mercoledì 29 febbraio 2012

Salvare delle vite


Nella mia gioventù, quando ho iniziato ad addentrarmi nel mondo dei giochi era tutto segreto nascosto e molto ma molto strano. Fumetti, videogiochi e giochi di ruolo erano una cosa da sfigati e la natura seguiva delle regole.

Eravamo l'ultima ruota del carro. Non riesco manco ad iniziare a contare le volte che mi hanno detto “ma perché non vai a toccare le femmine invece di fa sta cosa?”. Ogni nuova uscita era un evento ed ogni novità era salutata come epocale. All'epoca era inutile provare a spiegare alla gente cosa stavamo facendo. “almeno non si droga” era la seconda frase che sentivo più spesso dai parenti.



All'epoca non sapevamo di star combattendo una guerra, non ne avevamo idea. Seguivamo solo una passione. “faccio giochi di ruolo” o “leggo fumetti” era il modo più veloce di far finire un appuntamento. Avevamo il marchio dell'infamia come quei pazzi farneticanti che trovi alle fermate degli autobus. La gente ci guardava strano mentre raccontando l'ultima sessione si parlava disinvoltamente di torture e omicidi. Ah quante vecchiette ho terrorizzato negli anni.



Nessuno si sarebbe mai aspettato che la guerra un giorno finisse. Eravamo talmente abituati ad essere presi per il culo che nessuno di noi ci badava più. Poi, con un certo disagio, un giorno la guerra finì. Uscimmo dai nostri bunker e le nostre trincee per scoprire con meraviglia la fine della guerra.

E un inaspettata vittoria.



Improvvisamente al cinema uscivano film fantasy e di supereroi tratti da cose che noi avevamo letto fino allo sfinimento. La gente li trovava fighi ed all'improvviso aver letto il Signore degli anelli, Sin City o 300 era un motivo di vanto.



Non ve lo meritereste ma voi nuove generazioni per cui è tutto facile dovete sapere: negli anni più bui degli inizi ho visto cose...

Voi dovete sapere. Così che quando proveranno a tirarvi dentro avrete degli strumenti di difesa.

Non pigliatemi per il culo. È importante.



Giochi di Ruolo (gdr)

è la forma più semplice di intrattenimento “strano”. Ne esistono di tutti i tipi e maniere: fantasy, horror, fantascientifici o storici. Il succo è sempre lo stesso: un gruppo di persone intorno ad un tavolo simula una storia (più o meno lunga) tramite un regolamento (più o meno complesso). Ogni giocatore muove un personaggio tranne uno che fa il master. Il master è quello che inventa le situazioni e gestisce tutto il resto del mondo. L'analogia che mi viene più semplice è un telefilm: i giocatori muovono i vari protagonisti, il master fa il regista/sceneggiatore. Con l'importante differenza che i protagonisti fanno quello che vogliono e non recitano parti assegnate. Una nota: l'intero gioco si basa sull'immaginazione nessuno si muove dal tavolo. Si descrive e si immagina. La cosa più strana e difficile da spiegare è che non vince nessuno, si gioca per il piacere di portare avanti la trama e vedere evolvere il personaggio. Come un telefilm.

Le categorie di giocatori di ruolo sono varie come le marche di sigarette per cui non è questa la sede per definirle. Ma alcuni sono DAVVERO strani.



Wargame

la maggior parte di questi giochi funziona così: compri delle miniature del gioco specifico (si i cazzo dei soldatini ma più fighi), le monti e le pitti (o lo fai fare a qualcuno) poi, con un apposito regolamento li fai combattere in un enorme partita a scacchi simulando le varie capacità di ogni miniatura con dadi e metri. È un hobby a tutto tondo e abbastanza costoso. Ogni gioco ha dei sistemi di tornei ed altra roba più o meno seria e vedere un esercito finito e ben pittato da una certa soddisfazione. Inconveniente tecnico è che spesso il regolamento e la capacità di ogni truppa varia ogni tot anni insieme a miniature sempre più fighe che escono fuori. E spesso e difficile resistere alle novità.



Giochi di carte collezionabili (gcc)

sono come l'eroina. Ne vuoi sempre altra e sempre di più. Si basano sul semplice concetto delle figurine. Ogni bustina contiene delle carte che però hanno delle capacità particolari in gioco. Raggiunto un tot numero di carte ti fai un mazzo a piacere e giochi contro gli amici o altri drogati. Ovviamente più rara è una carta più è potente e spesso per completare un mazzo forte per giocare i tornei si sperperano grandi fortune o si compiono azioni ignobili, come tirare pacchi ai ragazzini.

C'è tutto in mercato da collezionisti intorno alle varie carte d alcune delle più vecchie raggiungono cifre spaventose (2 o 3 zeri). Il gioco più vecchio, Magic, ha un sistema torneistico complesso ed articolato come il campionato di calcio e con l'indubbio vantaggio che i tornei veramente importanti mettono in palio soldi veri. D'altro canto escono di continuo carte nuove e il sistema di tornei più accessibile per i nuovi arrivati cambia una volta ogni sei mesi rendendo inutilizzabili le carte di serie vecchie a favore delle nuove.

Come dicevo ha molte analogie con l'eroina.



Gioco di ruolo dal vivo (gdr live)

per la mia limitata esperienza è una cosa tremenda, ma sono gusti e forse ho avuto sfiga io. Sono la stessa cosa del gioco di ruolo ma questa volta i giocatori si vestono e si comportano come i loro personaggi. Uno tra i più diffusi è Vampiri, il che vi da il quadro della situazione. Viste le restrittive leggi vigenti atti di violenza o soprannaturali sono gestiti con un sistema abbastanza intuitivo che coinvolge la morra cinese. La cosa più bella è che giochi del genere possono coinvolgere molte più persone del gdr classico, nell'era di internet poi tutte le partite si collegano in uno schema più grande andando a salire dal cittadino fino al mondo intero.

Si, sulla carta è una figata, ma questo genere di giochi tende ad attirare degli idioti megalomani. L'intero sistema si basa sui narratori (nel caso di Vampiri). Gente che si prende la briga di organizzare una trama a livello cittadino e di fare da arbitro durante il gioco. Il problema che spesso questa gente si lancia in trame incomprensibili o favoritismi biechi ad amici e fidanzate o solo idiozia nuda e cruda. Come riconoscerli? Di solito il dialogo iniziale è sempre lo stesso:

“non ti piacciono i live? È perché non hai mai giocato al mio”. Nove volte su dieci questo è un idiota megalomane.



Ps: per dovere di cronaca, queste sono le miei esperienze personali. Magari a qualcuno è andata meglio.



Pps: andate a fare in culo stronzi di merda. Si proprio voi che mi avete sfottuto per anni e mo volete iniziare a giocare. La vendetta va servita fredda.

sabato 25 febbraio 2012

la Canzone di Mr5

uno dei compagni di corso, Beppe Palmisano, ha creato questo piccolo gioiello partendo dalla musica di Don Raffaè di De Andrè. previa autorizzazione dell'autore ve la ripropongo qui perchè le cose geniali devono girare.
un grazie a beppe per il contributo





DON FRANCE'


IO MI CHIAMO FRANCESCO LEVANTE
ERO UN LATITANTE, STO IN CARCERE ADESSO
IO MI CHIAMO LEVANTE FRENCESCO
STO DIETRO LE SBARRE E PER ORA NON ESCO
E ALLA SERA MI SENTO RINCHIUSO
OGNI NOTTE PAURA D'ABUSO
IL COMPAGNO DI CELLA FA IL DURO
CAMMINO DA ANNI CON LE SPALLE AL MURO

POI MI SVEGLIO OGNI MATTINA
NELLA SPERANZA DI UNA “SECONDINA”
MI RITROVO DAVANTI UN'OMONE
CHE MANCO VUOL'ESSER CHIAMATO RICCHIONE
SOLAMENTE UN'ORA A GIORNATA
NEL CORTILE, DIETRO L'INFERRIATA
IO RAGGIUNGO LA PACE PERFETTA
CON LA SIGARETTA CHE DEVO TROVA'

