lunedì 30 gennaio 2012

Il mondo oltre la grotta

Fzzzzzzzz! Tlak!

In un istante la luce bluastra degli schermi sparì lasciandolo al buio.  Cosa diavolo era successo? Forse il contatore, forse un cortocircuito.

Non ne aveva idea.

La paura iniziò a serpeggiare, poteva essere successo di tutto. Prese il cellulare cercando di orientarsi nella debole luce del display. Urtò nell'ordine: la sedia, la scrivania, uno scatolone e poi qualcosa di umidiccio. Quest'ultimo face un rumore non proprio rassicuramente.

Decise, giustamente, di ignorare ogni cosa finchè non avesse controllato il generatore. Senza quello era tagliato fuori. Aveva bisogno di energia.

Da qualche parte lì fuori c'erano gli altri al sicuro al caldo che comunicavano, che vivevano le loro vite. e lui qui ad arrancare al buio. fece qualche altro passo a tentoni nell'oscurità nel frattempo il panico cresceva sottopelle. Doveva riattivare l'energia, senza i depuratori rischiava di soffocare.

Ventiquattro anni erano troppo pochi per ripulire l'aria dopo la Guerra. O almeno così diceva il protocollo.
Dopo la Guerra si erano alternati lunghi periodi d'ibernazione e brevi settimane di veglia. per monitorare l'esterno.
Ormai aveva smesso di controllare, non sapeva quanti anni erano passati dall'ultimo rilevamento ma sicuramente non abbastanza da rimediare a quella situazione disperata.

i piccoli led del controllo elettronico lo fissavano come occhietti di ragno famelico. Cercando di controllarsi iniziò a premere i pulsanti di reset. Non accadde nulla.
Alzò ed abbassò ripetutamente la leva di avviamento senza riuscire ad ottenere il minimo segno di vita dal vecchio impianto. Mormorare imprecazioni o preghiere non migliorava la situazione.
Solo allora notò il display rossastro lampeggiare: "Errore 616K". Non conosceva il significato di quel codice ma nelle informazioni dei Protocolli tutti i messaggi di tipo K segnalavano una situazione irrecuperabile.

sarebbe mortò lì. Soffocando

In lontanaza la terra tremò più volte come per un esplosione. Il tetto del rifugio si crepò in più punti mentre da sopra filtrava la luce attravenrso il rivestimento stagno in pezzi. Corse verso la porta d'accesso.
Una grossa crepa lasciava filtrare la luce. Scegliere fu facile: morire sepolto vivo o per le condizioni esterne.
Passò oltre la crepa riprando il viso con le mani, il paesaggio era alieno ed ostile: strane strutture grigie si alzavano nel cielo in lontanaza piramidi metalliche collegate da fili, strutture mostruose ricoperte di specchi.
E tutt'intorno l'aria pregna di letale ossigeno.
Non ci mise molto a morire.

domenica 29 gennaio 2012

Curva C: Genoa-Napoli

piccola premessa: ad ogni partita del Napoli un raduno di fedeli tifosi si raduna nel mio soggiorno per seguire con ardore la partita e dispensare consigli e perle di saggezza tattica. l'usanza è stata ribattezzata Curva C. abbiamo anche un complesso sistema di pagamento basato su dolci fatti in casa e generi di prima necessità come birre o pizze.

ma questa è un altra storia.

dopo aver ampiamente smaltito i malumori dello sconfortante 3a2 ora provo a mettere giù un paio di pensieri.

direte voi: "vabbè ma 3a2 non è una disfatta. anzi sarà stata una bella partita"

si vede che non l'avete vista.

Il Napoli ha un problema, non è possibile prendere  due gol come li abbiamo presi noi (il primo non conta perchè è un eurogol e non fa testo). dopo aver preso i primi 2 gol ci ricordiamo che siamo una squadra da ottavi di champios e proviamo a recuperare. pigliamo il terzo gol e solo allora negli ultimi stramaledetti dieci minuti Cavani prima e Lavezzi poi si inventano delle azioni personali che quasi recuperavamo.

il mio parere personale? Il problema è Mazzarri e il suo modo di giocare. La tattica mazzarriana si può riassumere così: prendi palla, dalla ad uno degli esterni che sifa una corsa fino alla linea di fondo avversariaper poi mettere un cross in mezzo.
se il cross è giusto
e se un attaccante piglia la palla
e se il portiere avversario non la piglia
allora è gol

altra variente tattica consiste nel dare palla a Lavezzi e vedere che succede

infine la perla tattica del contropiede, vero motivo per cui siamo agli ottavi di Champions e abbiamo piallato tutte le grandi.

