.
Si è una possibilità su un milione ma come dice il buon Pratchett in A me le Guardie “una possibilità su un milione si avvera 9 volte su 10 perché agli dei piacciono le sfide impossibili.”

ma ora inizia il vero problema. Canonicamente si fanno sei pagine (tavole) di fumetto per dare un idea di come si realizzerà l'idea, oltre che per tutti i motivi di cui sopra, quindi in quelle 6 tavole deve esserci tutto: devono essere interessanti, devono far venire voglia di approfondire, devono essere fatte bene e magari far capire il più possibile della storia. Insomma sono come i trailer dei film. In base a quello qualcuno deciderà se spenderci i soldi o no.
Ora dopo questo lungo preambolo capirete perché è una settimana che cerco di comprimere un idea da circa 80 pagine in sole sei di sceneggiatura. Ovviamente non è una di quelle cose semplici che magari subito fai. No no! È una di quelle cose contorte che di solito fanno capolino nel cervello verso le 3 del mattino mentre barcollo verso il bagno. Quelle idee che germogliano sul quaderno fino a prendere vita propria dopo vari ragionamenti (ed io stronzo che pensavo nascesse tutto in una botta perché arriva la fata turchina e ti pianta la storia in testa).
Ecco spiegato perché è una settimana che scrivo ste maledette sei tavole senza mai essere contento.
Ma forse a sto giro ci siamo.

lunedì 26 novembre 2012

Sconfitti in Partenza


La faccia di Tyler Durden quasi spunta dal televisore. “siamo solo la saltellante e danzante merda del mondo.” tu ci credi. Quando hai poco più di diciott'anni, ti ammazzi di seghe, non vedi né ti interessa un futuro l'idea di mandare a farsi fottere tutto, imbracciare un fucile e fare una strage prima di spararsi in bocca ha un suo macabro fascino. Senti della musica atroce, leggi cose che non sono buone nemmeno per pulirti il culo, frequenti persone che con una lobotomia frontale potrebbero diventare solo più interessanti, cammini per kilometri solo per sfogare tutta l'energia che avanza a fine giornata ed ogni volta la fai sembrare un impresa epica.
Hai un unica aspirazione, che ti ha inculcato Hollywood e tutta l'altra merda da cui ti fai bombardare, andarsene da eroi. Fare la differenza, ma intanto sono 45 minuti che fissi quella tizia sul divanetto vicino pensando a quanto sarebbe bello se lei ci stesse. Il tuo cervello sa fare un sacco di cose ma non sa che pesci prendere con il terrore nero che ti attanaglia ogni volta che la situazione si fa di vita o di morte.
Sei bravo ad inventare fesserie che poi usi come un soldato in trincea userebbe le pallottole. Ti dai arie da grande saggio, da quello che sa le cose, che ha avuto incredibili esperienze di vita. Non sai niente: la metà di quelle cose le inventi sul momento l'altra metà la deduci dal sentito dire. Solo un fremito sotto la barba rivela quell'impercettibile frammento di te che grida esasperato per tutte le idiozie. Quella piccola parte che aspetta solo di imbracciare il fucile e fare un po' di pulizia da tutta questa inutile merda che ti ostini a definire persone.
Non te ne frega niente: belle parole, bella musica e un corpo niente male circondato da un cissenefrega ricco come Donald Trump. Sei solo una merda in mezzo ad un mare di altre merde. Alcune di queste amano differenziarsi, far vedere che hanno cultura, che sanno e sanno pensare ma la scena è quasi sempre desolante. È impossibile che il mondo sia popolato da coglioni, e infatti non è così, ma poi ti blocchi. Fissi un punto a qualche centimetro a destra dei loro occhi ascoltando e cercando di afferrare una qualsiasi delle zattere impazzite perse nel tuo cervello.
Non sei una merda, almeno con la merda si concimano i campi, ci si da a mangiare alla gente. Sei una bottiglietta di plastica buttata sul ciglio della strada. Un rifiuto bipolare troppo occupato a valutare pro e contro per decidere che cazzo devi fare adesso.
Forse stai esagerando. Infondo sei buono. Un tenero e buono zerbino che pur di essere apprezzato si farebbe inculare da un rinoceronte se la cosa risultasse divertente. Buono, talmente buono da non fare una mossa se solo pensi possa ferire qualcuno. La scusa perfetta per non fare niente. Sei così buono da sorbirti tutte le puttanate che sfilano come nazisti in marcia al ritmo dei pensieri di chi ha capito tutto.
Dovresti essere solo una macchia di sperma sulle lenzuola nuziali e invece ti sei creduto persona.

Poso il rasoio fisso per un attimo la mia immagine nello specchio sporco. Il pizzetto è venuto un altra volta storto. Uno sguardo a metà tra il rabbioso e lo sprezzante mi viene restituito dall'interlocutore oltre il vetro. Sorrido, sorride anche lui.
Le paranoie vanno spremute a prima mattina col sole. Se sei sul fondo non puoi far altro che salire

domenica 25 novembre 2012

giochi a caso: Caos nel Vecchio Mondo


immaginate un mondo fantasy. Di quelli cupi, di quelli brutti dove non c'è posto per sdolcinate storie d'amore di elfi. Se lo conoscete pensate al mondo di Warhammer che facciamo prima. In questo cupo mondo sempre ad un passo dalla distruzione quattro dei del Caos (la mutazione, il male, i Cattivi) si contendono le anime dei mortali con i loro cultisti e i loro demoni. Solo uno distruggerà il mondo e diventerà IL dio del Caos. E potresti essere tu.

Bene, sbrigata la premessa d'effetto veniamo a noi. Caos nel Vecchio Mondo (per gli amici CVM da ora) è un gioco da tavolo di quelli complicati ad una prima impressione ma molto belli sul lungo periodo. Una volta capite le meccaniche una partita dura un'oretta circa (due ore e passa se avete giocatori che pensano troppo). E tutte le partite tendono a differenziarsi abbastanza. Tanto per dire io e i miei amici ci abbiamo giocato per un anno a ritmi sincopati (quasi due partite a settimana) e tutto filava liscio. Bisogna però mettersi da subito l'anima in pace: nelle prime partite sembrerà orrendamente complicato se non siete abituati a giochi più complessi del monopoli.

