Ci sono momenti, giornate, in cui non
si ha altra compagnia se non la propria. Di solito piove, perchè
quando piove si sta a casa ed è più difficile vedere gente e fare
cose. Per quanto sia romantica la pioggia , per quanto sia bello
vederla cadere al sicuro dietro al finestra in queste giornate non fa
proprio bene alla vita.
Suona male come parola figuriamoci come
esperienza: solitudine. Non mi riferisco a quella cosa metafisica di
“essere soli in mezzo alla folla” quella la si più accettare la
si supera perché in fondo in fondo a tutti piace sentirsi superiori
guardando la folla e se ti senti inferiore almeno hai modo di
ammirare qualcuno. Il problema è la solitudine vera. Quando non puoi
fare quattro chiacchiere con qualcuno o bere in compagnia perché
tutti sono da un altra parte che non è qui.
Si sposa bene con l'apatia (e su questo
ci sarebbero fiumi di parole da spenderci nel mio caso). Sei solo.
Prigioniero in camera tua a causa dei maledetti spagnoli che non
hanno ancora levato le tende loro e quelle zoccole delle amiche loro.
Fuori viene giù che Dio la manda. Non hai idea di che fine ha fatto
l'ombrello e quindi di scendere per andarti a fare un bagno senza uno
straccio di motivo non ti va mica. Hai un po' di oggetti con cui
passare il tempo: un portatile, un libro e un paio di fumetti letti e
straletti. Tutti e tre questi oggetti hanno in comune la stessa cosa:
non ti va di usarli. Non hai voglia di scrivere, tranne per quella
mezza pagina che ora si è arenata, non hai voglia di leggere ancora
perché hai letto troppo e ti fanno male gli occhi. Il fisico freme
per fare Qualcosa ma cosa?
Forse è solo questione di abitudine. A
Napoli ne hai passate migliaia di giornate così ma i suoni erano
diversi. Passi parole persone e bestie domestiche. Qui il massimo che
puoi avere come animale da compagnia è una zanzara grossa come un
pugno che è entrata in camera ieri sera.
È sabato. Io odio il sabato con tutte
le mie forze. Come si odia San Valentino quando sei single o il
Natale quando sei di malumore. Lo odio come inizia ad odiare il tuo
compleanno quando gli hanno superano i trenta. Non c'è buon umore
stasera perché non c'è nulla da fare. Altra gente ha da fare altre
cose è in altri posti.
E poi c'è una domanda che rimbomba nel
cervello perché tutto il resto è uscito a farsi una passeggiata o
non ha voglia distare a sentire: che ci faccio ancora qui? Il corso è
finito, il lavoro per quanto si cerchi non esce come succede con le
chiavi di casa o con quell'ultimo spicciolo che farebbe la
differenza. I soldi vabbè manco stiamo a parlarne. Insomma cosa
cazzo ci faccio ancora qui?
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