Sinceramente? Con l'attacco che ci ritroviamo (tutta gente agile e veloce) magari sarebbe il caso di giocare con la fottuta palla a terra. L'anno scorso il dio del pallone ci ha fatto tanti regali con gol al 93'' come se forse legge.

visto che quest'anno pare non funzionare più volessimo organizzarci meglio?
Poi sarò strano io

ps: non ho trovato l'immagine giusta ma quella mi sembrava abbastanza a tema quindi arrangiatevi

sabato 28 gennaio 2012

Allert

Da un laboratoio nelle profondità della terra un virus letale è sfuggito al controllo umano. in pochi giorni ha infettato il 70% della popolazione mondiale. il restante trenta si sta decimendo in guerre per il controllo delle poche risorse rimaste.

nel giro di 48 ore  siamo rimasti tagliati fuori da resto dell'umanità. strane creature si aggirano per le strade. internet è muta e altrecreature ancora più pericolose occupano gli schermi televisivi.

La fine è iniziata. nonc'è modo per impedirlo.

proprio ora ci staiamo incamminado in cerca di un grane saggio. un uomo che dicono possa fermare il male ma è una battaglia disperata, loro sono là fuori.

ci troveranno!
non abbaimo scampo.

Addio.

ps: ecco che effetto ti fa restare senza internet per un giorno e mezzo.

venerdì 27 gennaio 2012

Certe volte le parole non bastano



Ci sono momenti nella vita in cui ti accorgi che il linguaggio umano è limitato. Alcuni concetti sono impossibili da rendere con le semplici parole. Per esempio per far capire quanto mi girano oggi l'unica maniera che mi viene in mente, oltre che una sequela di bestemmie, è questa:

immaginatevi Satana, si il principe delle tenebre, l'oscuro signore degli inferi, Lucifero, il male incarnato. Comodamente accoccolato sotto le coperte al calduccio nel suo letto nell'abisso più profondo e gelido degli inferi in pieno inverno.
Non dorme, perché il male non dorme mai, ma è in quel fantastico istante tra sonno e veglia in cui tutti, almeno una volta nella vita, saremmo voluti rimanere per sempre.

Da qualche parte un telefono squilla con insistenza. È davvero fastidioso come quei telefoni che squillano in treno un istante prima che tu prenda sonno. Dopotutto è l'inferno, tutto è almeno fastidioso qui.
Per quanto sia una creatura di immane potenza e tremenda natura anche Satana, come tutti noi, non ha potere contro lo squillo di un telefono. Deve rispondere, potrebbe essere qualcosa d'importante, potrebbe essere successo qualcosa di grave.
Inoltre non rispondere è un ottimo modo per far continuare a latrare all'infinito quell'aggeggio infernale.

In pochi secondi il nostro “eroe” si fa coraggio butta di lato le coperte e si precipita nell'oscurità verso il maledetto aggeggio. È un attimo, il gelo leggendario della Giudecca stermina ogni residuo del piacevole tepore delle coperte.
Si potrebbe parlare per ore del perché il capo di tutta la baracca abbia preso casa nell'unico posto gelido dell'inferno. I demoni che hanno avuto il coraggio di chiederglielo hanno avuto riposte vaghe che comprendevano affitti bassi e vicini discreti.

Ma questa è un altra faccenda. Il telefono continua a squillare.

Non c'è tempo per cercare le ciabatte e quindi con rapide falcate impastate di sonno il Principe delle tenebre raggiunge la porta la spalanca e la sorpassa con tutta la sua oscura regalità.