AH CHE BELLO FUMA'
SOLO QUESTO POSSIAMO FA
MA SE E SOLO SE C'HAI IL CONTATTO
E' UN DATO DI FATTO, TI SERVE A CAMPA'

L'INDOMANI MATTINA CHE BELLO
MI SVEGLIO DA SOLO SUL LETTO A CASTELLO
IL COMPAGNO DI CELLA RICCHIONE
E' IN ISOLAMENTO, TENTATA EVASIONE,
PE' NA VOLTA MI SENTO TRANQUILLO
SO' FELICE, CALMO ED ARZILLO
MA IN CELLA ENTRA UN SECONDINO
CHE COL MANGANELLO VUOL FARE UN GIOCHINO

MI RIFUITO E NON LO PERMETTO
D'ISTINTO COLPISCO COL PUGNO IL SUO PETTO
SI SBILANCIA POI URLA “AGGRESSIONE”
CHIAMA I RINFORZI E ARRIVA UN PLOTONE
MI RITROVO 6 GUARDIE DAVANTI
NELLA TESTA I PENSIERI SON TANTI
MI RIFUGIO NELLA FANTASIA
CHE, AMICA MIA, MI FA USCIRE DA QUA'

AH FANTASTICA', SOLO QUESTO POSSIAMO FA'
MA SE E SOLO SE C'HAI IL CONTATTO
E' UN DATO DI FATTO, TI AIUTA A CAMPA'.

MI RISVEGLIO CONFUSO E INTONTITO
MA QUESTA, STAVOLTA, ME LA LEGO AL DITO
NEL CORTILE PROGETTO VENDETTA
MA PRIMA DI TUTTO UNA SIGARETTA
POI RICERCO TRA LADRI E ASSASSINI
CHI HA SUBITO DA STI SECONDINI
POI VELOCE SI SPARGE LA VOCE
E UN'ESERCITO ATROCE SI SCHIERA CON ME

LA RIVOLTA E' PARTITA
E' IN GIOCO LA VITA
MA TRA GUARDIE E LADRI SI SA,
LORO CON LE BERETTA, FUCILE, MANETTA
E RITORNA LA NORMALITA'
MI RISVEGLIO INTONTITO DI NUOVO
PREPOTENTE E' IL RANCORE CHE COVO
POI IN PREDA A SCONFORTO TREMENDO
AL CAPPIO MI APPENDO E FINISCE QUI

AH, CHE BELLO MORI'
MA L'ULTIMA COSA LA VOGLIO DI'
VI CONFESSO CHE IO VERAMENTE
ERO INNOCENTE, MA E' ANDATA COSI'...

venerdì 24 febbraio 2012

Corso intensivo per essere un buon master


Corso intensivo per essere un buon master



anni fa su un sito di fondamentalisti religiosi lessi un articolo che definiva i master di giochi di ruolo: sacerdoti di un culto virale dis tile satanistico-new age che mira alla conquista del mondo. In anni non ho mai trovato una definizione più calzante. Questa nuova rubrica vul mettere a disposizione anni di esperienze per i nuovi adepti della nostra spaventosa e variegata setta.



Ma prima di continuare vorrei che vi soffermaste un attimo a pensare a cosa vi porterà questo insidioso percorso. I master sono esseri gretti oscuri e disprezzati. In genere sempre a un passo dall'esaurimento nervoso, sempre impegnati a preparare la sessione di gioco e a spremersi le meningi su come gesire questo e quel problema.tutti i giochi pretendono dal master qualità che raramente si incontrano tutte insieme in un essere umano caricandolo di responsabilità e doveri da cui dipende il successo dell'esperienza di gioco. Dovete essere un po' scrittori, un po' arbitri e molto psicologi il tutto vivendo una vita simile a quella del segretario di una rock band (ma senza figa).



Siete ancora qui? Ok l'avete voluto voi.



Immaginado che, pieni di zelo, avete comprato i manuali di gioco e non stiate più nella pelle per giocare ora il primo passo è trovare dei giocatori. Il metodo varia da persona a persona e non è importante in questa sede. Assumiamo che avete conosciuto in rete dei giocatori ed ora vi siete dati appuntamento per parlare del tutto.



Il Colloquio Preliminare segue delle regole molto particolari oltre ad essere un ottima occasione per capire con chi avete a che fare. Di regola i giocatori in cerca di master si riassumono in due categorie: quelli rimasti orfani per cause naturali e gli idioti scartati dagli altri master. Ovviamente, vivendo noi in una realtà entropica, i secondi sono i netta maggioranza. Il vostro compito nel colloquio preliminare è scovare questi soggetti e abbandonarli al loro destino prima che vi corrompano.



Incontratevi in un bar/pub e tenete sempre una scusa a portata di mano per fugire da palesi imbecilli. A questo punto sedetevi al tavolo fate le dovute presentazioni ed ordinate una pinta di birra o un equivalente sedetevi e lasciateli andare a ruota libera.



Verso metà della pinata i loro racconti da gdr vi avranno dato un idea del loro stile di gioco ma è bene fare attenzione ad un particolare: tutti quelli che incontrerai si dichaireranno amanti del gioco di ruolo e dell'interpretazione. Questo perchè gli azzeccati delle regole, i power player e gli imbecilli sanno istintivamente che palesarsi per quello che sono metterebbe in fuga il master.



A questo proposito è utile parlare del background dei personaggi. Ovvero qualcosa che i giocatori devono scrivere per presentare la storia dei loro personaggi. Visto che le categorie da evitare aborrono ogni tipo di sforzo mentale la loro reazione alla richiesta di un background può rivelare moltissime cose.



Non prendete sotto gamba la cosa! Ho conosciuto amanti dell'interpretazione dare fuoco alla taverna perchè pagare 2 monete d'argento a testa era troppo. Ho visto gente dire “sono un nano guerriero. Che altre spiegazioni dovrei darti”



il vostro istinto deve essere il vostro migliore amico in questa fase ma non disperate. Superata la prima scrematura avrete in teoria un gruppo di persone moderatamente normali pronte per giocare. Adesso viene la seconda parte.



E le cose si complicano.

dizionario italiano-nerd (per facilitare la lettura ai non addetti ai lavori)
gioco di ruolo: è un tipo di gioco, chiaramente da sfigati, in cui un gruppo di persone simula una realtà fittizia, spesso fantasy, attraverso un sistema di regole. ogni giocatore muove e interpreta un personaggio. il master descrive e presenta le situazioni e muove le comparse. tutto il gioco consiste in un esercizio di immagginazione, nessuno fa ad esplorare caverne o finge di lanciare un incantesimo. quindi se vedete un gruppo di persone riuniti ad un tavolo con libroni dai disegni strani e tanti dadi dalle forme altrettanto strane mentre cianciano di cose immagginarie probabilmente state vedendo una sessione di gioco di ruolo.
avventura, sessione e campagna: se il gioco di ruolo fosse un telefil ogni avventura sarebbe una puntata, grosso modo, una campagna è l'insieme di tutta la storia dall'innizia alla fine. una sessione è quello che si riesce a fare nell'arco dell'appuntamento settimanale.
azzeccati delle regole (o avvocati): il gioco si basa su un sistema di regole spesso incompleto o vago (per ovvie esigenze di semplicità) questa gente ama cavillare sulle suddette regole. cercando ogni buco lasciato dal regolamento e pretendendo l'applicazione delle stesse in maniera maniacale. insomma dei gran cacacazzo.
power player: una delle cose più belle del gioco di ruolo è la storia e le trame che si sviluppano di comune accordo tra master e giocatori. a questa gente però non glie ne fotte proprio. loro vogliono essere forti, invincibili e uccidere cose.
interpretazione: si intende non le capacità sheksperiane del giocatore ma la sua capacità di immedesimarsi nel personaggio facendolo agire in maniera coerente con il carattere che il personaggio ha e non col proprio.

giovedì 23 febbraio 2012

Paranoic Eddy


Paranoic Eddy



per buoni trenta secondi farfugliò parole incoerenti incomprensibili ad orecchio umano ed alla maggior parte del regno animale. Restò a fissare per qualche altro istante il corridoio vuoto affascinato da qualcosa che il suo supervisore evidentemente non aveva colto.

