domenica 28 ottobre 2012

Sliding Door

Sabato sera. È tardi ma non troppo. Come vuole la tradizione le ragazze sono intente a prepararsi e in parti uguali a metter roba sotto i denti per garantirsi una sicurezza gastronomica nel mezzo di tutte le complesse faccende di un sabato sera. Stivali, magliette, gonne e Dio sa che altro sono sparse in giro. Nel forno una pizza margherita “bella Napoli” di quelle che le compri surgelate le metti lì e magicamente si trasformano in una succulenta crostata al pomodoro e sintomozzarella. Pochi cianci c'è ritardo. Non quella tipica mezzora che chiunque si aspetterebbe da due ragazze. È un ritardo più greve fatto di troppo cazzeggio e “non so cosa mettermi” che crea panico e sconforto mentre da qualche parte gli altri aspettano.

Ma le due sono abili: trangugiano la pizza mentre le altre articolazioni libere lavorano a trucco e indumenti. Come al solito le rispettive camere sono diventate campi di battaglia ma non importa. Dieci minuti dopo sono per le scale ridendo e scherzando.



Altrove.

C'è orgoglio e c'è soddisfazione. Un intero pomeriggio passato a scrivere in coppia col socio Valerio hanno prodotto finalmente un soggetto finito. Tutto quello che si deve fare è ricopiare e impaginare. C'è grande gioia e molto poco da fare. Siamo altrove, da qualche parte tra Cipro e Dio Sa Dove intenti in quel tipo di cazzeggio tipico dei ragazzi che non hanno veri progetti per quel particolare sabato. Casa di Michele è un buco spazio temporale fatto di passatempi. Una rampa di scale, una stanza con divano e un ENORME TV con console annessa. Fuori alla veranda si gioca a Magic. Avanti veloce. In una pioggia di frame con partite di Magic pizze al taglio e cameriere carine.

Sono le 23. sei buttato s una sdraio ad osservare gli altri che giocano mentre la digestione viaggia verso la pennica. Valerio controlla e ragiona del viaggio per Lucca. Tu hai un inspiegabile “prurito” mentale. Una sensazione che ti dice “vai a casa”.



Ora se siete di quelli che danno retta alle sensazioni andate al punto 2 se no continuate a leggere



(1)

in quella che chiami casa il forno che ha ospitato quella cosa che chiamano pizza con estrema fantasia la fiamma è accesa. Lo sportello è chiuso , sono già due ore che il calore del forno riscalda i ripiani vuoti arricciando alluminio e guarnizioni di gomma. Il meteo prevedeva temporali per cui tutti hanno avuto la prontezza di chiudere le finestre. Il calore si diffonde abrustolendo parete dello sportello. Intanto particelle di ossigeno finiscono nella fiamma con l'aria di chi non aspetta altro. Una altro paio d'ore e nel vano del forno l'antica reazione di combustione si esaurisce. Niente ossigeno niente fiamma e senza fiamma il gas lasciato aperto esce libero e felice come quindicenni a cui è stato revocato il coprifuoco. Le guarnizioni si sono sciolte da tempo e comunque il vecchio forno modello “casa di villeggiatura in Calabria” non è che sia così ermetico. Il gas si sparge nell'appartamento. Ha tutto il tempo. È sabato e il sabato si torna a casa tardi.

Tre del mattino. Qualcuno infila la chiave nella toppa seguendo i classici movimenti automatici di chi ha già dato tutto tranne che di stomaco e mo vuole solo dormire. Entrando dalla porta accoglie il bel tepore dell'area comune, automaticamente la mano accende la luce o forse ha una sigaretta accesa in bocca.

BUMMA!



(2)

vai via verso le undici mezza ma mentre prendi la metro attraversi Roma e fai l'ultimo tratto a piedi si fa una mezzanotte abbondante. Nel lungo viaggio in metro il sonno ha fatto sentire la sua opinione e ti trovi grossomodo concorde. Entri in casa e subito sei avvolto da un bel calduccio e da un persistente odore di bruciato. Non ci badi tanto pensano che sia l'ennesimo esperimento ad alta frittura degli spagnoli che poi non si sono curati di aprire la finestra. Ringrazi l'allergia che non ti fa accendere la luce ma che ti fa spalancare le due finestre. Quella in camera tua e quella nel bagno creando un mini tifone di corrente che ripulisce in fretta l'aria. Te ne accorgi per caso mentre ti poggi sul lavello per prendere l'acqua. Il lavello scotta e la puzza di bruciato ora la riconosci come gomma intenta nel magico transito verso la diossina. Apri il forno lì vicino: ragnatele di gomma sciolta accompagnano lo sportello da dentro ti saluta allegra la fiamma del forno mentre esce una nube di calore e fumo. Bestemmi. La fai per parecchio tempo e con la dovuta convinzione. Spegni tutto mentre realizzi la situazione e bestemmi un altro po'. Il sonno è passato abbondantemente. Alle tre del mattino sei ancora in camera a vedere le vecchie puntate di Scrubs sperando che al puzza che ha invaso la stana prima o poi passi.

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