sabato 19 maggio 2012

La vera storia di Ms 2

C'era una volta... in una terra lontana lontana una giovane ragazza che vagava per il bosco. Saltellava non troppo felice e non troppo pimpante sul sentiero agitando quel ridicolo cestino di vimini che dentro di lei odiava quasi quanto il suo contenuto: torte. Torte per quella stramaledetta nonna che si ostina a vivere in quello stramaledetto bosco e mangiare torte invece di badare al colesterolo come tutti. Si chiedeva spesso il perchè le fosse capitata quella famiglia di matti. Che diamine mandare una ragazzina a consegnare torte alla nonna alteresclerotica con il rischio che le succedesse di tutto e di più.

Ed era successo di tutto e di più. La nonna era morta mangiata dal lupo, una bestia così fessa da mettersi sotto le coperte in pigiama ad aspettarla. Lei aveva fatto finta di nulla. Poi tra una chiacchiera e l'altra aveva afferrato la doppietta del fù nonno e aveva aperto un buco in fronte a quella bestia idiota.

Dopo quell'episodio non era cambiato poi molto, a parte la pelliccia nuova della nonna e la giovane ragazza era effettivamente stufa marcia di tutta la situazione aveva altri progetti e francamente in nessuno di questi rientravano le consegne di torte o tutte quelle stupide carinerie che sembravano perseguitarla da quando aveva messo piede al mondo. Si va bene aveva una passione per le mantelline. E allora? Non è un buon motivo per confonderla con una bimbetta smidollata.

E così la giovane decise che era il caso di cambiare aria per andare a studiare in un posto dove gli animali si limitavano a fare gli animali senza infilarsi in altrui letti o travestirsi da nonnine indifese. Le possibilità economiche però erano quelle che erano e così la giovane dovette unirsi a tutta quella varia umanità itinerante che da lì andava nella grande città. Ok i treni partivano fin troppo presto ma la giovane era abituata a svegliarsi presto per spaccare la legna per cui fu ben felice di iniziare quella nuova vita dove, era sicura, nessuno le avrebbe chiesto di cantare canzoncine sdolcinate per segnalare i momenti salienti della giornata.

Pie illusioni. Si dice che l'abito non fa il monaco ma nessuno ha mai dubitato che qualcuno con i paramenti sacri non fosse un prete. E così capitò alla nostra giovane. Sarà per la faccia allegra, sarà per i modi pacati o per quella praticissima mantellina che teneva al caldo le spalle. Ogni stramaledetto passante la battezzava immediatamente per quello che era, o almeno per quello che loro credevano. Tutti là a dire ma com'è carina, ma come è dolce , e perchè non canti una bella canzoncina.

Nessuno però sapeva che la faccenda del lupo aveva segnato fin troppo il carattere della giovane. Potremmo dire che dopo quella prima volta ci aveva preso gusto. La gente avrebbe potuto avere qualche sospetto nel vedere i fumetti nascosti nella capanna della ragazza. Roba talmente violenta da essere imbarazzante. Letture con cui lei aveva tenuto a bada il suo lato oscuro. Ogni tanto qualcosa traspariva abbastanza chiaramente ma è risaputo che il cervello è selettivo e molti ignorarono il chiaro segnale.

Essendo occupata in faccende fin troppo importanti lei non badò a molte cose. Provò, per poco, una cosa nuova: tollerare. Ma come dicevamo durò poco perchè la tolleranza spinge l'idiota a spingersi ancora più in là. E l'idiota, secondo la sua natura si spinse oltre. Con le inevitabili conseguenze.

Tutti la consideravano inoffensiva, buona come il pane appena sfornato ricoperto di nutella. Fu il primo errore. Il secondo fu non domandarsi cosa si portasse dietro in tutte quelle borse e borsette che aveva sempre appresso. I più stupidi pensavano torte. Ma il tempo della pasticceria era finito. Essendo lei una persona, per quanto disturbata, precisa ed ordinata aveva pensato a tutto: nastro adesivo, teli di plastica, vestiti di ricambio, penne, fogli, un Tegolino e un coltellaccio di trenta centimetri affilato ed appuntito.

Offriva il Tegolino alla sua vittima che inevitabilmente ci cascava ingerendo la droga con cui lei lo aveva farcito. Poi con calma disponeva i teli di plastica sulla scena per non lasciare traccie. Un paio di strappo di nastro adesivo per sistemare il tutto ed era pronta per il coltello. Non starò qui a scendere nei dettagli ma credo che adesso sapete perchè tutti si ostinavano a chiamarla Cappuccetto Rosso.

NOTE: al momento l'efferata assassina nota ai media come Cappuccetto Rosso conta un numero imprecisato di vittime stimato intorno alla trentina. Per quanto le polizie di mezza Europa si sono messe sulle sue tracce al momento manca ancora un identikit o qualsiasi altro dato utile per le indagini. L'unica sospetta che potrebbe collegare gli omicidi è stata ritenuta “incapace ad offendere” sia dai nostri agenti che dai parenti delle vittime.

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