Poi fu un attimo: il suo sguardo opaco riprese vitalità e la ramazza riprese a flaggellare il pavimento della corsia ospedaliera al ritmo di smells like teen spirit. Era l'ultimo corridoio del turno poi finalmente a casa. Il supervisore dal canto suo alzò le spalle, in un gesto ormai abitudinario in quelle occasioni, decidendo di non rovinarsi la giornata.



Il viaggio verso casa fu breve ma intenso. Qualunque cosa avesse visto in quel corridoio era ritornata ai limiti del suo campo visivo almeno un paio di volte, in corrispondenza delle due sbandate della sua moto. La voce, spesso muta del suo buonsenso gli ricordò che non era sempre una buona idea prendere “quella roba” durante il turno. Ovviamente come tutte le altre volte un gesto della mano, e la conseguente sbandata, ricacciarono indietro la voce come un grosso moscone fastidioso.



Apena aperta la porta le familiari e rassucuranti fragranze della sua tana lo tranquillizzarono: chiuso, erba e bucati mai completati. Non apriva le finestre da quando era arrivata la Lettera, quella subdola dichiarazione di guerra. Dominò la rabbia che gi saliva imponedosi la solita routine.

Furono tre minuti lunghi e meticolosi: tutto era in ordine i foglietti sotto le serrande erano al loro posto, nessuna traccia di aria fresca. Nessuno era entrato in sua assenza.

Spostata la montagnella di “vestiti” che ostruiva l'accesso alla tazza e sbrigate i suoi doveri verso la biologia si andò ad abbandonare sul divano mentre le grosse dita da contadino cercavano di rollare la prima canna del pomeriggio.



Il cervello registrò la presenza di mutandine da donna. Claudia? Maria? Angela? Non ne aveva davvero idea, non era mai stato bravo coi nomi e alla veneranda età di 38 anni faceva fatica ad associare un nome alle tette della proprietaria. Non aveva queste distrazioni al momento, l'ultima in ordine di tempo, miss nutella, era sparita proprio quando stava iniziando ad aprirle il suo cuore.

Le donne di oggi amano essere stupide, pensò con amarezza, basta iniziare a parlare del capitale e portarle a qualche riunione che subito scappano.



Accese il bengala mentre recitava il suo peronale mantra del fumatore. Mentre la familiare stonatezza dell'erba gli avolgeva il cervello una voce da molto in basso diede voce ad un dbbio sopito: e se le avessero madate Loro, quelli della Lettera. Spie adoranti pronte a spifferare i segreti dell'ultimo uomo puro rimasto in città.

Un rumore fuori la porta. Scattò in piedi e rifece il giro di controllo in cerca di qualcosa di compromettente. La sua tessera del partito ad esempio.



Sul tavolo in cucina, sommersa da bollette non pagate c'era la Lettera. Iniziava così: primo avviso, ammoniamo il ricevente dal contestare ulteriormente le politiche sulle turnazioni... il resto era un mistero per tutti tranne per chi aveva scritto quel modello standard.



La guerra era iniziata ad “ammoniamo”

Regole per giocare bene di ruolo

scritte secoli fa per divertimento ma sempre attuali. non lasciatevi fregare in realtà sono più battute che regole realmente applicate


  1.  1. la puntualità è cosa gradita. Sempre
  2. 2. ci sono tre buoni motivi per appendere una sessione: un esame entro le 24 ore successive, malattia, o appuntamento col sesso opposto (non valida per i fidanzati). Per tutte le altre scuse non c'è pietà. È una volta a settimana. Organizzatevi
  3. 3. se manca più di una persona non si gioca. Se ne manca solo una il master decide che fare ma in genere si gioca
  4. 4. il cazzeggio è una bella cosa ma il master si è sbattuto per ore a preparare l'avventura per cui se l'intenzione è cazzeggiare si va in birreria
  5. in quanto dittatore illuminato il master ha sempre ragione in ogni discussione di regolamento. Se qualcuno non è convinto può fare le sue obiezioni e vederle approvate o ignorate.
  6. Le descrizioni poetiche delle azioni in combattimento sono una bella cosa. Quelle concise ancora di più
  7. se il master dice “funziona così” anche se tutte le regole farebbero succedere il contrario avrà le sue buone ragioni
  8. i tiri di dado sono sempre palesi. Non esistono cose come risultati cambiati per salvare la vita a qualcuno
  9. per una morte stupida non c'è rimedio. Per una morte sfortunata spesso il master può inventarsi qualcosa
  10. visto che internet è popolata di idioti e considerato che i maggiori esponenti della categoria inseriscono i loor contributi sui siti di gdr ogni cosa presa da un sito è automaticamente bocciata.
  11. Una lunga questua e buoni motivi di trama possono convincere il master a prendere in considerazione e magari usare qualcosa preso di internet
  12. visto che il master è umano e fallibile ogni oggetto magico potere et simila da lui inventati sono soggetti a playtest continuo e modificabili in qualunque momento
  13. se il master si inventa una regola a volo per coprire una lacuna del sistema che capita una volta ogni cent'anni. Al ripresentarsi della stessa situazione potrebbe utilizzare un altra regola
  14. “l'interà realtà si sfalderà se voi non fate X o fermate Y” “ok ma quanto mi paghi”. Se questo dialogo, o una qualsiasi sua variante, dovesse mai verificarsi all'interno della campagna l'istante dopo la campagna stessa è chiusa.
  15. L'allineamento Caotico neutrale non è un lasciapassare per fare qualsiasi cosa così come per un malkavian la scusa di essere pazzo non giustifica ogni minchiata
  16. il master può dispensare ammonizioni, denominate “tacche” per richiamare all'ordine specifici giocatori o punire comportamenti indisponenti (come uccidere il boss finale con un colpo di culo, o risolvere in 30 secondi l'indovinello che lui ha impiegato tre ore a creare o sfottere il master sulla sua sfiga sui dadi). Il raggiungimento della terza tacca è un evento terribile che non si è mai verificato ma di sicuro le conseguenze sono tremende (e ancora da decidere)
  17. il master è incorruttibile tramite piccoli favori ma per una 50 euro o una quarta di seno (femminile) si può trattare
  18. il master può inserire nuove regole a questa lista a suo piacimento

martedì 21 febbraio 2012

Mr0 e la setta misteriosa


“facciamo un esercizio..” era solitamente l'intercalare con cui Mr 0 introduceva una delle prove d'abilità che ci consentivano di restare a far parte della setta. Come al solito anche se eravamo sparsi come elettroni in livelli subatominici ci compattammo a coppie di due mentre il viso bonaccione restava per un attimo in silenzo valutando le difficoltà delle prova con cui ci saremmo sottoposti.

Il costante chiacchiericcio di Mr3 e Ms4 copriva il silenzio carico di attesa mentre come al solito Mr5 scarabbocchiava i suoi appunti in strani geroglifici.



È difficile spiegare come ho conosciuto Mr0 e come sono finito qui tra vecchi banchi di scuola e un televisore malfunzionate. Si potrebbe dire che il primo contatto fu una mattina di settembre ad un orario aborrito dai comuni disoccupati ma inizierei la storia troppo presto così.



Erano due mesi che mi ero licenziato da quello che molti, ed in parte io, credevano essere il mio “lavoro per la vita”. Non ero un broker e tanto meno un dirigente d'azienda. Ero uno che dopo un anno di lavoro tra gli scaffali della Conad avevano sbattuto ditro al banco salumi con un coltello in mano dicendogli: “come stai bene! Mo vendi”.

Non dico fosse un brutto lavoro. Era solo sottopagato e stressante e alcuni cinesi in miniera avevano più tempo libero di me. Pian piano lo scontento crebbe in proporzione all'immobilità del mio stipendio finchè un giorno internet non fece il guaio.