Detto questo si gioca da 3 a 5 giocatori ma il numero ideale è 4. ogni giocatore è un dio del Caos con sue particolari capacità e strategie. C'è un tabellone (che rappresenta il Vecchio mondo, quello che dovrete devastare per vincere), delle miniature (i seguaci dei vari dei) e una marea di segnalini per rappresentare varie cose che accadranno durante la partita.
Ad ogni giocatore spetteranno le miniature del proprio dio una scheda riassuntiva dello stesso e un mazzo di carte del caos che in sostanza è quello che rende il tuo dio del Caos diverso dagli altri.
Lo scopo, come già detto, è conquistare e distruggere il mondo. Come si fa? Ci sono due metodi: a) accumulare punti influenza (pv) conquistando le varie nazioni. B) far girare la ruota del destino de proprio dio fino alla vittoria.
Si lo so non ci state a capire nulla. Vediamo un attimo qualche dettaglio in più:

gli dei
sono 4 e sono tutti incazzosi e (per bontà divina di colori diversi)
Khorne (rosso): dio della violenza. Non c'è molto da spiegare. I suoi seguaci (le miniature) sono quelli che pestano di più e, in genere, quelli da cui gli altri scappano. Le sue carte tendono ad essere cose che uccidono gli altri. Quando un seguace di Khorne da una vittima o più il suo giocatore più fare un avanzamento sulla ruota del destino del dio. Il che fa dedurre che più pesta meglio è.
Nurgle (verde): dio della pestilenza. Se si piazza in una zona del campo è complicatissimo schiodarlo tende a essere lento e metodico e le sue carte lo aiutano molto nella conquista e nella distruzione delle regioni sulla mappa. Tende a stare in alcune regioni dette “popolose” perché se riesce a corromperle (vedi sotto) può avanzare la sua ruota del destino.
Tzeench (blu): dio dell'inganno. Il suo scopo manco tanto dichiarato è rompere il cazzo al prossimo le sue carte spostano miniature sul tabellone fregano carte altrui fregano punti. Per certi versi è il più complicato dei 4. il piano con lui è: metti gli altri l'uno contro l'altro e intanto vinci. Anche lui ha una condizione per far girare la ruota ma è complessa basti sapere che se corrompe regioni dove ci sono dei segnalini detti “mutapietra” gli spetta un avanzamento.
Slaanesh (viola): dio del piacere. Fa un po' di tutto e lo fa abbastanza bene è difensivo e tende ad accumulare punti e prendere il controllo di seguaci altrui. Se ci sono segnalini nobile in una regione è quasi certo che ci sia anche lui visto che è il suo modo di avanzare la ruota.

I seguaci
Ad ogni dio spettano dei seguaci che piazzerà e muoverà sulla mappa spendendo potere (un tot fisso che si ricarica ogni turno). I seguaci si dividono i tre categorie:
cultisti: piccoli teneri e praticamente inutili in combattimento ma economici. Vi troverete a giocare principalmente con loro per una qualità importate: se durante il turno un cultista sopravvive lascia nella regione un segnalino corruzione. A che serve? Se ne accumuli abbastanza ha corrotto la regione (e di solito giri la ruota del tuo dio) se ce ne sono troppi la regione viene distrutta e fai un macello di punti. Va da se che il tasso di mortalità è altissimo tra i cultisti.
Guerrieri: manco a dirlo gente che si picchia usati per eliminare cultisti avversari o evitare che il nemico conquisti regioni sensibili.
Demone maggiore: è un coso grosso che costa assai picchia duro ed è difficile da buttare giù. A partita avanzata hanno anche i superpoteri.

Il turno
se non siete scappati via urlando fin ora ci sono buone possibilità che questo gioco vi possa piacere. La partita si svolge su 8 turni e ad ogni turno si seguano una serie di passaggi: in primis ogni dio pesca le sue carte e inizia ad evocare. Si segue un ordine preciso: rosso, verde, blu viola. Ogni dio fa una mossa (gioca una carta muove o piazza un seguace) spendendo i punti che gli spettano durante quel turno. Finito ciò i vari seguaci si attaccano. Alla fine del turno si contano le cose importanti: chi conquista cosa e chi corrompe cos'altro. Come si conquista? Facile ogni regione sul tabellone ha un numero se un giocatore ha più seguaci degli altri in quella regione e supera questo numero la conquista per quel turno e si piglia i punti. Infine si corrompe (ogni cultista mette un segnalino), se si deve si girano le ruote degli dei che possono farlo e si ricomincia.
Avanti veloce per 8 turni. Di solito si arriva al 7 turno che tutti (a meno che non hai proprio capito nulla) stanno quasi per vincere è raro che uno resti indietro a guardare gli altri.

Altre cose
se non vi sembrasse già abbastanza complicato tenete presente che il tabellone non subisce la vostra partita. Ci sono cose che nel frattempo accadono. Tirando a caso sulle varie regioni del vecchio mondo ci possono essere cose che limiteranno uno o più giocatori altre cose che ne favoriscono altri. Tutto a caso.

Conclusioni
prima di tutto congratulazioni per essere arrivati fin qui senza scappare via. Sembre un gioco complicato ma se si ha un minimo di praticità dopo la prima partita si capisce e scorre velocemente. Ha molte variabili e, a meno che non ci giochiate tutti i giorni non c'è una partita uguale all'altra o una strategia sicura. Ogni dio è diverso, fa cose diverse e vince in modo diverso. Il gioco in se favorisce le alleanze, i complotti e i tradimenti di ogni genere. E le partite durano poco una colta ingranato.
Per me un giocone. Ma devo dire che sono di parte perché sto coso lo adoro. I lati negativi si riassumono in fretta: è complicato, non è un monopoli che dopo 5 minuti tutti hanno capito che fare. Da il meglio di se a quattro giocatori ed anche se si potrebbe giocare a 3 o a 5 (con un espansione) ci perde molto). Infine costa 50 euri per cui se proprio vi ha interessato conviene che prima fate qualche esperimento in ludoteca.

il vino buono



<<Ussupprupu.>> dice Sandro con gli occhi spiritati di alcool e la faccia tipica di chi la sa lunga. Lui giura che è una parola etrusca che sta per qualcosa che ora non ricorda ma il suono che ha prodotto è più simile ad un rutto parlato. Irina, la sua moglie tedesco-franco-austrica lo guarda con un misto di commiserazione e divertimento mentre versa il vino al cliente.
Bolsena, estate. L'aria è fresca la gente sta fuori alle case nella piazza del castello. Si chiacchiera in almeno sette lingue diverse ma il succo delle conversazioni è sempre lo stesso. Se non fosse per i lampioni elettrici uno potrebbe pensare di essere finito nel quattrocento ma è solo il fascino suggestivo del paese vecchio.
Bolsena. Ad un occhio inesperto e digiuno di architettura potrebbe sembrare che qualcuno abbia appallottolato un grumo di case e strade e poi le abbia buttate alla buon e meglio su una montagna. Come hanno già imparato generazioni di turisti tedeschi le strade sembrano avere vita propria e se proprio non si muovono comunque cercano di confondere al meglio le idee. Ma a Sandro tutto questo non importerebbe se fosse sobrio, figuriamoci adesso. In quel piccolo microcosmo lui è la terza carica dello stato: c'è il sindaco, c'è il dottore e poi c'è lui. La sua attività è punto focale della vita del paese vecchio anche se non erano queste le intenzioni iniziali. In principio la vineria doveva essere un posto dove bere in pace. Poi, sera dopo sera, Sandro ha ripercorso tutte le tappe dell'economia umana: un bicchiere ad un amico, un bicchiere in cambio di quel buon sigaro, un bicchiere per un occhiata a del lavandino che perde e infine un bicchiere per quegli strani fogli di carta colorata che ogni sera Irina ordina con tanta cura nella cassetta sotto al bancone.
La vineria è un posto accogliente. Probabilmente lo scantinato di un appartamento che però da sulla strada: sgabelli, bancone qualche botte vuota che fa ambient. Sarebbe un qualcosa di abbastanza anonimo ma il trucco sta poco più in là. Un'apertura nel muro di destra che porta sotto in quelle che sembrano un incrocio tra grotte naturali e la cantina di un contrabbandiere del tardo anno mille. Qui riposano una quantità imprecisata di bottiglie di vetro verde scuro. Le “bottiglie speciali” le chiama Sandro. Sua moglie invece usa un termine più colorito ma, dopo dieci anni di matrimonio, lui non sa manco a che lingua appartenga. A lei non piace scendere lì sotto, almeno non troppo in basso. Non dove ci sono le “bottiglie Speciali” e se proprio deve andarci lo fa solo col giorno.
Valla a capire.
Agli amici di Sandro invece quel posto piace. Le temperatura non va mai sopra i 13° il che è un bene sia d'inverno che d'estate. Spesso, quando fuori c'è la neve, lì sotto uomini liberi dagli attenti occhi femminili fumano pipe e sigari raccontando cose inimmaginabili. Altre volte succedono altre cose.

