C'era una volta... in una terra lontana
lontana una giovane ragazza che vagava per il bosco. Saltellava non
troppo felice e non troppo pimpante sul sentiero agitando quel
ridicolo cestino di vimini che dentro di lei odiava quasi quanto il
suo contenuto: torte. Torte per quella stramaledetta nonna che si
ostina a vivere in quello stramaledetto bosco e mangiare torte invece
di badare al colesterolo come tutti. Si chiedeva spesso il perchè le
fosse capitata quella famiglia di matti. Che diamine mandare una
ragazzina a consegnare torte alla nonna alteresclerotica con il
rischio che le succedesse di tutto e di più.
Ed era successo di tutto e di più. La
nonna era morta mangiata dal lupo, una bestia così fessa da mettersi
sotto le coperte in pigiama ad aspettarla. Lei aveva fatto finta di
nulla. Poi tra una chiacchiera e l'altra aveva afferrato la doppietta
del fù nonno e aveva aperto un buco in fronte a quella bestia
idiota.
Dopo quell'episodio non era cambiato
poi molto, a parte la pelliccia nuova della nonna e la giovane
ragazza era effettivamente stufa marcia di tutta la situazione aveva
altri progetti e francamente in nessuno di questi rientravano le
consegne di torte o tutte quelle stupide carinerie che sembravano
perseguitarla da quando aveva messo piede al mondo. Si va bene aveva
una passione per le mantelline. E allora? Non è un buon motivo per
confonderla con una bimbetta smidollata.
E così la giovane decise che era il
caso di cambiare aria per andare a studiare in un posto dove gli
animali si limitavano a fare gli animali senza infilarsi in altrui
letti o travestirsi da nonnine indifese. Le possibilità economiche
però erano quelle che erano e così la giovane dovette unirsi a
tutta quella varia umanità itinerante che da lì andava nella grande
città. Ok i treni partivano fin troppo presto ma la giovane era
abituata a svegliarsi presto per spaccare la legna per cui fu ben
felice di iniziare quella nuova vita dove, era sicura, nessuno le
avrebbe chiesto di cantare canzoncine sdolcinate per segnalare i
momenti salienti della giornata.
Pie illusioni. Si dice che l'abito non
fa il monaco ma nessuno ha mai dubitato che qualcuno con i paramenti
sacri non fosse un prete. E così capitò alla nostra giovane. Sarà
per la faccia allegra, sarà per i modi pacati o per quella
praticissima mantellina che teneva al caldo le spalle. Ogni
stramaledetto passante la battezzava immediatamente per quello che
era, o almeno per quello che loro credevano. Tutti là a dire ma
com'è carina, ma come è dolce , e perchè non canti una bella
canzoncina.
Nessuno però sapeva che la faccenda
del lupo aveva segnato fin troppo il carattere della giovane.
Potremmo dire che dopo quella prima volta ci aveva preso gusto. La
gente avrebbe potuto avere qualche sospetto nel vedere i fumetti
nascosti nella capanna della ragazza. Roba talmente violenta da
essere imbarazzante. Letture con cui lei aveva tenuto a bada il suo
lato oscuro. Ogni tanto qualcosa traspariva abbastanza chiaramente ma
è risaputo che il cervello è selettivo e molti ignorarono il chiaro
segnale.
Essendo occupata in faccende fin troppo
importanti lei non badò a molte cose. Provò, per poco, una cosa
nuova: tollerare. Ma come dicevamo durò poco perchè la tolleranza
spinge l'idiota a spingersi ancora più in là. E l'idiota, secondo
la sua natura si spinse oltre. Con le inevitabili conseguenze.
Tutti la consideravano inoffensiva,
buona come il pane appena sfornato ricoperto di nutella. Fu il primo
errore. Il secondo fu non domandarsi cosa si portasse dietro in tutte
quelle borse e borsette che aveva sempre appresso. I più stupidi
pensavano torte. Ma il tempo della pasticceria era finito. Essendo
lei una persona, per quanto disturbata, precisa ed ordinata aveva
pensato a tutto: nastro adesivo, teli di plastica, vestiti di
ricambio, penne, fogli, un Tegolino e un coltellaccio di trenta
centimetri affilato ed appuntito.
Offriva il Tegolino alla sua vittima
che inevitabilmente ci cascava ingerendo la droga con cui lei lo
aveva farcito. Poi con calma disponeva i teli di plastica sulla scena
per non lasciare traccie. Un paio di strappo di nastro adesivo per
sistemare il tutto ed era pronta per il coltello. Non starò qui a
scendere nei dettagli ma credo che adesso sapete perchè tutti si
ostinavano a chiamarla Cappuccetto Rosso.
NOTE: al momento l'efferata assassina
nota ai media come Cappuccetto Rosso conta un numero imprecisato di
vittime stimato intorno alla trentina. Per quanto le polizie di mezza
Europa si sono messe sulle sue tracce al momento manca ancora un
identikit o qualsiasi altro dato utile per le indagini. L'unica
sospetta che potrebbe collegare gli omicidi è stata ritenuta
“incapace ad offendere” sia dai nostri agenti che dai parenti
delle vittime.
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