Si è stata colpa sua, di quel banner maledetto. La gestazione dell'idea fu lunga e perigliosa ma infine mi decisi. Mi sarei iscritto. Avrei imparato a fare fumetti



(romore di tuono)



pagai la rata e mi iscrissi subito dopo l'estate quando già ero ampiamente disoccupato da due mesi. La ragazza dietro il banco si prese il umero e mi disse che Lui mi avrebbe chiamato per spiegarmi come funziona.



Quella mattina erano le 8 e mezza. Non so quale dio misericordioso mi avesse fatto svegliare pochi istanti prima così da risparmiarmi la totale figura di merda. Un numero sconosciuto. I casi erano tre: qualcuno aveva letto il mio curriculum e si era sentito in dovere di chiamarmi per diremi in faccia, Jessica Alba era finalmente rinsavita o Mr0 aveva avuto il memo dalla segretaria.



È importante premettere. Senza caffè e fresco sveglio perdo ogni tipo di dote cognitiva senza contare la già abbondante loquacità che mi distingue. Non ricordo praticamente nulla della conversazione se non che la voce di Mr0 assomigliasse a quella di un amico romano amante degli “scherzi simpatici”. Da una parte c'era una grande disponibilità e voglia di spiegare i come ed i perchè dall'altra un silenzio intontito.



Finì in fretta. Dopo quasi un mese abbi il primo incontro con il resto della setta. È curioso come il primo giorno coincise con l'ultima alluvione a romana. Se era un segno non ci feci caso all'epoca.



Tutta la prima parte dell'indottrinamento si basava su un semplice ed ovvio concetto: se vuoi scrivere storie è il caso che ti faccia venire le idee. Si è battuto parecchio su questo punto creando anche parecchie cose improbaili e altrettante fighe che ora mi sento in imbarazzo a riciclere per altre faccende.



Come le migliori bestie di satana le riunioni della setta sono diventate linfa vitale della mia giornata. O sono lì o penso a le cose che devo preparare per quando sarò lì.



Adesso mentre fisso il monitor cercando di far quadrare immaggini che era meglio lasciare nella mia testa la finestra mi rimanda il cielo notturno e sopito della città la mia mente baca mi rimanda informazioni frammentate dei vari sprazzi di occultismo che ho assorbito da voyager e giochi di ruolo. Siamo in nove: otto alievi e un maestro... nove in numerologia rappresenta il miracolo.



Devo ancora capire se ce ne servirà uno o se lo stiamo producendo

lunedì 20 febbraio 2012

La voce di dio


In momenti di consapevolezza superiore sono arrivato alla conclusione che la musica è effettivamente la voce di Dio. Prove empiriche mi danno ragione su tutta la linea ed eventi totalmente scollegati tra loro fammo da filo comune alla mia teoria.



Già il fatto che se non ho la giusta ed adeguata colonna sono ra non riesco a scrivere un cazzo di niente nemmeno se qualcuno mi minacciasse con un fucile sulla schiena.



Arrivato qui dopo l'ultima fuga a Napoli ho scoperto una cosa tremenda: mi sono scordato le cuffie! Tragedia e sofferenza. Sono fin troppo riservato sulla mia musica e soprattuto quando scrivo amo usarla per isolarmi dal mondo.



Dopo vari tentativi senza, in cui per la verità ho prodotto poco o nulla di davvero significativo, ho deciso di optare per la soluzione “...e chi se ne fotte”.



Ora, badate bene, il mio portatile ha delle casse di una certa importanza e la posizione vantaggiosa della mia camera, praticamente nella cucina ma con una porta di mezzo, favoriva l'acustica in maniera impressionante.



Le mie dita dopo i primi accordi di chitarra volavano sulla tastiera mentre improvvisamente il cervello ha sbloccato tutte le parole che fin ora si intasavano sull'uscita bloccando l'ottanta per cernto della mia produttività.



Intanto fuori, assolutamente senza che io mi accorgessi di nulla, le onde sonore facevano il loro lavoro sull'inconscio della varia fauna che abita l'appartamento. Confusa tra la musica sentivo i soliti passi ma il chiacchiericcio si era spento da un po'.

Col senno di poi mi sarei accorto della stranezza: ad ora di cena le chiacchiere sono quasi un dovere da queste parti.



Ho scritto quattro pagine e stavo accenado la quinta quando è successo. Un fischiettare allegro a ritmo con la misica attraversa il corridoio interrompendosi ogni tanto solo per un basso canticchiare.



Esco dalla stanza dopo un po', la vescica pretende di fare la sua parte. Francesca studia sul tavolo in cucina il piede si muove inconsapevolmente al ritmo della canzone che è finita da un pezzo.

Torno dentro. Il cervello è sbloccato e la pausa non ha infranto l'ispirazione.



Dopo quasi un quarto d'ora pigiama esce dalla sua tana lo sferragliare di pentole e il continuo odore di pancetta sono accompagnati da un mormorio ritmico. Lo stesso che è stato fischiettato e poi ritmato.



Se mai entreremo in contatto con un altra civiltà sarà mia premura che gli umani si presentino solo con le loro canzoni. Quelle che anche se ignori il testo toccano qualcosa nel tuo dna trasmettendoti comunque l'emozione giusta.



Ma niente neomelodici, potremmo scatenare una guerra

sabato 18 febbraio 2012

La lunga marcia


non c'è da fidarsi degli amici. Gli amici hanno problemi, hanno paure hanno speranze. Gli amici vanno consolati, spronati, ascoltati e dissuasi. Gli sconosciuti invece passano come il fumo di sigaretta dal finestrino dell'auto.

Non danno fastidi (in genere), non si interessano alla tua vita (in genere) e soprattutto sanno che non devono romperti il cazzo quando non gli rivolgi la parola (in genere).



Per quanto gli sconosciuti abbiano un incredibile dosi di vantaggi noi ci ostiniamo a circondarci di amici. Dopotutto ci serve qualcuno che ci sproni, ci consoli, ci ascolti e quando è il caso, ci giudichi con quella severità che solo un vero amico sa avere.



In una giornata strana come questa può capitare di vedersi con un amica per un caffè e continuare a passeggiare senza meta per sette ore ridendo e scherzando mentre vicendevolmente esorcizzavamo le nostre ansie personali. Non fraintendetemi, un uomo potrebbe camminare mano nella mano da Trento a Reggio Calabria davanti all'invitante promessa di gambe lunghe, seni sodi e uno sguardo ammiccante. Ma non è questo il caso.



C'è un genere di amicizia che sorpassa i confini di genere. Quando si fa conoscenza da passeggini affiancati a cercare di rubarsi il sonaglino tirandosi sberle tutto altro che affettuose. A quell'età non ci si fa caso. L'altra persona esce dal sesso opposto, il cervello non concepisce proprio la cosa.

Il fratello di Belen non si sognerebbe mai di farsela, per lui l'impulso non esiste perché per lui non conta donna.



E così si è marciato come persone in fuga. Fermandoci ad ogni maledetta vetrina con la consapevolezza dei portafogli vuoti. Abbiam vagato tra gli scaffali delle librerie sapendo benissimo che a casa c'erano altre cose ben più importanti da leggere e scrivere.



Abbiamo corso per prendere un bus che non si fermava col fiato corto sulla salita della stazione Tuscolana. Credo che almeno un paio di volte ci siamo persi. Ma lei, che qui ci vive da molto, ha ostentato sicurezza e le strade le hanno dato retta.



Abbiamo sceso il cane sotto la sua casa provvisoria. Quella faina festante che saltava su e giù cercando di bucarmi il giubbotto per la contentezza. Poi a casa.



Un autobus, una metro e un altra metro. I piedi improvvisamente diventati sacchi di terra umida. Le cosce doloranti mentre, da qualche parte, il malumore sale. Te lo dovevi aspettare.

In un attimo speri che tutti quanti siano ripartiti per tornare ai paesi loro e che ci sia finalmente un po' di silenzio.



Manco per il cazzo.



Sono in quattro nella cucina. Ognuna con un utensile diverso in mano che traffica nella sua stanza uccidendo nippoli di polvere e Dio solo sa che altro. Ciao, saluti ecc ecc.