Fuori. È una notte come tutte le altre: i tedeschi continuano a vagare per i vicoletti facendo foto. La gente crede che siano interessati all'architettura ma in realtà stanno cercando di ritrovare l'albergo. Molti si arrendono davanti alla vineria. Cinque euro per un bicchiere riempito a metà o per metà vuoto, sta alla natura umana decidere. Nella piazza sui grossi tavolacci di legno turisti meno forestieri consumano cene frugali mischiandosi ai nativi che non hanno voglia di stare in casa. È un mescolarsi di accenti perché Bolsena è in mezzo al nulla ma anche al centro di tutto.

Sandro fuma la canna seduto fuori alla vineria. Ogni tanto pronuncia perle di saggezza per chi le vuol sentire altrimenti si limita ad ascoltare gli altrui discorsi sottolineandone i punti salienti con un verso che lui giura essere etrusco. Più in là un ragazzetto di città decide che proprio questa è la sera giusta per sbronzarsi di vino a colpi di 5 euro a bicchiere. Al secondo inizia a diventare molesto. Sandro osserva e valuta nascosto nel suo personale mantello dell'invisibilità etilico. “non va bene” pensa. Il suo sguardo passa ad altro in cerca di qualcosa.

Poco più in là e poco più su due persone e mezzo siedono sulla fontana del paese: due sono coscienti e moderatamente brilli, l'altro sta valutando se vomitare o accasciarsi semplicemente sulla panchina. Il paese è deserto: i nativi si sono coricati e i turisti si sono accasciati agli angoli delle strade abbandonando la ricerca dell'albergo. Quando Sandro li vede decide che vanno bene. Si avvicina con una delle bottiglie speciali. Parla dell'universo della vita e di tutto il resto, che per un ubriaco significa parlare del più e del meno. Condivide la bottiglia con i due mentre il terzo si accascia decidendo che è ora di dormire.


Fa freddo. Non l'aria fresca della sera Bolsenese, è un tipo di freddo molto più prepotente che fa rizzare tutti i peli delle braccia scoperte. C'è umido, c'è puzza, forse muffa o forse residui di nicotina di tanti anni fa. C'è incenso. Ma c'è anche qualche altra cosa. O meglio manca: la luce. È poca gli occhi fanno fatica a percepirla come se qualcosa la assorbisse prima che questa possa imprimersi sulle retine. C'è un dolore sordo alla schiena e un freddo ancora più intenso. Sono stesi entrambi sulla roccia al buio. Da qualche parte in lontananza Sandro struscia i piedi su terreno della piccola grotta. I ragazzi non lo possono vedere ma sentono i passi e i mormorii.

C'è anche qualche altra cosa. Qualcosa che aspetta, o forse è solo un sensazione prodotta dall'adrenalina mista all'alcool e alla cannabis. No, c'è qualche altra cosa. Le ombre dipingono volti sulla roccia. Volti o cose ancora peggiori. Hanno visto abbastanza film dell'orrore per sapere che da ora in poi le cose difficilmente si metteranno bene. Sono legati e qualcosa li osserva come l'ubriacone osserva una bottiglia piena.

Sandro sale le scale si sente un po' ridicolo in quella tunica ma non ci bada. A vederlo nella vita di tutti i giorni stupisce la maestria con cui tiene il coltello cerimoniale. I due ragazzi si lasciano sfuggire un gemito che vorrebbe essere urlo quando lui entra nel loro campo visivo.

“Ussupprupu uttu gozzo Ussu” scandisce Sandro con voce chiara e ferma.
In antico dialetto Etrusco.

venerdì 23 novembre 2012

Cose che ho imparato leggendo fumetti


Allo zombi gli devi sparare in testa e devi pure fare in fretta perché allo zombie piace venirti a trovare in compagnia come gli amici che vengono a vedere la partita a casa.
I demoni non sono mai solo demoni ma anche alieni, creature di altre dimensioni, spesso sono solo persone incomprese o creature talmente malvagie da scivolare nel ridicolo.
Alan Moore si buca sotto le piante dei piedi con roba che non è di questo mondo. Quando lui parla del “suo lavoro” si riferisce ai trip particolarmente violenti durante i quali un team di glottologi esperti registra e poi decripta i suoi deliri per poi metterli sotto forma di storia.
“Garth Ennis” non è una persona ma il nome di un collettivo di psicopatici che si divertono a scrivere storie grottesche come parte di una terapia di gruppo di nuove generazione.
Se hai i superpoteri e sei donna è probabile anche che tu abbia una sesta di seno e latenti problemi di scoliosi dovuta all'appesantimento del busto. Per lo stesso motivo è facile che tu decida di combattere il crimine solo dopo esserti dipinta addosso un costume colorato che metta in evidenza le tue forme.
La presenza di superpoteri in un uomo porta con se un particolare feticismo per i mutandoni colorati da indossare rigorosamente sopra i pantaloni.
Se un tizio si porta dietro una spada ridicolmente grossa e minaccia di usarla contro di voi la strategia migliore è la fuga e non deriderlo. Contro ogni probabilità fisica LUI la può sollevare.
Nell'America dei supereroi non esiste la pena di morte, anche se sarebbe l'unico posto dove sarebbe giustificata.
Nel mazzo delle razze l'umano è il Jolly. La prole di qualsiasi creatura antropomorfa che si accoppia con un umano sarà inevitabilmente ancora più forte della creatura di base.
Gli angeli sono dei pezzi di merda o, nel migliore dei casi, dei suppellettili con le ali completamente inutili alla risoluzione del problema.
Se ci sono due razze in guerra o si sono sterminate a vicenda millenni fa o sono in un sottile equilibrio.
Ai cattivi piace fare piani così assurdamente complessi che alla fine si accartocciano sempre su se stessi. Alle volte non c'è manco bisogno che intervenga il buono.
La forza dell'amore/amicizia/scopa amicizia/speranza vince sempre non importa quanto sia potente l'arma dell'avversario o la minaccia. Inoltre è scientificamente provato che la forza dell'amore fa inceppare le pistole.
Se qualcuno sta con le ginocchia piegate, leggermente curvo con una vena tanta in fronte, intento ad urlare come un ossesso da buoni venti minuti non lasciarti ingannare non sta cacando in pubblico si sta trasformando.
Mai una volta che uno evochi un demone e questi faccia quello per cui è stato chiamato.
Solitamente la soluzione di un mistero si ottiene in due maniere: a) il protagonista tira fuori dalla tasca un indizio che sapeva solo lui da cui poi risale a tutto il resto (tipo la carta di identità dell'assassino con scritto “professione:assassino” e con tanto di fattura dell'ultimo omicidio. b) il protagonista procede a riempire di botte tutti quelli che hanno anche solo incrociato la vittima per sbaglio sbattendoli al muro e chiedendo “chi lo ha ucciso!?” (o varianti). Per pura statistica prima o poi uno che grida “lui!” e corre via si trova.
Nessuna donna resiste al fascino di Dylan Dog.
Per quanto sia opinione comune che far arrabbiare Hulk sia una pessima idea c'è sempre qualcuno che ci prova convinto che questa volta Hulk coglierà l'ironia.
Se hai un problema paranormale l'ultima cosa da fare è chiamare John Costantine.

