sono due notti che non dormo.
Altrettante mattina che mi “sveglio presto” e mi ammazzo di
fatica. Quella fisica che col caldo e col sole, entrambe cose
presenti costantemente negli ultimi giorni, ti fanno sperare di
cadere a terra morto e smettere di soffrire.
Capisco che un blog dove leggi le
disgrazie dell'autore non è poi così interessante ma devo dire che
la mancanza di sonno e la stanchezza cronica hanno anche un loro
fascino clinico che meriterebbe un approfondimento scientifico (che
credo anche ci sia).
Vivi in un mondo a parte, i suoi sono
attutiti i ragionamenti lenti e ogni volta che chiudi gli occhi senti
un sollievo inenarrabile che si diffonde nel corpo. I processi
mentali rallentano, neurono sbattono contro altri neuroni
dimenticandosi i messaggi che trasmettevano. Ogni tanto hai un paio
di minuti di black out in cui non capisci veramente cosa avviene
intorno a te.
Una situazione che ti lascia con sole
due scelte: soccombere o gridare “questa è spartaaaa!” e
continuare ad agire fingendo che va tutto bene, con gli ovvi rischi
che ciò comporta. Puoi dire ad alta voce cose che sei convinto di
stare solo pensando. Creando poi notevoli incidenti internazionali.
Puoi pensare cose che volevi dire ma che poi ti passano di mente,
cose fondamentali come il senso della vita o chi ti deve dare ancora
i soldi che hai anticipato.
Sarebbe facile dare la colpa ad uno
stile di vita sregolato ed allo stress crescente che si accompagna
alla fine del corso. Come se andare a dormire tutte le sere alle 2
con l'ansia per i soldi che stanno finendo potesse togliermi il
sonno. No, la colpa vera è della stramaledetta zanzara che si è
infiltrata nella stanza mimetizzandosi con le macchie scure sul muro
per non farsi uccidere.
È il rambo delle zanzare, attacca e
poi sparisce nella giungla di ombre delle pareti per poi ricolpire
nuovamente. Schiva ciabatte e magliette arrotolate con al stessa
rapidità solo per poi scomparire e tornare a colpire finchè non sei
troppo esausto per darle retta. Ma improvvisamente ti passa il sonno.
Inizia a far male l'ancor più stramaledetto dente del giudizio. Hai
caldo, poi hai freddo ti scopri e ti riscopri, ti giri e ti rigiri.
Poi pensi. E pensare è la peggio cosa.
Guardi l'orologio. Le cinque e mezza e
ricordi delle promesse fatte e degli impegni presi la mattina dopo.
La mattina dopo presto, praticamente tra un paio d'ore. E allora ti
alzi consapevole che tanto è uno sforzo inutile quello di restare a
letto con gli occhi chiusi ma perfettamente sveglio.
E poi tutto mi chiedono come mai arrivo
sempre in anticipo ultimamente.
Di questo passo arriverò in anticipo
anche nella tomba.
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