mercoledì 4 aprile 2012

Libri a caso: fanteria dello spazio


comprato d'impulso a soli 6 euro in offerta ed in edizione economica nel bel mezzo di una crisi creativa. Di questo libro ho sempre sentito parlare un gran bene. In più in tenera età il film, una tamarrata hollywoodiana, mi aveva gasato notevolmente.



Devo essere onesto? Non mi è piaciuto troppo. Mi aspettavo qualcosa di diverso ma è meglio andare con ordine.



Il libro racconta di un fuuro prossimo in cui un governo di stampo militarista ha unificato l'umanità e colonizzato svariati pianeti in giro per la galassia. Nel futuro il diritto di voto è un privilegio che si guadagna solo prestando servizio militare e il giovane Rico, quasi per caso, si ritrova ad arruolarsi nell Fanteria spaziale. Il periodo di ferma dura “solo” due anni ma proprio durante il servizio di Rico l'umanità entra in guerra con una feroce razza aliena: i ragni.



Con queste premesse ci si aspetta almeno qualche grande battaglia e atti di eroismo. Insomma cose così. Invece il libro, raccontato in prima persona da Rico, è più che altro un trattato su un utopia pensata dall'autore. La storia segue la crescita personale di Rico da semplice recluta fino ad ufficiale

ogni capitolo non si risparmia approfondimenti sul come e sul perchè il mondo del futuro è così. In particolare ci si concentra su tre domande: il perchè della guerra, il valore del voto e il significa della violenza.



La società prsentata nel libro è un fascismo “illuminato” nel senso che per quanto opprimente ed autoritaria la società umana funziona (almeno secondo l'unico punto di vista presentatoci: quello di Rico). Però in più punti proprio la presentazione della società umana fa acqua, secondo me.



Le dimostrazioni di ogni decisione morale e del perchè le cose sono giuste così partono sempre da dati di fatto incontrovertibili per il protagonista ma dubbi per il lettore. Spesso ci si trova davanti a frasi del tipo “è ovvio che...” o “sicuramente...” che francamente danno un po' fastidio. I dialoghi stessi sono impostati in modo tale da dimostrare semplicemente quello che l'autore ha da dire.



È dedicata un'attenzione maniacale al dettaglio nelle spiegazioni delle forze militari. La disciplina e le tattiche ma la stessa attenzione viene a mancare nelle descrizioni: tutte le battaglie di Rico tranne quella che da l'inizio al volume sono tirate via con descrizioni sbrigative o svenimenti improvvisi per passare rapidamente avanti. In tutto il libro non si riesce a capire i ragni come sono fatti: vengono presentati come una colonia di enormi insettoidi che vivono sottoterra e dotati di inteligenza primitiva. Poi salta fuori che imbracciano fucili e costruiscono astronavi. Ma per tutto il libro sono presentati come il classico mostro scemo. Mi avrebbe fatto piacere un po' più di cura su quest'aspetto. Ad esempio i tirannidi di warhammer 40k (nati in parte come evoluzione dei ragni) sono bestie che creano flotte ed armi biologiche rimanedo coerenti con il loro aspetto di mostroni furbi (e warhammer 40000 è solo un wargame).



Ad ogni modo il libro ha due grossi meriti considerando quando è stato scritto: in primis fa pensare. Ogni ragionamento sulla società, la guerra e la violenza ti spinge a pensare ai torti ed alle ragioni della cosa. Il libro può essere visto come satira antimilitarista (soprattutto la prima parte) o come un ragionamento amorale. Tutti i ragionamenti dei vari personaggi si poggiano sempre sugli istinti più primari dell'umanità: sopravvivenza ed espansione alla quale poi si aggiunge la morale umana.



Altro pregio, non da poco, è l'invenzione delle armature da combattimento che usano i fanti. Tute supertecnologihce desfrtte con cura in capacità ed usi. Può sembrare una piccolezza ma prima di questo libro non c'erano nel bagaglio fantascientifico.

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