Ma le due sono abili: trangugiano la
pizza mentre le altre articolazioni libere lavorano a trucco e
indumenti. Come al solito le rispettive camere sono diventate campi
di battaglia ma non importa. Dieci minuti dopo sono per le scale
ridendo e scherzando.
Altrove.
C'è orgoglio e c'è soddisfazione. Un
intero pomeriggio passato a scrivere in coppia col socio Valerio
hanno prodotto finalmente un soggetto finito. Tutto quello che si
deve fare è ricopiare e impaginare. C'è grande gioia e molto poco
da fare. Siamo altrove, da qualche parte tra Cipro e Dio Sa Dove
intenti in quel tipo di cazzeggio tipico dei ragazzi che non hanno
veri progetti per quel particolare sabato. Casa di Michele è un buco
spazio temporale fatto di passatempi. Una rampa di scale, una stanza
con divano e un ENORME TV con console annessa. Fuori alla veranda si
gioca a Magic. Avanti veloce. In una pioggia di frame con partite di
Magic pizze al taglio e cameriere carine.
Sono le 23. sei buttato s una sdraio ad
osservare gli altri che giocano mentre la digestione viaggia verso la
pennica. Valerio controlla e ragiona del viaggio per Lucca. Tu hai un
inspiegabile “prurito” mentale. Una sensazione che ti dice “vai
a casa”.
Ora se siete di quelli che danno retta
alle sensazioni andate al punto 2 se no continuate a leggere
(1)
in quella che chiami casa il forno che
ha ospitato quella cosa che chiamano pizza con estrema fantasia la
fiamma è accesa. Lo sportello è chiuso , sono già due ore che il
calore del forno riscalda i ripiani vuoti arricciando alluminio e
guarnizioni di gomma. Il meteo prevedeva temporali per cui tutti
hanno avuto la prontezza di chiudere le finestre. Il calore si
diffonde abrustolendo parete dello sportello. Intanto particelle di
ossigeno finiscono nella fiamma con l'aria di chi non aspetta altro.
Una altro paio d'ore e nel vano del forno l'antica reazione di
combustione si esaurisce. Niente ossigeno niente fiamma e senza
fiamma il gas lasciato aperto esce libero e felice come quindicenni a
cui è stato revocato il coprifuoco. Le guarnizioni si sono sciolte
da tempo e comunque il vecchio forno modello “casa di villeggiatura
in Calabria” non è che sia così ermetico. Il gas si sparge
nell'appartamento. Ha tutto il tempo. È sabato e il sabato si torna
a casa tardi.
Tre del mattino. Qualcuno infila la
chiave nella toppa seguendo i classici movimenti automatici di chi ha
già dato tutto tranne che di stomaco e mo vuole solo dormire.
Entrando dalla porta accoglie il bel tepore dell'area comune,
automaticamente la mano accende la luce o forse ha una sigaretta
accesa in bocca.
BUMMA!
(2)
vai via verso le undici mezza ma
mentre prendi la metro attraversi Roma e fai l'ultimo tratto a piedi
si fa una mezzanotte abbondante. Nel lungo viaggio in metro il sonno
ha fatto sentire la sua opinione e ti trovi grossomodo concorde.
Entri in casa e subito sei avvolto da un bel calduccio e da un
persistente odore di bruciato. Non ci badi tanto pensano che sia
l'ennesimo esperimento ad alta frittura degli spagnoli che poi non si
sono curati di aprire la finestra. Ringrazi l'allergia che non ti fa
accendere la luce ma che ti fa spalancare le due finestre. Quella in
camera tua e quella nel bagno creando un mini tifone di corrente che
ripulisce in fretta l'aria. Te ne accorgi per caso mentre ti poggi
sul lavello per prendere l'acqua. Il lavello scotta e la puzza di
bruciato ora la riconosci come gomma intenta nel magico transito
verso la diossina. Apri il forno lì vicino: ragnatele di gomma
sciolta accompagnano lo sportello da dentro ti saluta allegra la
fiamma del forno mentre esce una nube di calore e fumo. Bestemmi. La
fai per parecchio tempo e con la dovuta convinzione. Spegni tutto
mentre realizzi la situazione e bestemmi un altro po'. Il sonno è
passato abbondantemente. Alle tre del mattino sei ancora in camera a
vedere le vecchie puntate di Scrubs sperando che al puzza che ha
invaso la stana prima o poi passi.
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