domenica 15 luglio 2012

La Regola Prima

2009 era appena iniziata la crisi. Non se ne capiva più di adesso ma già c'era l'aria pesante dei brutti anni a venire. Nel Novembre di quell'anno gli studenti stavano tirando su un casino contro la Gelmini come non se ne vedevano da anni al punto da far illudere anche i comunisti della prima ora come Zio Gianni che stava arrivando la svolta. Non arrivò ma è un altra storia.



A quel tempo io ero appena tornato a Napoli dopo troppo tempo a Ferrara a non concludere nulla e tagliare alberi a prezzi stracciati per avviare un attività che poi è implosa per l'ovvio che tutti ignoravano. Io intanto era rientrato, un po' con la coda tra le gambe, un po' come uno che torna dal Vietnam. Il puro caso mi aveva fatto piovere in testa un lavoro tramite “uno zio che sa uno che ha un parente che cerca uno per lavorare”.



Era quasi un mese che stavo in quel fottuto Conad a spezzarmi la schiena perchè per quanto mi pagassero poco mi trattassero come un idiota e via discorrendo per me era questione d'onore farmi il mazzo. Se non altro per riscattare la fiducia di mio zio che ci aveva messo la faccia. Si entrava alle 8 di mattina si usciva alle 8 di sera se non più tardi. Dopo il primo mese praticamente non campavo più. Poi venne La Regola.



Come vi potrebbe dire chiunque abbia fatto almeno un giorno di lavoro nella vita: non si apprezza davvero il tempo libero finchè non ne hai. Io non ne avevo e francamente la cosa mi faceva innervosire abbastanza. Purtroppo non avevo nemmeno i soldi ma avevo troppi anni abbastanza da farmi vergognare di vivere a spese dei miei.



Però il tempo libero ci voleva e da qualche parte doveva uscire. Così nacque La Regola, è una cosa semplice di quelle che facilmente puoi trovare su quei libricini new age tipo: “10 semplici regole per non essere un idiota credulone che compra libri new age” o anche “come aumentare l'autostima” oppure “come convincersi che è il mondo che è sbagliato e non voi che siete stupidi”. Ma sto divagando, La Regola recita:



“almeno una volta al giorno, a prescindere da tutto, fai qualcosa che ti piace. Che ti piace davvero”



semplice facile ed elegante. Sono rimasto in quel Conad per due anni e mi sono ammazzato di fatica al punto da non volermi ricordare di alcune giornate. Ma quasi ogni sera, quando avevo un minimo di tempo, mi riscattavo: uscivo, vedevo un film, anche una birra in solitario o giocavo a D&d. Dopo la prima settimana il fisico si era rassegnato al fatto che per quanta stanchezza avessi in corpo non me ne fregava nulla.



Oggi. La crisi è finita quattro o cinque volte e per stare dietro a certe bugie i giornalisti non hanno più il termine per definirla. Gli indignados hanno tirato su un casino ma quando di nuovo tutti ci stavamo sperando sono spariti come se gli scontri di Roma fossero un messaggio universale: “non fate casino che alla fine si arriva a questo”. Adesso la gente non ha il tempo di protestare: chi lavora non ha tempo e soldi da perdere per andare agli scioperi e sotto sotto quasi nessuno ci crede più.



Come la prima volta nel momento in cui i telegiornali non mancano mai di comunicare quanto sia difficile trovare un lavoro io l'ho trovato. Anche se il concetto è lo stesso questo posto sta al Conad come Plutone sta alla Galassia di Andromeda: uno è piccolo brutto e rozzo l'altro è immenso nobile e importante. Luglio, Monti ci sta facendo il culo già da un annetto, Berlusconi si ricandida con al fiducia di chi sa che la gente dimentica. L'aria è di nuovo pesante, in lontananza si sente di nuovo l'odore di anni cattivi.



Se stringi la lente sul mio piccolo microcosmo vedrai gente che va sotto convinta di nuotare e gente che mano a mano riemerge. Altri, molti, che galleggiano. Se stringi ancora il campo mi potresti vedere arrancare per la strada sotto il sole. Otto ore di supermercato sono tante e di quel supermercato sono francamente troppe. Ma La Regola è La Regola.



Steso su un prato nella penombra di un pino uguale a quello di casa mia fumo, le scarpe un po' più in la lo zaino con i vestiti da lavoro dietro la testa. Non si direbbe a vederlo ma anche se tutto è incerto come l'equilibrio di un angelo sulla punta di uno spillo. Ora in quel momento. Sono felice.

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