Massimo si alzò dal divano andando
verso la libreria, Laura lo fissò incuriosita e un po' indispettita
per aver interrotto le chiacchiere tipiche dei primi appuntamenti. Le
voleva far vedere una cosa, dal tono di voce ne sembrava
particolarmente orgoglioso.
Nel frettempo lui prese un anonimo
album fotografico, sul suo viso li ghigno di soddisfazione faceva
scattare tutti i campanelli d'allarme di lei. Ma quando le passò
l'album aperto passò tutto e lei potè fare solo una cosa:
Ridere.
qualche mese prima
Ci sono debiti che vanno pagati, come
quando lo strozzino ti chiede di ridargli i soldi che ti ha
anticipato per quella soffiata sicura. Stranamente questo tipo di
creditori si fanno sempre vivi un attimo dopo l'abbattimento del
cavallo “vincente”. Era questo che passava per la mente di
Antonio mentre quel tizio coi rasta posizionava il cavalletto e il
resto dell'attrezzatura nella stanza.
A giudicare dalla serietà
dell'organizzazione la faccenda non sarebbe burata poco e la cosa lo
terrorizzava ma non poteva farci nulla: in un certo senso aveva un
dedito anche lui.
Non potendo raccontare tutta la
faccenda senza violare svariate leggi e traumatizzare diversi
cervelli sono costretto a chiedervi di credere sulla parola a quello
che vi dico: in un certo senso Massimo ad Antonio gli aveva salvato
la vita. No, non era era entrato armato di mitra in una stanza piena
di mafiosi russi un attimo prima che sparassero ad Antonio né tanto
meno si era lanciato contro la pallottola esploso dal cecchino. La
verità, per quanto vaga, si poteva riassumere in un improvviso
attacco di buonsenso contagioso che da Massimo era passato ad Antonio
evitando il disastro.
A causa di ciò quando in seguito
Massimo chiese ad Antonio il Favore lui non potè che accettare dopo
aver inutilmente cercato ammorbidire il tremendo supplizio. Ora
seduto su quel divano, allo stesso posto che tra qualche mese avrebbe
ospitato Laura, Antonio si pentì di non essere riuscito a strappare
più di “tranquillo non le metto su internet” dalla
contrattazione.
Il flusso dei suoi pensieri venne
interrotto dall'apparizione di Massimo. Potremmo dire che vederlo in
jeans strappati a cannottiera mimetica avesse fatto gelare il sangue
etero di Antonio ma invece l'apparizione di quell'energumeno in
canotta con puttura mimetica spalmata su viso e bicipiti gli sembrò
rassicurante rispetto alla pistola che stringeva in pugno.
Un attimo prima di lanciarsi in una
fuga precipitosa riuscì a sentire Massimo che lo rassicurava:
“tranquillo è finta, l'ho fregata dal set de 'la Squadra”.
Antonio rimase immobile per il resto della preparazione. Non badò
alle frasi che Massimo e il tizio coi rasta si scambiavano. Le sue
preoccupazioni si rivelarono infondate quando quello che identificò
come il fotografo iniziò a spiegargli come doveva posizionarsi.
Un intera serata di fatica. Ed ora
Laura rideva come una dannata stringendo in maniera convulsa i bordi
dell'album. Sulla fotografia Massimo era truccato come un marine in
missione nella giungla con i muscoli straripanti dalla canotta troppo
stretta. Era piazzato a gambe larghe con le braccia tese puntava una
pistola verso un altro tizio disteso a terra che chiarmanete fingeva
di proteggersi. Le foto continuavano: a volte solo con Massimo altre
in pose da “figo” con l'altro tizio.
L'unica risposta che Laura seppe
trovare fu continuare a ridere.
Nessun commento:
Posta un commento