“pensavamo fossi partito di nuovo”

“eh magari mica sono così ricco. Non ti preoccupare non do fastidio, devo solo svenire su un letto”

un espressione preoccupata, quella classica di chi non coglie a volo la metafora. Approfitto dell'esitazione per andare al bagno prima che mi chieda “ma perché non ti senti bene?”



potrei essere volgare.



Un ora dopo apro gli occhi. Di là suoni imprecisati un vociare confuso franco-siculo-partenopeo. E un altra voce sconosciuta, maschile.

Due palle.



Esco in cerca di cibo. La mia espressione e quella di Fred Flinston dopo che l'hanno informato dell'estinzione dei dinosauri. Saluto generico e assalto al frigo. Giuseppe e la fidanzata cenano un altro riccioluto campeggia in camera di Francesca. Quest'ultima intanto sosta in mutande e camicia sula porta del bagno.

Faccia da poker. Lei ostenta indifferenza io la ricambio. Per la faccia e l'umore che ho potrebbe avere addosso un parka. Arrivo al frigo. Lei mi guarda male e chiude la porta.

Non ho ben chiare le regole sociali di qui ma di solito se sei in mutande in una sala comune il problema è tuo se ti vergogni. E poi quante storie! Manco ti avessi chiesto di che marca erano. Ti ho ignorato, ho contato i buchi di tarma sullo stipite e me ne sono andato.



(otto per la cronaca)



si sta facendo tardi. La gente giovane si prepara per uscire. Se Dio vuole tra un po' calerà la pace. Uno ad uno gli sconosciuti fanno il loro fagottino di personalità e vanno ad incontrare altri sconosciuti. A farsi offrire o offrire da bere a sconosciuti, restare bloccati in lunghe code con decine di altri sconosciuti. Per poi tornare a casa, ubriachi sfatti ripetendosi in testa quanto si sono divertiti.



Non è importante la meta, la sappiamo già, sotto due metri di terra con una frase fatta incisa sul marmo. Del viaggio non ce ne può fregare di meno, non abbiamo voce in capitolo. La cosa importante è da chi ti fai accompagnare




venerdì 17 febbraio 2012

Fiorentina Napoli 0-3


Amen!



È un commento a caldo che mi sento in dovere di fare. In parte mi sento partecipe della vittoria perchè quasi quasi mi sono stati a sentire!



Tre gol tre azioni con la maledettissima palla a terra. Dei passaggi filtranti e un Cavani che finalmente ci fa la grazia di muoversi come un attaccante non come una papera come ha fatto fin ora.



Hamsik, quasi spronato dalla mia ramanzina dell'ultimo post firma due assist di un certo livello che porteranno poi ai primi due gol.



A completare il quadro un Lavezzi che nella sua cors dinocolata e nel suo equilibrio instabile finalmente ci regala un go. Un azione come glie ne abbiamo viste fare centinaia: contropiede corsa sfrenata verso la porta e tiro nell'angolo più vicino al portiere.



Qual'è la differenza?



È che stavolta è riuscito a mancare il portiere e metterla dentro.



Un bravo anche a Mazzarri che ha fatto esattamente i cambi che speravo.



Ma veniamo alle note dolenti: Campagnaro si fa male quasi da subito e speriamo che si riprenda presto in vista della Champions. Anche se c'è da dire che i sostituti ci sono. In campo oggi Grava ha dato ancora prova delle sue capacità. Un giocatore che viene dalla serie C si è spezzato una gamba e a 30 e rotti anni continua a difendere come un leone.

Anche Britos continua a dimostrare il suo valore e onestamente, in assenza di Campagnaro, una difesa Aronica, Cannavaro, Britos non mi spiacerebbe.



Altra nota dolente l'aver sofferto come cani fino al secondo gol e rischiato su un aio di azioni dove solo la mano di San Gennaro ha evitato il peggio.



Ma voglio essere ottimista: questa vittoria serve soprattutto per cercare di recuperare la disastrosa situazione in campionato oltre che per far morale in vista del Chealse martedì.



Se lo spirito tiene c'è speranza.



Poi la prova del nove l'avremo con la prossima piccola che ci affronterà

giovedì 16 febbraio 2012

L'angolo di Jesse Caster


prima di iniziare nel delirio che è questo post un paio di premesse. Nel fumetto americano esiste una linea chiamata Vertigo nata come contenitore di fumetti dalle tematiche più adulte rispetto ai semplici supereroi ecc ecc. in questa collana è approdato un certo Garth Ennis con il suo Preacher, giuro che un giorno ve ne parlo per bene.

In Preacher si racconta grosso modo la storia del reverendo Jesse Caster che per puro caso entra in possesso del potere della parola di Dio. Ovvero lui dice, tu fai. Alla lettera, per una serie di motivi che non sto qui a spiegare ora Jesse decide di andare a prendere Dio per le orecchie e chiedergli qualche fottuta spiegazione.

Va da se che è uno dei fumetti più belli che abbia mai letto ma non è questo il punto adesso.

Il Caro Jesse è una  persona con un caratterino tutto particolare: ha un codice d'onore ricalcato sui film western, violento, rissaiolo, sboccato e abituato a dare pane al pane e vino al vino in ogni conversazione.

Facciamo finta ora che Jesse si trovi in un mondo fittizio dove può incontrare tutti i personaggi di altri fumetti, film e simili. Che direbbe?
Questo è il mio sclero. Non vi offendete, non sono io che parlo è il personaggio.
Nota le parole in corsivo significano che Jesse ha usato il suo particolare potere. Ricordatevi alla lettera!

Dylan Dog: “ragazzo è inutile che stai lì a mugugnare. Se ti dico che è vero è vero ora vuoi alzare il culo da quella sedia e darmi una mano?

Nathan Never: “amico, sei un tipo a posto... Giuro...ma non ho capito una cosa. Perchè non li spari in testa prima che facciano sti casini?

Luke Skywalker: ragazzo, se devo massacrarti di botte abbi almeno la decenza di toglierti quel pigiama.

Superman: è facile fare il duro quando sei invincibile. Prova a vivere come noi fessi e poi mi dici.

Batman: non mi da fastidio quello che fai ma giuro che sei fottutamente pazzo

John Doe: fai poco lo stronzo ragazzo, ho già preso a calci in culo un Padreterno. Non farmi venire voglia del bis.

Wolwerine: ehi! Ti offro una birra se mi dici chi ti ha fatto i capelli così

Sandman: fighetta di merda!

Costantine: sei un figlio di puttana pericoloso. Pericoloso e furbo. Ecco perchè ancora non ti ho messo le mani addosso

Re Leonida: esatto. Cenerete all'inferno. E se non vi togliete dalle palle lo farete con una cannuccia

Uomo ragno: ma devi metterti per forza questo costume da checca?

Capitan America: capitano! mio capitano! Arruolami.
Lobo: hai visto come sei pallido? Smettila di ammazzati di seghe e vai a farti fottere lontano da me!

Goku: questa è l'ultima volta che offro io la cena!

Super girl: oh mio dio che culo! Ma non hai freddo a volare nella stratosfera in tanga?

Yoda: si piccoletto..la forza...quella che uso quando prendo a calci in culo la gente

hulk: datti una calmata!

Y, l'ultimo uomo: cristo sei l'ultimo maschio sulla Terra e non riesci a farti una chiavata? Sfigato

Hellboy: sei uno a posto per essere un demone

Agente Graves: sai dove te la puoi mettere quella valigetta? I miei conti li saldo senza aiuto.

Ironman: fammi capire... sei ricco e invece di godertela fai il supereroe? Cos'hai che non va amico?

Il punitore: scusa amico, con questo qui ci faccio prima due chiacchiere io

eduard cullen: datti fuoco checca

Herry Potter: veramente non capisco. Non potevati sparargli a quello?

Chuck Norris: prego, dopo di lei

Libri a caso: a me le guardie!