e questo è solo quello che mi viene in mente adesso.

giovedì 22 novembre 2012

Il risveglio del Dio (2)

preludio 2: visioni di morte
tempio Vindicare: 20 anni fa
L'ampio salone era buio, cupo. L'unica luce era quelle indispensabile. Per quanto le pietre del palazzo ricordassero i tempi in cui l'imperatore aveva camminato tra gli uomini l'ambiente era in ottime condizioni, l'aria secca impregnata dell'odore del sudore, l'unico suono i passi degli allievi.
Erano tremila. entro la fine dell'anno ne sarebbero rimasti meno di mille. Solo cento di loro sarebbero diventati servi dell'Imperatore. Per gli altri solo l'oblio che spetta agli incompetenti.
Erano tremila ma i loro movimenti erano perfetti. Erano poco più che bambini, dodici o al massimo tredici anni. Era un ora che ripetevano incessantemente gli stessi movimenti, la base del combattimento ravvicinato: pugni, calci, gomiti, ginocchia, testa e coltello. Ogni movimento era dedicato ad un singolo scopo: uccidere. Anche le parate e le schivate erano studiate per infliggere danno al nemico.
- ripetete il primo principio!- ordinò uno degli istruttori che vagava nella sala.
-non ci è dato sapere il volere dell'imperatore. Noi siamo la sua silente vendetta, la sua spada. ed una spada non ha bisogno di sapere per cosa è brandita- ripeterono meccanicamente tremila giovani voci mentre i loro corpi si cimentavano in un complicato calcio aereo. Erano strumenti. Figli di nessuno se non dell'Imperatore, presi da ogni infido buco della galassia addestrati al solo scopo di portare silente morte ai nemici del Dio-Imperatore.
-enunciate il Secondo Principio!- comandò nuovamente l'istruttore
-Non esiste arma più efficace del proprio corpo. Se non si sa usare il proprio corpo ogni altra arma è inutile.
nuovamente come un sol'uomo i tremila novizi si dedicarono ad una serie di schivate elaborate. l'istruttore fissò i suoi allievi con indifferenza. Il suo lavoro non era prepararli alle vie del Vindicare, il suo dovere era trovare coloro che erano dotati della giusta fede e della giusta ferocia.
* * *
interludio: presente
Duemila metri in caduta libera. Sparato come un proiettile orbitale. meno di cinquanta metri per attivare i paracadute gravitazionali. Se non sei abbastanza pazzo da farlo, non saresti venuto qui. L'Apocalyss. lo spirito macchina del suo equipaggiamento gli mostra sui visori ottici tre diversi punti d'atterraggio.
E' notte. Lo spazioporto di Devian IV è poco sorvegliato, gli scontri sono concentrati nella parte ovest della città. la caduta viene rapidamente arrestata dai micromotori a-grav. scelse la zona d'atterraggio mentre estraeva la pistola executor.
22.8 m
Caricò il colpo, prese la mira su un capannone vicino al punto di atterraggio 2 e sparò. il colpo magnetizzato aderì alla parete. spostò la sua attenzione su un'veicolo montacarichi nell'area di atterraggio 1 sparando un colpo anche lì
15.2 m
il sensore indicò due soldati nel punto d'atterraggio. la pistola executor passò in un istante ai proiettili requiem. due rapidi colpi fecerom crollare al suolo le guardie.
6.1 m
il suo visore si colorò di rosso. l'Apocalyss scatenò tutto il suo spirito battagliero. i suoi muscoli vibrarono sotto la sintopelle mentre il guanto neurale si allungava. Sentì adrenalina e droghe sintetiche pompate nel suo cuore. L'Apocalyss gli mostrò gruppi di soldati che si avvicinavano a lui uscendo dagli hangar. Caos e terrore, è questo il credo Eversor: schiacciali, annienta il nemico in un mare del sangue dei suoi amici così che il terrore sia tale da impedirgli di agire per salvarsi la vita.
Le due bombe termiche esplosero contemporaneamente falciando in una pioggia di lamiere e calcinacci i soldati.
l'eversor scattò verso di loro muovendosi a zig-zag tra le macerie e i piccoli ripari.sembrava che schivasse i proiettili. pochi secondi e piombò in mezzo a loro. l'artiglio si strinse sul volto del primo in uno spruzzo di sangue mentre la pistola falciava altri due soldati. un altro soldato buttò via il fucile implorando pietà. L'Apocalyss e l'eversor non conoscevano pietà per i nemici dell'Imperatore. Una rapida flessione della spina dorsale permise all'assassino di uccidere il soldato con l'elmo a forma di teschio.
- signore siamo sotto attacco!
- avete identificato il nemico?
- non è nulla di umano signore- il soldato era coperto di sangue ed evidentemente sotto shock
- organizzate un perimetro difensivo. non deve raggiungere l'Aquila del governatore!
gli uomini si disposero in cerchi intorno al piccolo Jet interplanetario, prodigio dell'aereonautica imperiale. le esplosioni, gli spari e le urla si susseguivano copiosi. era da qualche parte lì fuori. Lo sapevano. emerse dal fumo degli incendi come uno spettro insanguinato mentre dilaniava gli ultimi oppositori. Non era possibile colpirlo, schivava i proiettili. continuava a falciare i soldati. Impietoso, invincibile. Incarnazione dell'odio dell'Imperatore
L'Apocalyss non rilevava forme di vita nel raggio di 500m. L'assassino si diresse verso il veicolo scavalcando le pile di corpi che aveva lasciato dietro di se. la ricerca , grazie ai sensi potenziati dello spirito macchina durò poco. una volta estratta la valigetta ne controllò il contenuto per poi sparire nella notte.

