Bisogna correre. Con agilità e
scioltezza di gambe. Come se la panza gonfia di birra non fosse un
impedimento ma un vantaggio.
Bisogna essere veloci, anche se il
casco in testa limita la visuale e impaccia i movimenti. Attraversare
la notte col passo svelto di una verginella nel Bronx alle tre di
notte. Sei un tipo speciale di maratoneta: per te il bang dello
starter segna quasi sempre la fine della corsa.
Bisogna correre perchè se no non si
mangia. Non ci si può fermare anche se si dice che a fermarsi c'è
un pasto caldo ed una stanza asciutta.
Bisogna correre veloce. Più in fretta
di chi insegue con comode scarpe di pelle e molto più di chi scappa
con scomodi tacchi a spillo. Bisogna correre in fretta perchè la
notte e oscura e si riempirà di terrori all'apparire di un
lampeggiante azzurro. Sempre tesi, pronti a scattare come un gatto
attaccato alla due e venti. Le gambe doloranti e i polmoni intasati
di fumo sono l'unica cosa che separa da manganelli e bracciali di
ferro dalla dubbia estetica. Non ci si può guardare indietro, non si
può perdere di vista quel vicolo buio dove la salvezza aspetta su
due ruote cromate.
Cacciatori e prede, guardie e ladri,
fessi e furbi tutti sulla stessa pista a due a due in una staffetta
infinita che non mostra mai il vincitore se non con un fotofinish di
piombo.
Saresti più leggero se non avessi le
tasche appesantite da panetti di fumo o le braccia impegnate a
stringere una borsa che promette tesori urbani.
Corri veloce senza badare a quello che
arriva dagli angoli della strada perché alle tue spalle c'è la
brace e qualunque padella arrivi è buona per la fare la frittata. Ma
per certe prelibatezze culinarie del popolo è necessario qualche
uovo rotto, come le ossa che tra poco non reggeranno all'impatto
dell'utilitaria che ti sta venendo addosso.
Il suono della frenata è così alieno.
Un botto come un milione di persone che fanno il gesto dell'ombrello
ad una vita grama. Un piccolo volo sulla strada, come a continuar la
fuga. Poi lo stop.
Bisogna correre per restare vivi.
Ignorando i lampi azzurri che affogano l'ambiente in un mare che non
bagna. Ignorando il lamento degli angeli che latra sopra le teste.
Ignorando il dolore e le curve troppo strette. Perchè se non si
corre domani non si mangia e non si mangerà mai più. Perché se non
si corre adesso domani non sarà più importante l'acido lattico
accumulato nelle gambe. Bisogna correre anche se i legacci bloccano
gambe e braccia e qualcuno altro sta cercando di distanziare il più
antico degli inseguitori. Quello che alla lunga non perde mai.
Bisogna correre perché la notte è
fredda e piena di terrori. Perché il buio è molto peggio del
lampeggiare di qualsiasi sirena. Perché il palo è lontano e se non
fai in fretta si prenderà tutto lui. Bisogna correre perché prima o
poi, forse, sorgerà l'alba.
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