A me le guardie

Terry Pratchett


A volte le librerie ti vogliono bene e ti fanno trovare questi piccoli gioielli a prezzo ultrascontato. Io l'ho pagto 3 euro e 50 ma se anche costasse tutti e 9 euro del prezzo di copertina ne vale la pena.

Il libro è un libro fantasy, con draghi elfi nani e maghi e via discorrendo ma reso da un punto di vista tutto particolare. Il comico.

Premettendo che fa parte di una serie detta del “mondo disco” ovvero tutti i romanzi della serie sono ambientati nello stesso univero: un grosso disco di terra sorretto da 4 elefanti sul guscio di una tartaruga che vaga nello spazio. E già così ci sarebbe molto da dire.

Ma veniamo ai fatti. Il libro narra delle gesta di un gruppo di sconclusionate guardie cittadine nella corrotta città di Ankh-Morpork. In questa terra particolare e piena di insidie tra gilde di ladri e di assassini le povere guardi cercano di sopravvivvere inseguendo (mma non troppo) i criminali, indagando (ma non troppo) sui crimini e via discorrendo cercando di restare sempre un passo indietro dall'eroe di turno o dal aldro di passaggio per paura di essere sbaragliati come accade in ogni buon libro o film della tradizione.


A turbare questo piacevole equilibrio arriva il giovane Carota: un orfano umano cresciuto dai nani che sogna di entrare nella guardia dopo aver sentito le spacconerie di un mercante di passaggio. Carota è un ingenuo omone che però prende molto sul serio il tutto imparando a memoria l'intero codice di leggi della città e costringendo gli altri membri della guardi a fare il loro lavoro.


In tutto questo da qualche parte qualcuno sta complottando per spodestare il Patrizio, il capo della città, portando però così guai a non finire.


Raccontata così la trama può essere un po' banale ma mi sono sentito in dovere di omettere i dettagli della trama più succulenti. Raramente mi è capitato di scoppiare a ridere in pubblico mentre leggevo un accurata spiegazione della biologia dei draghi, ad esempio. Così come sono anche esilaranti tutti i canoni del fantasy (spade magiche, sette segrete e antichi re che ritornano) che vengono stravolte.


O anche la famosa frase “abbiamo un apossibilità su un milione!” ma questa non ve la spiego leggetevela


Napoli Chievo 2-0


scusate il ritardo ma ho avuto il mio bel da fare. Comunque che dire?

Finalmente prima di tutto. E non fdiamoci in seconda istanza. Il Napoli si toglie due belle soddisfazioni in un colpo solo: battere il Chievo, che solitamente ci fa solo danni e nel contempo spezzare la serie negativa in cui era precipitato.

Mi fa piacere di notare un risveglio generale dei cervelli dei nostri giocatori. Cavani tanto per dire e che finalmente anche Britos sta dando il suo ala comunità.

Piccola parentesi su Britos: vi ricordate quando durante il mercato la gente per strada criticava l'acquisto perchè, se compre un difensore a Napoli, niente sotto Roberto Carlos è un acquisto adeguato.
Stesso discorso con Pandev: “ma c'amma fa?” “ ma è vecchio” ecc ecc.

mi fa piacere che entrambe le situazioni si siano risolte allo stesso modo. Per la cronaca io all'epoca avevo detto di Britos “ e chi lo conosce mo vediamo” e di Pandev “azz a me sembra buono”

ma io sono una capra del pallone.

Altre note a margine la crescita esponenziale che stanno subendo due giocatori da sempre barzellette per il pubblico partenopeo: Gargano e Zalayeta. Entrambi hanno sempre dato l'impressione di sbattersi a tempo perso in mezzo al campo.

Gargano recuperando palloni che poi perdeva perchè ha i feri da stiro al posto dei piedi e Zalayeta e la sua Fintona era quasi entrato nella leggenda per le palle perse cercando di saltare l'uomo.

Non so cheè successo ma entrambi stanno limando i loro difetti, sicuramente non vinceranno il pallone d'oro ma magari...

se poi vogliamo fare un po' i pignoli ci sono un paio di domande che mi frllano in testa: primo, che fine ha fatto Hamsik? Sta tenedo un profilo basso per non farsi vendere?
Secondo. Sarà un impressione mia ma Maggio lo vedo abbastanza sottotono. Ma come abbiamo già detto io non ci capisco nulla di calcio.
E infine: Mazzarri ma ti pare il caso di far entrare Vargas attorno all'85'? Giusto per fargli fare una sudata e farsi la doccia? O meglio ancora magari facevi riposare un pelo di più a Cavani che sembra averne tutta la necessità in vista della Champions.

E poi un supplica: vi prego, vi scongiuro: basta cross in area che nessuno piglia! Giocate palla a terra! Anche se il nostro allenatore è un fissato di cross e ripartenze il nostro intero attacco ha due caratteristiche: sono fruscelli e sono agili. Mo io non so un esperto ma di solito con queste caratteristiche si gioca palla a terra

infine... diffidate gente. Non è che per una partita siamo fuori dal tunnel. Abbiamo capito come si esce ma i gol sono stati tutti e due su palle ferme (angolo e rigore) quindi non è che abbiamo superato i problemi atavici che ci affliggono

nella speranza di essere smentito.

martedì 14 febbraio 2012

Occupazione coatta


premessa: questo post contiene linguaggio scurrile, situazioni a luci rosse e saggezza di strada non filtrata dal borghesismo radical chic.

Un mio amico, in preda alla saggezza, che solo copiose quantità d'alcol può dare, una sera se ne uscì con una frase fantastica, riassumeva il pensiero proletario moderno e non solo:

a pecora siamo tutti uguali”

mai frase è risultata più calzante.

Solo stamane in treno ho realizzato il tremendo errore di valutazione che ho fatto tornado a Roma proprio nel giorno di San Valentino. Infatti dopo pochi minuti che avevo messo piede in casa noto che la popolazione del nostro appartamento multidimensionale è aumentata quasi esponenzialmente: ragazze fuori sede. Fidanzati in sede.
Il primo incontro l'ho avuto con Giuseppe, il fidanzato della francese: un grosso, siculo omone che si è materializzato quasi dal nulla mentre parlavo con la suddetta francese.
Nulla da segnalare. Una cordiale stretta di mano e le dovute presentazioni e addio. Ovviamente non si sopravvive senza saper leggere i sottotesti delle cose. Ci sono strette di mano e Strette di mano ed ognuna comunica qualcosa. Nello specifico la sua comunicava più o meno “stai molto attento” a cosa risulta chiarissimo ad ogni maschio adulto presente in sala, ed anche a parecchie ragazze.

Fortuna vuole che ho passato il resto della giornata fuori casa tra un frizzo e un lazzo ma ora al rientro altri figuri sono apparsi. Non chiedetemi chi sta con chi altro perché davvero non ne ho idea. So solo che Pigiama si è dileguata ed oggi sembra aver perso la voglia di aggredire i fornelli. Fuori dalla mia porta va avanti da ore una cena a sei da svariate portate con tema della serata, apparentemente, ogni possibile luogo comune mai pensato da essere umano.

Grande è stata la mia saggezza di mangiare nel Ludo-pub potendo così dileguarmi presto in stanza senza dove partecipare a questa avvilente conversazione. Ovviamente anche voi sarete partecipi del mio dolore:

abbiamo iniziato con un antipasto a base di Sanremo per poi passare ad un argomento inevitabile ad un tavolo che coinvolge un palermitano e una napoletana:

un convegno sulle mafie comparate. Analisi delle strutture, pareri personali, esperienze di vita vissuta a così via.
Mi chiedo come mai ogni cazzo di volta che si parla di casa mia bisogna rispolverare i soliti tormentoni del cazzo: se guidi col casco ti sparano, alla posta fanno passare prima i camorristi e il “pacco” alla stazione. Oltre a varie ed eventuali storie di sopravvivenza negli inospitali Quartieri Brutti.

Ma... ma... Ma sangue di chi vè stramuort sono quasi vent'anni che giro per Napoli e non ho mai visto nessuna di queste cose. Che miseria ho cambiato una ruota alla mia auto nel mezzo del rione terzo mondo (quello che descrive Saviano) e nessuno mi ha rotto il cazzo. Mai.