continua...          

mercoledì 21 novembre 2012

ricominciamo


davvero non è colpa mia
(si lo è).
è che ho tanti di quegli impegni da non avere il tempo di mettermi a scrivere e quindi ho lasciato un po' perdere il blog.
(non è vero niente, non hai un cazzo da fare ma sei talmente pigro che qualsiasi cosa che non sia aprire facebook ti fa fatica).
No no davvero devo fare mille mila cose e non ho l'ispirazione/il tempo/la voglia di mettermici qui sopra.
(ma non si era detto che questo blog era una specie di riscaldamento per poi iniziare a scrivere le cose serie?)
beh, si.
(E se non sta scrivendo qua figuriamoci che lavorone che stai facendo sul resto...)
non essere riduttivo mo! Non che se uno cazzeggia per un po' non pensa alle cose serie!
(Ah si? E dicci un po' che hai scritto di recente?)
(allora?)
(we babbasò! Sveglia qua già la gente ha da fare, non possiamo sta ai comodi tuoi).
Beh ho fatto la bozza di quei due soggetti...
(quelli che stanno là a pigliar polvere da una settimana?)
...ho impostato un sacco di cose pure adesso non iniziare a fare il saputello.
(io saputello?! Ma lo sai che “iniziato ad impostare nel vocabolario nostro” sta per ci ho pensato un paio di volte mentre ero sulla tazza? Un pelo di professionalità in più ragazzo!)
E' che ho avuto cose da fare e non c'era tempo.
(cose come un lavoro? Una fidanzata? Non sta a fare quegli occhi di triglia e spiega ai gentili signori)
ehm. No
( lo so io che hai fatto fino a mo. Prendi quel foglio lì. Si quello sulla destra)
Ma mo che c'entra il foglio con il discorso che stavamo facendo?
(te stai zitto e leggi che vedi che la gente si fa un idea)
ma mica interessa dai! Si, ok: “Guardia Imperiale 1500 punti, QG colonnello con maglio potenziato...
ok lo ammetto. Un po' era pigrizia un po' mi è presa la rota prima per Magic, ho recuperato una marea di carte e poi per Warhammer 40000. sono stato a Napoli e come al solito mi si è spento il cervello e mo sto cercando lentamente di rimettermi in carreggiata. Contento mo?
(solo un poco mo può bastare. Insomma gente questo cretino ha vissuto una seconda adolescenza nerd nelle ultime settimane: giochi di carte, miniature, regolamenti e tutta la solita monnezza. Stiamo lavorando per rimenttere le cose in ordine ma ci vorrà tempo per ripulire dal ciarpame tutte le aree del cervello infettate e ricoprirle di pornografia di scarsa qualità così da poterci tornare a concentrare sulle cose serie. Nel frattempo chiediamo umilmente di portare pazienza.
Ma c'era bisogno di fare tutta st'ammuina?
(senti, sta zitto e ringrazia che ai piani alti hanno deciso per l'approccio morbido che se era per me..)
grazie
(ecco bravo)

giovedì 15 novembre 2012

In venti minuti di Tg3




poi dicono perché non guardo più la televisione. Comodamente al tavolo in cucina metto un telegiornale qualsiasi e subito mi viene da pensare che i maya hanno ragione.



Tanto per iniziare abbiamo una bella crisi in medio oriente. Riassumo quello che ho capito: Israele (inteso come il governo) ha deciso che in fondo le cose filavano troppo lisce e uccide uno dei leader di Hamas. Stranamente quelli di Hamas (che pure loro sono dei bei geni) si incazzano. Missili artigianali da una parte e missili d'alto livello dall'altra. Un po' di morti e indignazione internazionale. Israele se ne fotte e tira diritto come sempre. Intanto i poveracci nella striscia di Gaza crepano. Meno male che nessuno ha i nostri titoli di stato che poi era un problema.



Altra notizia: Bersani e Alfano parlano di aria fritta su elezioni anticipate impegnandosi a far capire alla gente che non sono gli stessi che hanno portato in questo casino. Parlando di Casini, il genietto brizzolato continua a prostituirsi proponendo una larga intesa che tanto lui basta che sta coi vincitori poi è contento.



Intanto Monti e Napolitano sono alla Bocconi a cianciare di altra aria fritta. Questa volta il live motive è: “ma lo sapete che forse forse la nostra idea di tagliare i soldi a tutti e tassare quello che rimane potrebbe aver peggiorato al situazione come dicevate voi?” nessuno che si alzi e dica qualcosa tipo: “ma quando mezzo mondo ti diceva che era una cazzata tu dov'eri?”



intanto da qualche altra parte il Movimento 5 stelle si incontra e chi lo sa di che parla perché per il giornalista la cosa importante era sapere che Favia e quell'altra sono stati applauditi. Grillo nel frattempo si avvita sulle sue dichiarazioni per non parere il pazzo bipolare che è (sono solo un comico, sono il leader del movimento, io non comando niente, io possiedo il marchio, sono indipendenti da me, se uno si azzarda ad andare in tv ecc ecc).



Ah già! Nel frattempo in Spagna ci sono stati violenti scontri mentre la polizia si scatenava secondo le nuove direttive dello stato di polizia. Botte calci pugni e tutto il solito campionario di violenza di stato che serve a trasmettere il messaggio (chiarissimo dal G8 di Genova): “non rompete il cazzo che tanto non ce ne fotte proprio”.



Infine anche gli scontri a Roma e via dicendo. anche qui le solite violenze tipiche dei tutori dell'ordine. Congratulazioni a quello che da una manganellata sulla nuca ad un tizio di spalle: sei un eroe. Ora posso dormire sereno sapendo che se mai mia figlia avrà un problema può chiamare te per farsi stuprare. Poi un opinionista ci tiene a citare la famosa frase di Pasolini come a dire: “ma vedi te sti poveri pulotti che devono affaticarsi così a riempire di botte sti ragazzini”. Poi a dirla tutta Pasolini ha detto un sacco di cose intelligenti e molte contro il potere ma chi sa come mai quelle frasi non interessano.



Ed infine lo sport.



Un paio di appunti: in tutta Europa stanno imponendo uno stato di polizia e la notizia più importante è che Alfano e Bersani cianciano di aria fritta?



Ma soprattutto. Sta storia dei violenti nelle manifestazioni: per come stanno le cose dovrebbero essere tutti violenti con mazze e caschi perché due vetrine rotte saranno anche un danno ma non è nemmeno paragonabile a quello che si sta facendo alla gente. La stessa gente che ieri per strada è stata riempia di botte

martedì 13 novembre 2012

La cerchiatura del quadrato

Non dovrei dirlo, ma facciamo che lo dico a bassa voce così nessuno sente e gli oscuri dei del caso non ci badano. Ma forse e dico forse le cose iniziano a filare nella giusta direzione. Karma, cose metafisiche, puro semplice culo o compensazione non lo so. Però quasi quasi le cose filano lisce.



