mercoledì 25 luglio 2012

blocco

Qualcosa di malvagio serpeggia dentro al cervello. qualcosa che non vuole saperne di andarsene nè di fare spazio ad altre cose più importanti. la si potrebbe definire crisi mistica, mancanza di ispirazione, ansia. il suo vero nome però resta sempre lo stesso: Estate.

lunghe giornate soleggiate e afose non fanno bene alla creatività. non fanno bene a nulla se devi passarle a fare un lavoro che non vuoi fare solo per la necissita di avere dei soldi che non puoi avere altrimenti.

in metro i ragazzi vanno verso il mare, i turisti si accalcano verso le tante attrattive della città. tu prosegui fino al lavoro con la speranza, mal risposta, che le ore passino in fretta. non lo fanno mai perchè è nella natura del tempo dilatarsi quando sti facendo una cosa che non sopporti, quando il tuo unico desiderio è che passino le tue 6 ore e la smettano di urlarti in testa così che tu possa tornare a casa.

A casa, dove potresti fare le cose a cui tieni davvero ma sei stanco i nervi tesi e non sai perchè. il pensiero ricorrente che domani comunque devi ritornare lì. non fai nulla ti fissi sulle cose più sceme perchè il cervello non riesce a trovare la tranquillità per fare ciò che serve.

Estate, nessuno parte mai prima. quando si parla delle vacanze ci si lamenta a turno del fatto di restare in città per impegni presi e soldi dati ad altre cose. Ma alla fine tutti partono in qualche modo: chi torna dalla famiglia, chi organizza last minut, chi si accoda ad altri e chi va nella casa al mare che sembra aver scoperto dieci minuti prima.

nei libri puoi trovare tonnellate di parole sulla solitudine dell'autunno e la fredda tristezza dell'inverno ma in realtà la vera solitudine è l'estate. l'estate di chi lavora restando solo abbandonato anche dai propri pensieri la testa riempita da un unica persistente ansia: tra quanto inizia il turno? che succederà stavolta?

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