domenica 3 giugno 2012

Sfattanza


sono due notti che non dormo. Altrettante mattina che mi “sveglio presto” e mi ammazzo di fatica. Quella fisica che col caldo e col sole, entrambe cose presenti costantemente negli ultimi giorni, ti fanno sperare di cadere a terra morto e smettere di soffrire.



Capisco che un blog dove leggi le disgrazie dell'autore non è poi così interessante ma devo dire che la mancanza di sonno e la stanchezza cronica hanno anche un loro fascino clinico che meriterebbe un approfondimento scientifico (che credo anche ci sia).



Vivi in un mondo a parte, i suoi sono attutiti i ragionamenti lenti e ogni volta che chiudi gli occhi senti un sollievo inenarrabile che si diffonde nel corpo. I processi mentali rallentano, neurono sbattono contro altri neuroni dimenticandosi i messaggi che trasmettevano. Ogni tanto hai un paio di minuti di black out in cui non capisci veramente cosa avviene intorno a te.


Una situazione che ti lascia con sole due scelte: soccombere o gridare “questa è spartaaaa!” e continuare ad agire fingendo che va tutto bene, con gli ovvi rischi che ciò comporta. Puoi dire ad alta voce cose che sei convinto di stare solo pensando. Creando poi notevoli incidenti internazionali. Puoi pensare cose che volevi dire ma che poi ti passano di mente, cose fondamentali come il senso della vita o chi ti deve dare ancora i soldi che hai anticipato.



Sarebbe facile dare la colpa ad uno stile di vita sregolato ed allo stress crescente che si accompagna alla fine del corso. Come se andare a dormire tutte le sere alle 2 con l'ansia per i soldi che stanno finendo potesse togliermi il sonno. No, la colpa vera è della stramaledetta zanzara che si è infiltrata nella stanza mimetizzandosi con le macchie scure sul muro per non farsi uccidere.



È il rambo delle zanzare, attacca e poi sparisce nella giungla di ombre delle pareti per poi ricolpire nuovamente. Schiva ciabatte e magliette arrotolate con al stessa rapidità solo per poi scomparire e tornare a colpire finchè non sei troppo esausto per darle retta. Ma improvvisamente ti passa il sonno. Inizia a far male l'ancor più stramaledetto dente del giudizio. Hai caldo, poi hai freddo ti scopri e ti riscopri, ti giri e ti rigiri. Poi pensi. E pensare è la peggio cosa.



Guardi l'orologio. Le cinque e mezza e ricordi delle promesse fatte e degli impegni presi la mattina dopo. La mattina dopo presto, praticamente tra un paio d'ore. E allora ti alzi consapevole che tanto è uno sforzo inutile quello di restare a letto con gli occhi chiusi ma perfettamente sveglio.



E poi tutto mi chiedono come mai arrivo sempre in anticipo ultimamente.

Di questo passo arriverò in anticipo anche nella tomba.

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