Ma vabbè deve essere uno di quegli argomenti che aizzano il testosterone.

Siamo poi passati ad una dissertazione sulla monnezza. E qui sono riuscito a piazzare una scopa mentre passavo per andare in bagno. Lasciandogli intendere che è buona creanza non parlare di cose che non si sanno.
Non accennano a sparecchiare e a togliersi dal cazzo. Non che voglia andare a dormire ma sarebbe piacevole non sentire più queste secchiate di puttanate che sbattono sulla porta.

Proprio in questo istante qualcuno ha sparato la Perla. Avete presente quelle foto di guerriglia in Grecia? Bene. Secondo un alta cima qui quella è Parigi, perché lui ne sa.

Sembra che sia finita.

Ma non c'è nulla di cui stare tranquilli. Prego che nelle stanze adiacenti non si stia onorando il santo alla vecchia maniera.

Alcuni di voi dovrebbero saperlo. Il silenzio è più pericoloso di mille rave. Nel silenzio tra le mie quattro mura di cartone posso sentire cose che non è dato udire. Non si sfugge.

Mi dirigo verso il bagno. Pigiama è ai fornelli, si gira come un gatto scoperto a frugare tra i biscotti, mi riconosce. Sorride. Sorrido anche io. Ci salutiamo come due reduci sopravvissuti ad un duro assalto. Le trincee delle nostre stanze hanno tenuto ma entrambi sappiamo che ci sarà un altro assalto prima dell'alba.

Siamo tutti uguali a pecora. Snob, meno snob, burini e fighetti. Si addirittura i punkabbestia. Da qualche parte un letto cigola. Una voce femminile, solitamente impostata ed artefatta dice con foga qualcosa in un incomprensibile dialetto. Poi il silenzio, finalmente.


Veendetta Telefonica

TUUU...TUUU...TU-

-Pronto?
-Buongiorno, Telecom Italia, posso rubarle qualche minuto?
- prego anche due.
Dall'altra parte un silenzio stupito per qualche istante. Non è normale tanta cortesia.
-Noto che lei non è nel nostro elenco abbonati, posso chiederle come mai?
-Sto con un altro operatore. Costa di meno.
-Se non le dispiace, dopo averle illustrato la nostra offerta potrebbe cambiare idea.
silenzio. Carico di aspettative, forse è la volta buona che piazza un contratto. Dalla altra parte del telefono il suo interlocutore sembra valutare i pro e i contro della proposta.
-Si mi dica.
Gioia e gubilio! Di solito i ragazzi buttano giù alla T di telecom. È stata fortunata.
-Il nostro nuovo pacchetto family prevede un piano tariffario personalizzabile con rate variabili in base alle sue esigenze.
-Lei usa molto internet?
-Beh...si. Ci lavoro
-Ottimo! In questo caso potremmo porporle una tariffa specia..
-Scusi
-...le per un adsl veloce a fi..
-Scusi...
-...bra ottica... eh? Prego mi dica.
Quando iniziava a recitare tutto il rosario a volte si dimenticava anche di prendere fiato figuriamoci di ascoltare l'interlocutore.
-Posso farle una domanda?
Certamente.
-Lei in casa che caldaia ha?
-Come scusi?
-La caldaia. Di che marca è?
Il cervello cerca di eladorare la cosa. Magari assecondandolo...
-Termac...ma perchè me lo chiede?
-Se consuma molto di riscaldamento, acqua calda e cose così?
-Si, beh...qui a Milano si gela in questo periodo...
Era completamente nel pallone quello dall'altra parte la incalzò.
-E se le dicessi che potrebbe risparmiare molto meno...
-No guardi, non mi dica “datti fuoco” perchè non è il caso proprio! Io qui sto lavorando!
-Anche io. E poi non mi permetterei mai, volevo solo illustrarle le nostre offerte.
-Le vostre offerte?
-Certo! Riscaldamenti indipendenti Gea. Veniamo a casa sua le montiamo la caldaia e lei risparmia fino al 40% delle spese.
-Ma se non sa nemmeno quanto spendo io!
-Si ma la nostra offerta è incredibilmente vantaggiosa. Ci pensi: assistenza 24 ore su 24, garanzia di cinque anni con pagamenti rateizzati.
-Senti, smettila di scherzare.
-Ma sono serissimo. E poi non mi sembra le abbia dato il permesso di darmi del tu
-…
-ma fino ad un attimo fa stavamo parlando del suo contratto telefonico.
-E ora della sua caldaia.
-Ma ti ho chiamato io!
-Lo so, così risparmiamo sulle telefonate.
TLUNK!

domenica 12 febbraio 2012

Curva C: Siena - Napoli 2-1


Non è che mi sono dimenticato di questa partita. Ho aspettato un po' perché non ci volevo credere, ma è successo ed ora avendo preso un impegno c'è da mantenerlo.

È stata una partita brutta, da ogni punto di vista e da ogni angolazione. Un Napoli svogliato che trotterellava per il campo senza tutta sta convinzione. L'atteggiamento era quello del Barcellona in una partita di coppa con la Juve Stabbia.

La differenza è che noi non siamo il Barcellona. Infatti il Siena ci ha dato due gol, uno più stupido dell'altro. Ma la cosa non sembrava minimamente toccare i nostri che hanno continuato a passarsi la palla al limite dell'area avversaria con l'aria di chi non sa che farsene. Ogni tanto veniva messo in mezzo un cross ma va dato atto al Siena che si sanno difendere.

Solo l'ingresso di Lavezzi, verso la fine ha dato un guizzo al Napoli, non che abbia convinto ma almeno abbiamo preso due pali e una traversa. Sembra che un qualche karma del calcio stia riequilibrando i risultati dell'anno passato: palle e azioni che l'anno scorso sarebbero andate tranquillamente a buon fine adesso non riescono nemmeno se San Gennaro ci mette una pezza.

Ci salva un autogol. Come se il Siena, impietosito, avesse volto mostrarci come si fa.

È anche sconcertante vedere le condizioni di Cavani. Confrontato con le sue performance dell'anno scorso sembra un dilettante: sbaglia gli stop, i controlli, pasticcia con la palla tre ore quando una volta tirava a volo e se mai i difensori lo lasciano tirare la spara in curva.

È desolante, talmente desolante che si è incazzato pure Mazzarri che di solito giustifica questi disastri chiamando in causa gli episodi e la sfiga senza mai ammettere che giochiamo come una provinciale e poi incrociamo le dita sperando che quei tre là davanti si inventino qualcosa.

In curva si usa dire: “al di la del risultato”. Beh a tutto c'è un limite però

sabato 11 febbraio 2012

gli specialisti


Sono le tre del mattino. Faccio fatica a respirare, ho un peso sul petto e la gola come se fosse ingolfata di lana. tossisco così spesso e così forte, che il gatto ha deciso di andare a dormire con mia sorella.

altro che "lieve irritazione delle vie respiratorie".
questa è asma. Un altra volta
e l'inalatore sta a Roma, io a Napoli.
Sarà una lunga notte, medico maledetto

tutti odiano i medici. È opinione comune che guadagnino troppo per non fare un cazzo o, peggio ancora, per fare una serie di cose fighissime e prendere tutti a metaforici “cazzi in faccia” con taglienti battute al veleno tra una diagnosi e l'altra.

La verità, è molto più triste, come tutti noi sotto sotto sappiamo.

Quando qualcuno inizia a prendersela coi medici a me viene sempre in mente il nostro medico di famiglia. Un uomo nel cui sguardo puoi intravedere una perenne domanda: “ma chi me lo ha fatto fare”.

Studiano per anni i nostri medici. Test d'ingresso subito seguito da cinque feroci anni di università ad approfondire ogni malattia, ogni trauma, ogni intervento. Una volta finiti i primi cinque anni c'è dell'altro: tirocinio, altri cinque anni passati a mettere cateteri pulire pappagalli e sondare ani restii con lo stesso entusiasmo di chi riceve il tuo dito. Ovviamente non ci sono spintarelle, non per te, vedi gente che avanza spinta ma tu sei immobile a controllare pressioni e pulir vomito.