Giusto per fare un riepilogo: in casa la marea è passata. Siamo tornati in quattro, Daniela è andata via (dopo appena una settimana di festeggiamenti d'addio e casino). Poco dopo, quasi una settimana, abbiamo dovuto mettere il lutto al braccio per la partenza di due icone della casa: la Cula e Quell'altra hanno fatto le loro valigie e si sono tolte dai coglioni lasciando la composizione casalinga di soli quattro elementi: io, i Carlos (ed eventuali conquiste degli stessi) ed infine Chiara (che tanto torna in casa solo per dormire. Riassumendo abbiamo raggiunto la pace di Dio. Anche se il nuovo assetto fa di me il membro anziano dell'appartamento. Ci sarebbe da parlare di alcune situazioni problematiche riguardo all'affitto e ad un gioco delle tre carte con bleffone in cui mi sono recentemente impegnato ma è lungo e non mi va e poi tra un paio d'ore scopro pure se ha funzionato o se sto in un mare di merda.



Nel campo del lavoro scemo ancora nulla all'orizzonte. Pare che nessuno sia interessato ad un quasi trentenne con qualche hanno di esperienza in un supermercato. Così come sembra che anche i luoghi tradizionali del lavoro occasionale (tipo i mc donald) siano pieni al punto da aver creato una nuova figura professionale di cui vi parlerò poi, se ne avrò voglia.



Intanto il Lavoro Serio mantiene quello stadio onirico e di professionalità cialtrona che lo contraddistingue. Nello specifico la sensazione è sempre la stessa: si parla, si pianifica, ci si incontro e si scrive. Dopo le tre Grazie ora è il turno delle mitologiche tre Valentine (di cui per ora ne abbiamo catturate solo due). Le Valentine disegnano e lo fanno pure bene. Per ora credono di aver stretto una potenziale collaborazione vantaggiosa e non sarò certo io quello che le farà aprire gli occhi. Unico problema in questo ambito è la mia sensazione strisciante: “mi pare sempre che stiamo darci tante pacche sulle spalle ma che a finale siamo sempre a zero”. Ma se uno volesse dirla meglio suonerebbe più o meno così: capisco che prima di mandare progetti e fare robe bisogna fare un notevole lavoro di preparazione ma finché non si spedisce qualcosa dall'altra parte e non arriva una risposta (anche il classico “si prega di non disturbare”) quasta faccenda dei fumetti continua a sembrare puro cazzeggio.



Detto questo dopo Lucca sto in uno stato leggermente bipolare: momenti di esaltazione alternati con massicce dosi di filosofia da Kurt Cobain. Insomma è un bel periodo. Ma soprattutto domani torno a Napoli.

E ce n'era bisogno

sabato 10 novembre 2012

il corridoio

Forse è stato un incidente d'auto, forse una malattia oppure sono nato così. Non importa. Quello che conta è che da quando ho compiuto 19 anni le mie gambe non funzionano bene, tutto il mio corpo non funziona come dovrebbe.

La maggior parte della giornata la passo su questa carrozzella. A volte mia madre o i ragazzi mi portano in giro. Altre volte sto fermo davanti alla Tv.

Anche se amo il caffè non posso prenderne troppo perché se no mi tremano le mani. Non posso stare diritto, la schiena mi fa troppo male ed anche da seduto le spalle stanno in una posa innaturale. I dottori dicono che potrei riprendere a camminare con un po' d'aiuto. Papà ha fatto mettere dei corrimano lungo il corridoio così, se me la sento posso alzarmi in piedi e trascinarmi per casa con la forza delle braccia.

I ragazzi mi portano in giro la sera, quando non c'è la partita. Posso bere una birra ogni tanto e non voglio farmela mancare. Loro mi presentano le loro amiche e i loro amici. Quando sono dell'umore giusto scherzo pesante con loro. Nessuno se la prenderebbe con uno nelle mie condizioni ache se so che per me i giorni avvolti dal profumo di donna sono finiti prima del tempo e per quanto possano essere gentili non andranno mai dove vorrei. Le capisco, non importa.

Qualunque cosa si è portata via la mia capacià di camminare si è presa anche le parole. Non parlo bene: strascico le lettere e bofonchio alcune parole perché le labbra non fanno quello che dovrebbero. Nonostante questo sto ancora studiando legge come prima. Mi manca poco. Forse mi promuovono solo perché sono così o lo fanno per i miei meriti. Non lo so e non lo voglio sapere.

Mi basta poco: un caffè, una birra e un po' di compagnia. Magari una persona nuova, magari un posto nuovo.

Fa troppo male ed io, dopo tre operazioni e troppa fisioterapia, non ce la faccio. Uso i corrimano per trascinarmi sulla sedia per casa. Anche se pensate il contrario vi sento: quando dite bene, quando dite male. Io ascolto sempre anche se sembra che vi ignori o che non capisca. Sento ma non ci do peso perché io lo so com'è. Voi no, anche se vi ringrazio di aver provato a capire. Grazie anche a chi non ha capito, non è importante. Quello che dite non conta, non fa davvero male. Quello che fa male e guardare quei corrimano e capire che non voglio usarli.

ps: questa è una specie di dedica. Mi sei venuto in mente a causa di un'altra cosa.Spero che da la sopra tu non mi sputi

mercoledì 7 novembre 2012

Ho capito tutto!

Stavo pensando ad una cosa che forse potrebbe diventare lavoro, nel contempo ho appena finito di vedere varie cose di approfondimento giornalistico di quelle che ti lasciano con più d'una perplessità riguardo al fatto che alla fine il cetriolo cosmico finisce sempre dalla stessa parte. Mettici pure che ho preso un libro di King in cui un tizio torna indietro nel tempo per fermare l'assassinio di Kennedy e non vi stupirete dei deliri successivi.



Ora facciamo finta che io sia una persona seria e che tutto il successivo discorso non diventerà una puntata di Voyager.



Sono possibili i viaggi nel tempo? Si, no, forse e magari sono le quattro risposte semplici a cui si aggiunge una quinta risposta che inizia più o meno così: “secondo la moderna teoria fisica [grossa equazione di un paio di pagine] nei pressi di un buco nero supermassiccio seguendo la teoria di Whyzzykk... ecc ecc bla bla tanto vi siete già addormentati tutti”.



Ma esiste un metodo più pratico per sapere se i viaggi nel tempo sono una cosa possibile e (visto che la sto pensando io) la chiameremo “teoria dello scrittore insonne che ha bevuto troppi caffè” o anche TSITC.



Ora seguitemi attentamente. Diamo per scontato che ognuno di voi abbia visto Ritorno al Futuro perché se no vengono a mancare proprio le basi teoriche della cosa. Bene esiste la macchina del tempo? Ora no ma forse in futuro si. Ma se con la macchina del tempo si può tornare indietro nel suddetto allora prima o poi nel futuro qualcuno ha costruito e acceso quell'affare spedendo qualcun altro (probabilmente militarmente addestrato e sacrificabile) indietro nel tempo.



