Siamo rimasti sono noi ad un passo
dalla fine. La guerra ha spazzato via ogni cosa. Da qualche parte
oltre le nubi di cenere dovrebbe esserci ciò che resta del castello.
La strada si confonde in lontananza.
Eravamo tanti, eravamo pronti a tutto.
Sapevamo quello che stava arrivando. Eravamo convinti di cambiare il
mondo di tenerlo per il bavero urlandogli in faccia i suoi errori.
Sapevamo cosa sarebbe successo ma non siamo stati la causa più di
quanto una farfalla non sia causa di un uragano. La nostra unica
colpa è stata pensare di poter resistere a quello che stava
arrivando.
Eravamo tanti ognuno con i suoi pregi e
i suoi difetti. Le loro qualità incredibili e i loro caratteri
impossibili. C'era chi conosceva a menadito la tattica chi era
esperto di armi e chi di comunicazioni. C'erano le brave spie e i
fortunati bastardi. Gli eroi e i pavidi. C'era chi aveva buttato via
tutto e chi non aveva nulla da perdere.
Per me erano tutti preziosi, tutti
nobili ed irraggiungibili rispetto alla mia andatura insicura alle
mie paure, le mie ansie. Voi avete esplorato ogni angolo del mondo.
Avete visto e avete imparato mentre io restavo qui ad aspettare solo
per sentire le vostre gesta.
Abbiamo sfidato il mondo e abbiamo
perso. Tutti hanno perso: noi loro e chiunque era nel mezzo mentre le
bombe si aprivano la strada tra amori e ideali fino ad appiattire
ogni cosa in questo sconfinato grigio popolato da gatti neri e topi
bicefali. Non avete esitato un istante. Vi sieste lanciati
all'assalto come l'ultimo centometrista all'imbocco della curva
decisiva. Non vi è importato nulla di cosa c'era dall'altra parte.
Era giusto correre e avete corso.
Io ho esitato, non sono un eroe, non
sono un santo. Le folle non mi hanno mai acclamato. Ho sempre vissuto
nella vostra ombra. Dietro le vostre gesta. Il mio ricordo più
chiaro sono le vostre spalle. Ora non ci siete più: vincitori e
vinti tutti spazzati via. Forse da qualche parte qualcuno sta
cercando di rimettere insieme i pezzi del mondo. Nuovi eroi e nuovi
malvagi si alzeranno in piedi al momento giusto.
Sono sempre stato un inetto. Sono
l'uomo del quasi: quasi amato, quasi eroe, quasi santo e quasi fiero.
Al confronto con voi ero solo uno dei tanti che ascoltava a bocca
aperta le vostre gesta. Ora quelle storie sono l'ultima cosa rimasta
di voi. Mi dispiace non lo meritate ma non c'è nessun altro che
possa raccontare.
Il codardo, il vigliacco, lo
smidollato. L'ultimo rimasto in piedi racconterà la storia. E farà
di voi i vincitori.
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