Alla fine riesci. Dopo tanta fatica hai il tanto sospirato pezzo di carta che ti rende ufficialmente un “buon partito” per antonomasia. Apri i fili della borsa aprendo uno studio medico sognando di fare il dottor House o, se proprio tira male, Scrubs.

Solo in seguito realizzi che da ora in poi curerai tre malattie e poco altro: influenza, demenza senile e quella-generica-malattia-che-richiede-un certificato-medico-per-non-andare-a-lavoro.

La sala d'attesa di un medico è un posto magico, riviste di periodi storici ormai defunti stanno lì ad invogliarti a sfogliare le figure. Sin dalle prime luci del mattino di ogni giorno di visita un piccolo esercito di irriducibili attende fuori la porta. Se lo studio apre alle 9 loro sono lì dalle 8. Amano sottolineare al dottore quanti minuti di ritardo ha fatto sull'apertura.

Gli anziani hanno un modo tutto loro per decidere chi c'era prima. Un'asta al rialzo sulle malattie: catarro, emicrania, femore imbullonato, pressione bassa, pressione alta e via discorrendo solo quelli con l'Alzaimer aspettano pazienti il proprio turno.

Infine qualcuno dice ictus, quasi infarto o Tumore e balza in testa alla fila. Il principio sembra essere: abbiamo tutti poco tempo, chi ha le cose serie deve far prima.

Non c'è da stupirsi se un medico sottovaluta o esagera un problema. Ha studiato, per dieci anni, le cose più improbabili. I suoi neuroni a volte rifiutano una soluzione semplice. Come quella volta che per problemi di pressione vedevo delle macchie sull'occhio quando ero sotto sforzo e lui, dopo aver ascoltato con quel tipico modo da dottore (annuendo e non sentendoti proprio) mi prescrive una visita oculistica.

Hanno studiato, non è colpa loro. Loro stanno ancora cercando di capacitarsi di non essere dei fusti come i dottori alla tv. Si guardano intorno per le corsie degli ospedali cercando la dottoressa sexy ed insicura che fa porcate da tutte le parti se hai la pazienza di sorbirti il pippone.

I più disillusi fissano la porta del pronto soccorso pensando che da un momento all'altro entrerà un gruppo di medici ed infermieri intenti a salvare una vita in corsa.

In lontananza una stampella fa eco nel corridoio insieme ad una voce acida e sprezzante. Non è House. Solo un altro vecchio in lite feroce col suo colon.


venerdì 10 febbraio 2012

Strani stili di vita


Stanotte, come tutte le altre notti in verità, verso le 23 la cucina oltre la mia porta si anima. Non sono fantasmi, almeno credo o comunque non quelli che si pensa normalmente.

Una nebbia oleosa si affaccia sotto la porta trasbordando nella mia camera odore di fritto e di arrostito.

Ma è meglio fare un salto indietro.

Ieri ho finalmente interagito con gli strani spettri che si aggirano per casa. Ancora non mi ricordo un nome che sia uno. Forse la ragazza carina con gli occhiali si chiama Francesca ma per ora è solo una teoria). L'occasione è giunta ad ora di cena quando le tre campane (nel senso di native della Campania) si sono radunate in cucina per cenare e scambiarsi informazioni sulle fiction del momento. Io mi sono trovato lì a lititgare con una padella e una frittata, tra una spiegazione delle regole di casa è nata la una coversazione.

Ovviamente è giunta la temuta domanda: tu che fai. E dopo aver scartato alcune vaghe bugie e preso l'orgoglio a due mani l'ho detto.

Studio per fare il fumettista. Ah quindi disegni. No li scrivo.


Le espressioni e i commenti successivi si sono velati d'entusiasmo e cortesia ma credo che statisticamente almeno una abbia pensato: “che modo insolito di voler fare il disoccupato”. Anche se c'è stata abbastanza carineria da non darlo a vedere.

Per il resto siamo usciti a parenti come solo i napoletani in terra straniera sanno fare. Finalmente ho scoperto quanti siamo effettivamente in questa sacca spazio-temporale: io, le tre napoletane, una francese (conosciuta in imbarazzanti situazioni poi vi dico), Miss pigiama (che è di Forlì) e poi il fidanzato della francese che non si vedrà per settimane visto che viaggia per l'Europa per motivi suoi (carichi di droga? Fa il killer?).

Ad ogni modo all'ingresso in casa avevo conosciuto solo le tre napoletane. La mattina dopo facendo lo zombie verso il bagno mi ritrovo caccia a faccia con questa tizia avvolta in un asciugamano che mi fissa spaesata, dopo delle imbarazzanti presentazioni in franco-italo-inglese ognuno è sparito nel suo buco dimensionale a rimuginare sulla presentabilità. Chi mi ha visto appena sveglio sa cosa intendo).

Ma ora a notte fonda le pentole continuano a cozzare tra loro, sto pensando di fumarmi una sigaretta per coprire l'odore di pancetta fritta che ha invaso la stanza. Il mio stomaco, recentemente condannato all'austerity, si lamenta inferocito.
È Miss pigiama (che ancora non ho visto con dei vestiti veri addosso). Lo so l'ho vista quando sono passato in bagno. Sta cucinando come mi a madre cucina a capodanno ma senza imprecare contro i troppi parenti in visita. Cucina come se fosse la sua ultima cena.
Posso identificare le pietanze in base all'odore che filtra dalla porta: baccalà, carne, pancetta, zucchine.
Com'è possibile? Sotto tutti quegli strati di pigiama si vede che è uno scricciolo.

È la mezza. Dopo una decina di minuti priva di odori e condita dallo scorrer dell'acqua in cucina si depongono le armi. La porta della stanza di Pigiama si chiude e cala il silenzio.

Anche io mi arrendo al file word bianco come la neve che qui pare esser pittata mi avvolgo nelle coperte.

Pochi istanti nella stanza di fianco, quella di Francesca, squilla un cellulare, è un tal Marco, la conversazione va avanti per un po'. Un po' di ore. Alternano l'italiano forbito dei quartieri bene di Napoli ad un napoletano da pescivendoli rionali mentre la conversazione segue l'altalenante filo dei fidanzati distanti: ti amo-sei un cretino-tu non capisci- ti amo.

Le parole mi cullano perdendo significato finché non crollo nel sonno del giusto
va tutto bene

giovedì 9 febbraio 2012

Fumetti a caso: la Profezia dell'Armadillo



In uno dei tanti pomeriggi di puro cazzeggio un amico mi passò il link di un tal Zerocalcare. Su quel blog ogni settimana questo fumettista romano metteva una storiella comica di quattro pagine tutte a loro modo esilaranti.
Già quando vidi il sito per la prima volta una voce dentro al cervello mi disse “se questo ha scritto altro DEVI averlo”

in effetti ha scritto altro: la profezia dell'armadillo appunto. Un volume autoprodotto che era in vendita sul suo sito. Solo la mia incompetenza con gli acquisti telematici mi ha fermato dal prenderlo. Ieri l'ho preso in fumetteria e...

capolavoro!

Il volume è una raccolta di storie più o meno brevi tutte dal tratto comico ma uniti da un filo conduttore abbastanza drammatico e pesante. Tutte le storielle fanno ridere ma soprattutto sembrano vere (e forse lo sono pure), in più di un occasione mi sono ritrovato a pensare “wa! Pure io uguale” cosa che ti fa ridere ancora di più.

Se poi si aggiunge al tutto il filo conduttore che parla di ansie, opportunità e altro ancora io, nella mia inesperienza, lo chiamo capolavoro.

I disegni e le citazioni meriterebbero una recensione a parte. Il volume è pregno di quella cultura nerd con cui io e tanti altri siamo cresciuti.

Ma è inutile che commento. Andatevi a vedere il sito poi sono sicuro che lo comprerete. Per come la vedo io è anche un ottimo regalo da fare.

Gente quest'uomo merita e dobbiamo aiutarlo a fare strada