E com'è che non ce ne siamo accorti? Facile: loro non vogliono farcelo sapere. Ammettiamo che una volta creata una macchina del tempo funzionate puoi perfezionare il progetto mandando qualcuno nel futuro a vedere come funzionano le cose loro (ALLARME PARADOSSO! ALLARME PARADOSSO!). E quindi la tua macchina funziona da dio.



Ora balzo indietro: vi siete accorti che tutti i fatti della storia umana sembrano sempre prendere una piega pessima? Guerre mondiali, nazisti, attentati, crolli delle borse e altri bizi narrativi in cui l'umanità fa sempre la scelta sbagliata? Se siete gente priva di fantasia potreste dire “eh beh la stupidità è la prima qualità umana ecc ecc”



e invece no! Li ho scoperti. So esattamente cosa sta succedendo ma non ho le prove perché non esistono. Nel lontano futuro i militari, i poteri forti, la Spectra, il nuovo ordine mondiale e via dicendo hanno costruito la macchina del tempo poi hanno mandato i loro agenti indietro nel tempo per modificare i fatti salienti della storia loro vantaggio. Noi non ne sappiamo niente perché sono agenti in incognito che agiscono in maniera subdola per influenzare gli eventi in modo da assicurarsi il potere nella loro epoca.



Sta arrivando il furgone con gli infermieri e quelle buffe camice che si indossano al contrario, non sono pazzo. Ho la prova che è tutto giusto. Visto che li ho beccati loro manderanno un loro agente a uccidere i miei nonni prima che io nasca cancellandomi dalla realtà. Quindi se scompaio dalla realtà come se non fossi vai vissuto vuol dire che avevo ragione.



Ma se scompaio voi non lo saprete mai. Ecco perché loro vincono sempre.

martedì 6 novembre 2012

Lucca 2012: fase due

Le sveglie suonano troppo presto. Sono di nuovo le 6 del mattino. Un treno ci aspetta e per il primi quindici minuti le sveglie di 4 cellulari continuano a suonare come se nella stanza non ci fosse nessuno. Zombie si aggirano tra bagno e camera. Rapido controllo zaini e via di nuovo verso la stazione poi verso Lucca e la coda che stiamo cercando di evitare.



È importante notare l'intelligenza dell'organizzazione: anche se uno sborsa 24 euri al primo giorno per avere l'abbonamento per 2 giorni deve comunque farsi la fila ogni giorno per farsi il braccialetto nuovo. Ma che cazz ve l'ho dati a fa i soldi tutti in anticipo?



Comunque si arriva con precisione da orologi atomici. Alle nove e un tot riapre la fiera e noi abbiamo un piano fantastico: seppellirci nell'area giochi e non uscirne più. Giochiamo nell'ordine a: un tristissimo gioco a quiz (probabilmente capace di uccidere qualsiasi party), Thunderstone (dove valerio conferma il suo culo irrispettoso) e in seguito anche a un gioco che comprende clave gonfiabili e espressioni da cavernicoli.



In questa fase succedono due cose abbastanza importanti: Marco raggiunge dei suoi amici e sparisce per sempre (in seguito cercare di telefonare equivarrà a cercare di parlare con gli abitanti di Alfa Centauri). Ci raggiunge anche Arianna, la fidanzata di Vittu, che eroicamente è salita in macchina con alcuni amici ha passato la notte a Lucca nella suddetta macchina ed ora barcolla morta di sonno insieme a noi.



Andando in cerca di cibo troviamo un onesto bar dietro uno dei padiglioni dove consumare panini a prezzi accettabili. In questa fase si capisce che non siamo dei veri nerd come vorremmo essere: non diamo la caccia agli autori, ignoriamo la presentazione sia di Assassin Creed 3 che di Iron man 3 per lo stesso motivo: “c'è troppo casino. Me lo vedo con calma su youtube”. Si lo so siam brutta gente. Invece preferiamo avventurarci sulle mura dove una marea di cosplayer sfilano. L'obbiettivo non dichiarato sono le ultragnocche, il sole sta scaldando abbastanza e dovrebbero essere uscite dalle loro tane con i loro succinti vestitini.



La passeggiata sulle mura dura quel tanto che basta a far mezzo giro ed arrivare ai giardinetti dove ci buttiamo sull'erba in una breve siesta. Sulle mura vediamo anche un raro esempio di razzismo al contrario: una tizia indiana (nera come la pece) che le amiche hanno fatto vestire da Pochaontas perdendosi qualche piccolo dettaglio per strada. Ma son dettagli dopotutto.



Il resto della giornata ci vede impegnati a molestare cosplayer il giro per la fiera e occupare tavolini in vari bar. Ci uniamo per un po' al gruppo di Valentina e soci (tutti serissimi aspiranti disegnatori ognuno vestito da personaggi di fumetti (menzione speciale per la Pioson Evy con l'emicrania).



Tra un cazzeggio e l'altro sono le 5 si decide di andare alla stazione e riprendere il lungo cammino che ci riporterà a Roma. Dettaglio non contemplato: pare che tutta la Toscana si sia data appuntamento alla stazione di Lucca: il primo regionale per Pisa (composto da ben 4 vagoni) arriva e riparte nel caos più totale sono quando la polizia interviene. Per il resto della serata è il panico nero. Le banchine sono strapiene di gente i sottopassaggi bloccati e non si sa quale treno per dove arriva su che binario. I tutori della legge sembrano impegnarsi a depistare la gente spedendoci da un binario all'altro. Quando alle 7 meno qualcosa arriva il secondo treno per Pisa sembra di stare in un film apocalittico con gente che spinge la folla contro il teno in frenata. Testimoni mi dicono che il mio bestemmione e allucco “FATE SCENDERE PRIMA STRONZI!!!!” si sia sentito su tutto il binario ed oltre. Una sinora che sta cercando di scendere mena due spatacchioni al primo stronzo che prova a salire e improvvisamente la fila si apre per farla passare. Nella ressa successiva riusciamo a salire. Alle 8 siamo miracolosamente sul treno per Roma e in fine, dopo 4 snervantissime ore e un extra tra mezzi pubblici e altro sono finalmente a casa.



Da questo viaggio ho imparato molto. Alla prossima Lucca materiale a strafottere ma soprattutto: un albergo in città.

domenica 4 novembre 2012

Lucca 2012: fase uno

Il piano è semplice, si fanno le cose bene ed ordinate: ore 12 e 30 Termini. Io Valerio e Vittu (al secolo Daniele) pranziamo Mc Donald e poi ci avviamo al binario per salire sul treno con un ora e passa d'anticipo. Siamo bene attrezzati: mazzi di Magic, roba da leggere e chiacchiere. Ma i regionali non hanno tavolini su cui poggiare le carte. Si arrangia ma arrangiare per 4 ore è una brutta cosa.