Tutto questo parlar di tenebre non è una licenza poetica. Da tempo Satana per risparmiare ha riempito casa sua di lampade a risparmio energetico, di quelle che ci mettono dai venti ai quaranta minuti per fare della vera luce.
Non può fare altrimenti. L'affitto qui nella Giudecca è esorbitante.

Nulla può l'oscura regalità del signore degli inferi contro l'oscuro corridoio che si appresta ad attraversare. Come nulla può il suo oscuro piede nudo contro l'oscuro mobiletto e soprattutto contro il suo tenebroso spigolo.

Da qualche parte a Giuda fischiano le orecchie. Non può essere altrimenti, è stato lui a regalare quell'oscenità al sommo durante l'ultima festa aziendale.

Barcollante ancora intontito dal sonno e dal lanciante dolore al piede Satana si lancia verso il mobiletto, non quello di Giuda, quello utile col telefono i centrini e le bollette non pagate.
Finalmente solleva il ricevitore mettendo fine all'ululato elettronico dell'apparecchio. Si sofferma per qualche secondo per darsi un contegno ignorando sonno e dolore.

“pronto?” non è proprio quello che ci si aspetta ma le formalità alle sette del mattino non sono poi così importanti

“buongiorno sono della Telecom volevamo proporLe un offerta che non potrà rifiutare...”

ecco la risposta che darebbe Satana, nella lingua oscura degli inferi si avvicinerebbe abbastanza a quello che volevo descrivere all'inizio.

giovedì 26 gennaio 2012

In Principio



È il primo post. È una cosa importante, magari tra anni ed anni avrò successo, soldi, donne e potere e la gente verrà qui a leggere il primo post del blog in cerca di grandi verità e antiche saggezze. Quindi è bene che parta dall'inizio.

Ma prima un paio di appunti: non è la prima volta che provo a mettere su un blog. Già tre siti si sono persi nel web per la semplice pigrizia di stare lì ad aggiornarli (e se mi ricordo i contenuti non è del tutto un male.
Ci si aspetta che uno apra un blog in un momento particolare. Niente di simile: è un giorno come un altro, solo che spesso mi scappa da scrivere e da qualche parte i miei monologhi li devo pur mettere.

Detto questo

Come tutte le storie di turbe psitiche e persone con seri problemi anche la mia è iniziata in tenera età. Avevo undici anni circa. Immaginate il tipico scugnizzo napoletano. Fatto? Adesso scordatevelo. Ero tondo, goffo e un po' ingenuo. Eternamente con la testa tra le nuvole ma tutto questo non è importante. Lo sono ancora.
Un pomeriggio come tanti mio cugino dalla lontana Emilia si presenta a casa nostra portando una strana scatola rossa. Era una cosa strana davvero: nel disegno di copertina un uomo in mutandoni di pelle assaliva un drago rosso. Il titolo recitava Dungeons & Dragons. Fu amore a prima vista. Da allora sono sempre stato lì a scervellarmi con storie e storielle (spendendo soldi e soldoni in verità).
Non avevo ancora finito di assorbire la scoperta dei giochi di ruolo che in una visita di cortesia ad una delle infinite zie scoprii un altra cosa: i fumetti.
Non i Topolino. Era una cosa assurda dove una vecchina malediva i barboni che poi diventavano mostri e si mangiavano la gente. Dylan Dog, feste di sangue.

E da lì fu il delirio:
da Dylan Dog a Nathan Never da lì ai supereroi americani passando per i manga e ritornando in America. Insomma tutta quella roba da cui ora stanno traendo film.

Per farla breve da quella scatola rossa sono passati 12 anni di scuola man vissuta, un anno d'università e tre di lavori infimi culminati poi in 2 anni da salumiere.
A casa tutti felici: “finalmente un lavoro serio magari ora la smetterà di buttar soldi in quella roba strana”
manco per il cazzo.
Anzi
ho scoperto che esistono corsi per fare fumetti. Disegno come una capra ma so scrivere (almeno credo). Nel giro di un battito di ciglia mi sono licenziato e iscritto al corso.
Ora inseguo un sogno.
Ma non vi preoccupate ho già i cartoni pronti per andare sotto i ponti.