Salto in avanti. Stazione di Pisa già c'è un po' di casino ma nulla di che. Marco, il quarto della banda, dovrebbe arrivare alle 19 da Orvieto. La natura delle ferrovie lo farà arrivare solo alle 21 passate. Nel frattempo noi nel frattempo entriamo nell'albergo. La sistemazione si rivela meno tragica del previsto ( a parte per un letto a castello che mi farà temere di cascare durante sogni troppo vividi).

Alle 21 e 30 torniamo in stazione prendiamo Marco, mangiamo ed altre cose. A questo giro Kebab. Poi con agili telefonate prendiamo contatto con Beppe ed altri amici suoi per un incontro davanti alla più famosa truffa edilizia del mondo: una torre storta. Sono tempi duri. Piove ogni tanto e c'è da camminare ma dopo 4 ore in piedi uno si vuole sgranchire. L'incontro non dura molto perché la pioggia ci sorprende subiti mettendoci sulla via di casa. Facciamo giusto in tempo a fotografare qualche roba e via a letto.



È la prima volta che vengo a Lucca per cui mi fido ciecamente del piano di Valerio. Per quanto svegliarsi alle 6, prendere un treno alle 7:04 e mettersi in coda alla biglietteria è una cosa contro natura. È orribile.



La fila è un'altra brutta cosa: non c'è molta gente alle 7:30 (con le biglietterie che aprono appena tra un'ora. Ma non c'è nulla di cui stare allegri. Niente caffè, niente colazione, si deve sperare in un futuro migliore fatto di bar all'interno e di biglietti pagati. Arriviamo davanti all'ingresso che da sul padiglione Games dove lo staff di fiera cazzeggia in attesa dell'autorizzazione all'apertura. (dannati tutti quelli che hanno parcheggiato la macchina a caso ritardando l'apertura. Alle nostre spalle la fila si ingrossa. Alcuni giovani fiorentini bestemmiano verso lo staff. Sono solo le 9:40 quando un tizio (che onestamente non so chi sia ma pare omo importante apre le transenne. Una nota di colore: un geniale quarantenne propone di procurare un taglierino per aprire a forza le transenne e riversai in fiera come veri rivoluzionari. Piano ovviamente fallito.



Siamo dentro. Ci fiondiamo nella sezione Games ci sediamo al primo gioco che ci ispira vagamente (quello in questione consiste nel girare su una mappa e sconfiggere i mostri lanciando dadi su un bersaglio in posizioni strane. E non chiedete altro). Poi ci si separa a caccia di cose: in questo momento succedono due cose importanti.

1- ci perdiamo Marco nel nulla. O meglio nella folla assurda che affluisce costantemente nel padiglione

2- Lui. Colui che all'epoca disse “ma si mandami la tua roba che magari ti pubblico con la mia casa editrice”. Uno dei responsabili della mia iniziazione ai Gdr gestisce lo stand i Magic e quando mi vede, casualmente, “stava cercando proprio me”e “se magari passi dopo ti presento il Nostro direttore editoriale che poi...” ovviamente, per quanto graviteremo per tutta la fiera intorno allo stand di Magic non rivedremo mai più costui. All'esterno del padiglione giochi si radunano alcuni espositori atipici: gente seduta per terra circondata da carabattole ma soprattutto raccoglitori di Magic intenti a contrattare scambi chiaramente svantaggiosi. Ce li facciamo tutti mentre Valerio e Vittu cercano delle carte da comprare. Qui sotto il mio eroe: un tizio che ha sparato 50 euro per una carta quotata su internet si e no 12 euro. L'onestà dei tossici.


Quando la fame si fa sentire mentre siamo in fila ai bagni (pulitissimi) e la pioggia decide a tratti di annaffiarci un po' per farci crescere un po' solo per dare fastidio. Ci si sposta verso la zona dei
fumetti bersagli: Zerocalcare, la Villain comics e il libro di professor Bartoli ma prima di tutto del cibo: la ressa è un qualcosa di terribile, usciti dall'area giochi la quantità di cosplayer aumenta notevolmente (tra cui una menzione speciale alla piratessa e al culo di “Maria Hill in tutina di pelle” ma stiamo divagando. Alla fine dopo alcuni giri, da cui siamo usciti solo perché la folla ci ha condotto come un fiume, si addentano hot dog con crauti e preziosi liquidi mentre osserviamo un po' di gente strana (tra cui due carabinieri che sfottono gente vestita da zombie). Valeri ci fa presente quanto lui odi i crauti e ripartiamo. Dei padiglioni fumetti sono subito chiare alcune cose:
-comprare una cosa di Zerocalcare è facile ma avere la dedica è un impresa troppo titanica per noi gente pigra. A vedere la fila mi fa un po' pena il poveretto preso in centinaia di fan in attesa di un disegno sull'albo. No che dico...quale pena. Voglio essere come lui!
-la Villian si nasconde in un luogo che non esiste nello spazio reale e credo che i ragazzi abbiano realizzato che i gagliardetti arancioni del loro stand sono stati il migliore investimento della fiera.
-l'area libri (quelli senza figure) è tranquilla, quasi a far pensare che gli espositori qui non siano graditi. Il prof procede a scriverci un raccontino dedicato a tutti e tre acquirenti poi qualche chiacchiera e saluti.
Chiamiamo Valentina, eroica disegnatrice che al momento è intenta nella lunga questua agli editori nell'Area Pro. Mi dimentico di usare la macchinetta per tutto il tortuoso viaggio fin lì non documentando così alcuni personaggi davvero ridicoli (tipo famigliola con: padre vestito da Superman, madre da Wonder Woman e figlio piccolo da Flash, traumi infantili inclusi).
L'ingresso dell'Area Pro riunisce tutta quella porzione di gente che non si sta divertendo. Quelli che aspettano di sapere se potranno lavorare con qualcuno o no. Valentina è lì in mezzo con il suo Book di disegni più grosso (e sicuramente più pesante di lei). Il nostro cazzeggio fa bene a quanto pare. Almeno al morale. Quando Vale viene chiamata dentro noi ci spostiamo enlla vicina chiesa sconsacrata dove è allestita una mostra ma in cui si trova il più grande dei tesori: POLTRONCINE!
Dopo il riposo ritorniamo al padiglione dei giochi. Magic, Magic e ancora Magic e cazzate varie. Tutti spendiamo più di quanto sia lecito. Alla scoperta di un cartello che recita: “partecipa al nostro dimostrativo e avrai in omaggio un mazzo di Magic” io e Marco ci imbuchiamo fingendoci verginelle e non tossici in cerca di una dose gratis. Il compito è reso difficile dal fatto che tutto lo stand di Magic è in mano a ragazzi di Napoli che grosso modo conosco. Per cui la fatica fatta per avere il mazzo non vale le carte sfigate che lo componevano.
Verso le 18 siamo in viaggio verso la stazione poi Pisa poi Mc Donald e infine stanza dove testiamo subito uno dei nuovi giochi...e lo testiamo fino a tardi.